
Il paladino della Terra dei Fuochi correrà alla scelta del Movimento per le candidature alla Camera. Un vissuto incredibile di militanza sociale e tribolazioni
C’è chi lo ama perché è il figlio di un pastore, cresciuto in campagna accanto alle pecore, alle capre e ai cani guardiani, al confine tra l’area napoletana e quella casertana, sotto le prime propaggini degli Appennini. Ma ci sono anche gli snob con la puzza sotto il naso che lo disprezzano proprio per questa sua umile origine, criticoni tradizionalmente solerti nel giudicare e sempre immobili se si tratta di agire per il bene comune. Intanto l’origine agreste ha fatto di Alessandro Cannavacciuolo, 34 anni, tecnico d’impresa e gestione dei rifiuti e ormai prossimo alla laurea in criminologia, un vero e proprio paladino della natura, un esempio di civismo più unico che raro in tutta la cosiddetta Terra dei Fuochi, la vasta zona super inquinata che si estende dalla provincia di Napoli a quella di Caserta. Si, perché Alessandro, classe 1988, ha iniziato a difendere la sua terra da bambino. Quando aveva soltanto otto anni vide suo padre Mario ingaggiare una battaglia strenua con le istituzioni. Il suo gregge fu sterminato dalla diossina sparsa sui campi dagli smaltimenti illeciti di inquinatori senza scrupoli, dai roghi di rifiuti e dagli insediamenti industriali. Ancora oggi, dopo un lunghissimo braccio di ferro fatto di carta bollata ma anche di proteste eclatanti, nelle strade, nei municipi, papà Mario sta chiedendo al tribunale civile il riconoscimento del danno provocato al suo allevamento dalla contaminazione di acqua, terra e aria dell’agro acerrano. Un danno per ora riconosciuto dal tribunale penale. Indimenticati i giorni in cui l’allevatore espose nella piazza principale di Acerra gli agnelli nati con malformazioni incredibili: animali a due teste, storpi, senza zampe, senza occhi. All’epoca Alessandro era soltanto meno che un adolescente ma era già un ometto forgiato da una consapevolezza granitica: senza la lotta, senza il rischio personale, senza denunciare quello che non va, allora la situazione non può che peggiorare, l’inquinamento e tutte le forme di illegalità non possono che aumentare inesorabilmente.
Appena diciottenne il figlio del pastore di Acerra iniziò col papà a ingaggiare un pericoloso scontro con chiunque mettesse in pericolo la salubrità del territorio. Nel mirino delle loro accuse finirono tre fratelli che nel frattempo, grazie alle loro aziende di trattamento dei rifiuti, accumularono fortune ciclopiche. Nel 2006 i tre furono arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma. L’accusa: aver provocato un disastro ambientale spargendo rifiuti tossici tra Acerra e l’area flegrea. Alessandro Cannavacciuolo denunciò gli indagati in tutte le sedi. Fece costituire la sua famiglia parte civile al processo. Contro il rischio della prescrizione mobilitò tutto il popolo della Terra dei Fuochi: cortei, manifestazioni, sit-in per scongiurare l’ennesima ingiustizia che sembrava ormai dietro l’angolo, l’ennesimo oblio di Stato. Alessandro non si diede pace fino a quando la Corte di Cassazione non pronunciò la sentenza definitiva. Nel 2017 i tre imprenditori furono dichiarati in via definitiva colpevoli di disastro ambientale immane in provincia di Napoli e condannati a 7 anni di reclusione. Una sentenza storica: per la prima volta veniva riconosciuto nel versante napoletano della Terra dei Fuochi il disastro ambientale provocato da smaltitori di rifiuti identificati e condannati. Non è finita. Il giovane ambientalista lanciò una serie di svariati allarmi ogni volta che lo Stato concesse ai colpevoli dello scempio ambientale la scarcerazione. E prosegue tuttora il suo pressing asfissiante per centrare l’obiettivo della confisca definitiva del patrimonio sequestrato agli inquinatori: un tesoro da 222 milioni di euro. Insomma, è proprio uno di quelli che non si fermano mai Alessandro Cannavacciuolo.
