Il prete operaio messo in pensione: “Grazie per la solidarietà, compagni della Fiom”

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Eliana Como
Eliana Como
Comunicato di tre sindacalisti che a nome della Fiom hanno espresso solidarietà contro il pensionamento del parroco deciso dal vescovo di Nola   
“Carissimi, ho da condividere con voi un dono grandissimo che ho ricevuto con grande emozione, il comunicato dei compagni della Fiom. Sono molto felice e li ringrazio con tutto il cuore. Grazie compagni carissimi”. E’ raggiante don Peppino Gambardella, il prete operaio delle mille battaglie per la difesa dei lavoratori e dell’ambiente nel territorio delle grandi fabbriche a nordest di Napoli, Pomigliano d’Arco. Il parroco della chiesa madre patronale di San Felice in Pincis ha espresso gioia attraverso la sua pagina Facebook perché il sindacato dei metalmeccanici della Cgil ha pubblicato un comunicato con cui prende posizione contro la decisione del vescovo di Nola, Francesco Marino, di mandare in pensione il sacerdote, da oltre trent’anni baluardo di legalità, giustizia sociale e solidarietà in questa difficilissima area del Napoletano.
il vescovo ha spedito don Peppino a venti chilometri di distanza da Pomigliano, in un paesino ubicato sotto le montagne dell’Irpinia, Camposano. Qui il prete non potrà espletare la sua attività sacerdotale. Sarà in pensione. Il trasferimento è stato concordato tra il sacerdote e monsignor Marino entro il prossimo 14 gennaio, giorno della festa di San Felice, il santo patrono di Pomigliano. Ma i tre esponenti sindacali di livello nazionale che a nome della Fiom hanno firmato il messaggio per sostenere don Gambardella hanno usato parole molto critiche nei riguardi della decisione del massimo esponente della vasta e popolata diocesi di Nola. “Don Peppino – scrivono Giovanni Barozzino, Eliana Como e Augustin Bruno Breda –  siamo venuti a conoscenza della lettera del vescovo di Nola che ti chiede di concludere la tua attività pastorale per aver raggiunto i limiti d’età e non possiamo far altro che rammaricarci per la sua decisione. Per noi sei un uomo, una persona, un prete speciale. La tua vita dedicata agli ultimi ha fatto di te un punto di riferimento e un esempio per tutti. In un mondo fatto di apparenze, ma senza sostanza, come quello in cui viviamo da troppi anni, tantissime famiglie di fronte ad un disastro sociale senza precedenti hanno trovato accoglienza, solidarietà, umanità e conforto non solo morale, grazie alle iniziative concrete messe in campo da te e tutta la tua squadra”.
I sindacalisti della Fiom hanno voluto ricordare a tutti una delle principali battaglie ingaggiate dal sacerdote appena pensionato dal suo vescovo, quella contro le scelte di Sergio Marchionne, timoniere del gruppo Fiat dal 2009 al 2018. Nel 2010 Marchionne e la Fiom andarono in rotta di collisione per la decisione dell’amministratore delegato della Fiat di uscire da Confindustria dando il via a un contratto di lavoro aziendale diverso da quello nazionale. La Fiom non lo firmò e i suoi delegati furono espulsi dagli stabilimenti automobilistici, a partire da quello di Pomigliano. A Pomigliano il nuovo contratto passò durante un drammatico referendum finito con la maggioranza dei si, il 62 per cento. Durante quegli anni di trasformazioni spesso traumatiche l’allora segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, attuale segretario generale della Cgil, giunse più volte nel Napoletano. Diversi gli incontri tenuti dal massimo dirigente sindacale con il sacerdote della parrocchia di San Felice. Un’amicizia culminata con l’iniziativa della stessa Fiom di creare una sorta di società di mutuo soccorso, la fondazione Legami di Solidarietà, che proprio nella chiesa di San Felice fui tenuta a battesimo. “Sei il prete operaio che non ha esitato un solo istante quando c’era da fare una scelta di campo precisa – hanno scritto Barozzino, Como e Breda – un esempio su tutti nel 2010 (il referendum di Pomigliano) quando hai scelto di stare dalla parte degli operai senza se e senza ma perché la dignità dei lavoratori non ha prezzo”.
Gli esponenti della Fiom hanno infine sottolineato che “noi operai iscritti e simpatizzanti della FIOM non dimenticheremo mai il tuo apporto, il tuo sostegno, il tuo darci coraggio, ci hai aiutati a resistere di fronte ad un colosso mentre altri sceglievano di stare dall’altra parte, quella più facile. Don Peppino per noi sei e continuerai ad essere tutto questo, un esempio. Tu non ci hai mai lasciati soli e noi faremo lo stesso con te perché lo meriti, perché noi abbiamo bisogno di te e perché noi ti vogliamo veramente bene”.