Dopo un’indagine fatta presso l’Agenzia delle Entrate gli ecologisti acerrani hanno denunciato l’incompatibilità urbanistica del progetto
Centrale per la produzione di metano dalla decomposizione dei rifiuti: per gli ambientalisti “il Comune ha rilasciato un parere favorevole del tutto illegittimo”. Gli ecologisti sostengono che il nulla osta della municipalità di Acerra, firmato già nel 2019, darà la possibilità alla New Green Fuel srl di realizzare il grande impianto in un’area in cui però non è possibile edificare poiché destinata esclusivamente alla presenza di un’area verde annessa all’ex impianto chimico Montefibre. Per questo motivo gli ambientalisti del territorio, che per primi hanno lanciato l’allarme su questa vicenda rendendola nota all’opinione pubblica, hanno chiesto formalmente alla Regione Campania di revocare l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata nei mesi scorsi per la costruzione della centrale. “AIA” che all’interno contiene anche il parere favorevole rilasciato dal Comune di Acerra. Intanto gli attivisti ambientali hanno consegnato alla procura di Napoli e a quella di Nola una denuncia. Dentro ci sono i documenti catastali del terreno in cui dovrà sorgere l’impianto che produrrà metano per autotrazione dallo stoccaggio e dal trattamento di 81mila tonnellate all’anno di rifiuti organici prodotti dai cittadini di Napoli e provincia. Un progetto che si aggiungerà al polo dei rifiuti operativo da anni nell’area industriale acerrana all’ombra dell’inceneritore. “L’area individuata per la realizzazione della centrale – spiega Alessandro Cannavacciuolo, ecologista della Terra dei Fuochi – è stata oggetto di una compravendita molto strana. Durante la nostra indagine presso l’Agenzia delle Entrate abbiamo appurato che il consorzio Area di Sviluppo Industriale ha registrato al catasto la proprietà delle aree scelte per l’impianto con una semplice autocertificazione e non con un atto notarile. Inoltre quell’area non può ospitare un nuovo edificio, in una zona peraltro devastata dal punto di vista ambientale, perché già è stata raggiunta abbondantemente la volumetria con l’impianto preesistente, la Montefibre”.