Acerra, NAS nella casa di riposo: sovraffollamento e assenza del piano anti Covid

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immagine di repertorio di una rsa
immagine di repertorio di una rsa

Il Comune intanto ha sospeso l’autorizzazione a esercitare ma la rsa potrà restare aperta se rispetterà le prescrizioni.

 

 

I NAS hanno ispezionato una casa di riposo di Acerra riscontrando una decina di violazioni, anche di norme anti Covid: sovraffollamento non autorizzato, inesistenza di un piano anti Coronavirus, mancato rispetto dell’abbattimento delle barriere architettoniche, assenza di ascensori e di registro delle persone ricoverate. I militari hanno anche verbalizzato di aver trovato tre anziani allettati quando invece la struttura non sarebbe attrezzata né autorizzata ad ospitare persone non autosufficienti. Sempre secondo i carabinieri diverse stanze che ospitano i vecchietti soli e bisognosi di assistenza adeguata sono risultate prive di sedie, poltroncine e tavoli. Il controllo è stato effettuato il 16 agosto scorso. Ma solo il 10 settembre, venerdi appena, il Comune ha preso una decisione: l’ente ha infatti sospeso l’autorizzazione a esercitare l’attività di residenza per gli anziani. Il provvedimento di “sospensione dell’autorizzazione al funzionamento della comunità alloggio per anziani” è stato pubblicato sull’albo pretorio digitale della municipalità, sito web consultabile da tutti. Nello stesso sito si specifica che la rsa ispezionata e sanzionata stava operando grazie a una determinazione dirigenziale risalente al 2013. Nella casa di riposo, che potrà proseguire le attività ma che entro tre mesi dovrò installare un ascensore e rimediare a tutte le carene ravvisate, i NAS hanno riscontrato una serie davvero lunga di anomalie. Inotre entro dopodomani dovranno essere trasferiti in altri impianti omologhi i sei anziani risultati in sovrannumero. In un altro documento il Comune specifica di aver comminato una multa 1000 euro, in un primo momento fissata a 5mila euro ma alla fine ridotta. Scelte morbide se si considera che è lo stesso ente a scrivere che la struttura in questione aveva già violato la carta dei servizi, nel 2019.”A questo punto – commenta l’attivista Alessandro Cannavacciuolo – mi chiedo perché il Comune abbia rilasciato i permessi. Chi doveva controllare ma non l’ha fatto ? Il problema è che qui le strutture private di assistenza sono quasi tutte molto carenti”.

(fonte foto: rete internet)