Accoltellato a 17 anni dopo una lite tra giovani: stava parlando della ex dell’altro

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Un diciassettenne è stato ferito al termine di una lite nella centrale Galleria Umberto, a Napoli. Portato in ospedale è in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Nella tarda serata di sabato i Carabinieri della stazione Napoli Chiaia sono intervenuti- allertati dal 112 – nell’ospedale Pellegrini per un 17enne ferito. Da una prima sommaria ricostruzione ancora da verificare pare che i fatti siano avvenuti poco prima all’interno della Galleria Umberto I.

Il giovane, napoletano, incensurato, mentre era in compagnia di suoi amici sarebbe stato avvicinato da un altro gruppo di coetanei. Una parola tira l’altra e da lì sarebbe nata la zuffa. A quel punto da uno dei presenti sarebbero partiti diversi fendenti che hanno colpito il 17enne. Il giovane è fuggito via e ha trovato rifugio a Piazza Trieste e Trento grazie a un’autoambulanza che ha trasferito la vittima nel pronto soccorso del Pellegrini. Al 17enne – ricoverato in prognosi riservata non in pericolo di vita – una diagnosi che parla di “ferita da punta e taglio all’emitorace desto, ferita da punta e taglio. alla regione dorsale sinistra, presenza di ferita da punta e taglio in regione anteriore coscia destra anteriore”.

La vittima dell’aggressione – raggiunto da quattro fendenti – ha cercato di mettersi in salvo arrivando a piazza Trieste e Trento dove è stato soccorso dalla polizia municipale e portato all’ospedale Pellegrini. Ricoverato in prognosi riservata non è in pericolo di vita ma resta in osservazione perché una delle coltellate ha sfiorato il fegato. La madre della vittima ha scritto al deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ieri si è recato al Vecchio Pellegrini per incontrare i familiari.

“Un episodio gravissimo – osserva Borrelli – accaduto proprio a pochi metri di distanza da dove fu ucciso Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista 24enne colpito a morte da un proiettile all’esterno di un pub esploso da un criminale. Adesso come allora alla base dell’aggressione futili motivi. Per Giò Giò uno scooter parcheggiato male, adesso una semplice chiacchierata con due amiche che diventa motivo per estrarre un coltello e colpire un coetaneo. Da tempo denunciamo che piazza Municipio e l’intero centro della città, in particolare la Galleria Umberto I, sono fuori controllo, in balìa di gruppi di giovanissimi armati e pronti a sparare o accoltellare per uno sguardo o una parola di troppo. Un’emergenza sottovalutata da molti per la quale torno a chiedere misure straordinarie in termini di controlli e presenza sul territorio delle forze dell’ordine. Non è più tollerabile la conta dei feriti, e alcune volte delle vittime, nei fine settimana di movida in questa città. Così come è vergognoso che nessuna delle tantissime persone presenti all’aggressione, a partire dai dipendenti dei tanti esercizi commerciali aperti a quell’ora, sia intervenuta per soccorrere il ferito. Le mamme di Napoli non vogliono più tacere davanti a questa deriva e le istituzioni hanno il dovere di ascoltarle”.

“Insieme alla madre del ragazzo – prosegue Borrelli – rivolgo un appello agli otto vigliacchi che hanno accoltellato il ragazzo: costituitevi. Come ogni sabato sera insieme a mio marito ho accompagnato mio figlio a piazza Municipio – ha detto Maria Rosaria Paudice, la madre del ragazzo aggredito e residente a Ponticelli – dove abitualmente si incontra con i suoi amici. L’ho lasciato tranquillo e sereno. Quando mi hanno avvisato che era stato accoltellato ho provato un dolore indescrivibile anche perché mio figlio non è un violento e non è mai stato coinvolto in cose simili. La sua colpa è stata solo quella di essersi fermato a parlare con due amiche che gli chiedevano informazioni sulla scuola guida. Al sopraggiungere dell’ex fidanzato di una delle due, insieme a un gruppo di altri otto ragazzi, è successo il finimondo. E’ assurdo che mio figlio abbia rischiato di morire solo perché stava parlando con due amiche. Cose simili non devono accadere più a nessuno. Adesso voglio solo che mio figlio guarisca presto, sperando che non resti traccia dentro di lui di questa terribile aggressione. Non avrò pace – conclude il suo sfogo – fin quando tutti gli aggressori non saranno assicurati alla giustizia. Ormai gli inquirenti sono sulle loro tracce, farebbero bene a costituirsi”.