Tignoso, sempre in bolletta ma con quella voglia di lasciare a tutti i costi un segno per il bene di ogni cittadino grazie a un’impressionante forza di volontà. Testardo oltre ogni paura. Anche quando il pericolo è fin troppo evidente. Un giorno ignoti a bordo di una macchina tentarono di investirlo mentre stava perlustrando con i suoi Volontari Anti Roghi alcuni terreni coltivati ma zeppi di rifiuti. In un’altra occasione gli uccisero col veleno i cani del gregge, due bellissimi pastori abruzzesi. Minacce a go go, innumerevoli, dalle classiche minacce di morte giunte a mezzo posta agli avvertimenti consegnati direttamente in casa da loschi figuri inviati dai “signori” del malaffare. Per non parlare di tutte le false accuse che qualcuno ha tentato di affibbiare all’ecologista nella speranza, rivelatasi sistematicamente vana, di “incastrarlo” attraverso l’azione giudiziaria. E che dire della lotta intrapresa per controllare il potere politico locale che dal 2012 ha preso il sopravvento ad Acerra ? Anche su questo fronte Alessandro Cannavacciuolo non si è mai risparmiato. Sue le indagini su ogni appalto, le battaglie contro ogni forma di spreco di danaro pubblico, contro ogni sospetto di complicità con quel mondo deviato del settore dei rifiuti che tanto male ha fatto al territorio.
Clamorosa poi la denuncia sulla sparizione dal tribunale di Napoli dei fascicoli relativi al processo “voto di scambio”, che vide come imputato un importante esponente politico della maggioranza locale. Dopo la denuncia di Alessandro i fascicoli furono ricostruiti e l’imputato fu condannato. Poi però in appello il reato fu prescritto. Ma la condanna resta lì, come una verità incancellabile: alle elezioni comunali di Acerra del 2012 ci fu voto di scambio. Un’altra piccola grande vittoria in questa vita di militanza. Comunque è impresa ardua elencare tutte le azioni messe in atto dal “figlio del pastore”. Per fare qualche altro esempio un altro pallino di Alessandro è la lotta al polo delle fabbriche di trattamento dei rifiuti e all’inceneritore: un portato cosmico di immondizie di ogni sorta tutto concentrato nell’area industriale di Acerra. Anche su questo fronte denunce, ispezioni, interrogazioni regionali e parlamentari, manifestazioni.
Denunce ma anche risultati concreti. Cannavacciuolo ha segnalato alle autorità competenti una serie di discariche. Alcune di queste sono state poi bonificate, come quella ubicata in località di Aria di Settembre, territorio di sversamenti indiscriminati tra Acerra e Pomigliano. Dulcis in fundo, ci sono da valutare la coerenza e la lealtà di questo trentenne coraggioso. Alessandro Cannavacciuolo è praticamente da sempre un attivista del Movimento Cinque Stelle, da almeno dieci anni. Ed è voluto rimanere tra i pentastellati anche a questo difficilissimo “giro” delle politiche del 25 settembre 2022. La sua autocandidatura alle Parlamentarie del Movimento, il prossimo 16 agosto, per una candidatura da deputato è stata motivata così, in una lettera pubblicata sui social: “Il Movimento fa parte della mia vita da ormai dieci anni, e sebbene negli ultimi tempi sono stati commessi degli errori di non poca rilevanza, che hanno determinato un progressivo distacco dai territori, resta un progetto politico in cui credo fermamente e per cui lavorerò affinché si ridetermini quel legame, quell’ascolto della base, della condivisione e del confronto, sale della democrazia e forza propulsiva di un movimento che parte dal basso e che non è espressione dei poteri costituiti”.