Confesercenti Campania scrive alla Regione: “Urge incontro, ultimi provvedimenti ammazzano l’economia”

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Lettera congiunta di Confesercenti e Aicast: «Attività a rischio chiusura, intendiamo proporre a De Luca soluzioni condivise»

Confesercenti Campania scrive alla Regione Campania e, segnatamente, al Governatore Vincenzo De Luca. Nella lettera, scritta congiuntamente da Confesercenti Campania e da Aicast Campania, con le firme dei rispettivi presidenti Vincenzo Schiavo e Antonino Della Notte, c’è la richiesta di «un incontro urgente al fine di presentare alcune proposte per fronteggiare l’emergenza Covid 19 salvaguardando le imprese e i lavoratori». Nella missiva spedita oggi si legge anche che «l’incontro è necessario per evitare la chiusura delle attività che porterebbero alla cessione di migliaia di imprese del settore della ristorazione, eventi e in generale del comparto turismo e del settore moda».

Il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo aggiunge: «Chiediamo un incontro urgente al Governatore – ribadisce – perché dobbiamo dare assolutamente risposte concrete alle nostre aziende. Gli assembramenti non sono legati alle attività commerciali, ma ad una questione di cultura e di rispetto delle regole. Lo Stato e le Regioni hanno il compito di aumentare i controlli: non possiamo far pesare sulle spalle degli imprenditori l’aumento dei contagi. Le nostre imprese sono in enorme difficoltà, da mesi non incassano introiti sufficienti. In questo momento non è opportuno ledere ulteriormente l’economia della Campania, anche perché in altre regioni non ci sono queste regole così rigide. Tanti sposi, per esempio, stanno spostando i loro matrimoni verso il Lazio o la Puglia: in questo modo si ammazza ancora di più l’economia della nostra regione e inoltre gli assembramenti ci sarebbero comunque e il problema contagi resterebbe. Il confronto è importante, anche per evitare che una decisione venga presa dall’oggi per il domani: tutto ciò crea ulteriore confusione ed altri danni. L’esempio resta quello dei matrimoni: annullare pochi giorni prima un evento del genere significa azzerare 40-50mila euro di investimento delle famiglie degli sposi, gravando sul loro bilancio e su quello dell’intera filiera legata ai matrimoni»