Role- play in aula per comprendere la complessità del dialogo tra culture diverse

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    Gli alunni delle scuole medie superiori proseguono il percorso di educazione allo sviluppo. L’ultimo incontro di formazione è stato caratterizzato da un’attività di simulazione: quella dei Derdiani.

    L’ultimo incontro di formazione del Progetto biennale “Educazione allo Sviluppo: strategie territoriali per una sfida globale”, svoltosi il 18 febbraio con uno dei numerosi gruppi classe delle scuole napoletane coinvolte nella formazione rivolta alla conoscenza e alla riflessione sugli otto obiettivi del millennio, è stato caratterizzato da un’attività di simulazione, quella dei Derdiani, una popolazione indigena a grande necessità di sviluppo, che si incontra con un gruppo di ingegneri che hanno il compito di costruire sul loro territorio un ponte.

    La simulazione aveva l’obiettivo di far comprendere le difficoltà di comunicazione e relazione tra culture diverse. I Derdiani, infatti, hanno tradizioni e modalità di rapportarsi all’altro molto diverse dalle nostre: non parlano senza stare a contatto con altri simili, non fanno una grande distinzione tra il dire sì ed il dire no… in pratica, per i giovani adolescenti della II G del liceo Mercalli non è stato semplice svolgere i ruoli richiesti, né che si trattasse di rivestire quello dei derdiani, né quello degli ingegneri né quello degli osservatori. Soprattutto nella seconda parte dell’incontro le operatrici del Progetto, che hanno sempre lavorato in compresenza con i docenti di classe, in fase di restituzione del lavoro svolto, hanno reso consapevoli i partecipanti dei propri atteggiamenti, evidenziando i differenti punti di vista e fornendo un feedback dei singoli comportamenti secondo le modalità che si sono sviluppate durante a rappresentazione simulata.

    La metodologia messa in campo da Alessia Agrippa e Raffaella Cirillo, le operatrici che fin dal primo incontro hanno mostrato ottime capacità di interazione con i nostri adolescenti ed elevate competenze professionali ha contribuito certamente a stimolare l’apprendimento mediante l’imitazione e l’azione, attraverso l’osservazione e la riflessione sui propri e sugli altrui apprendimenti ed infine sull’analisi dell’intero processo. Il gioco di ruolo ha fatto infatti vivere sulla pelle dei partecipanti lo scontro/incontro di due mondi culturali diversi che devono lavorare allo stesso facendo emergere gli elementi essenziali della comunicazione interculturale sintetizzabili in: ascolto, empatia, flessibilità, non giudizio a priori.

    Tale role-play ha così permesso di far riflettere gli studenti su diverse tematiche. In primo luogo la necessità di un approccio interculturale per il raggiungimento dell’ottavo obiettivo di sviluppo del millennio (una partenariato globale non si può raggiungere senza una collaborazione, cooperazione, confronto tra culture) e in generale per la realizzazione degli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio. In secondo luogo, il gioco ha consentito una riflessione sull’efficacia di progetti/processi di sviluppo calati dall’alto e di conseguenza la poca sostenibilità degli stessi, analizzando e comprendendo l’importanza di promuovere processi di sviluppo in cui i beneficiari siano allo stesso tempo anche attori di quel processo, ovvero la necessità di una cooperazione tra i popoli.

    Il progetto prevede anche per questa seconda annualità un corso di formazione rivolto ai docenti: dopo una prima annualità, infatti, presso la sede universitaria l’Orientale, Palazzo Mediterraneo, che ha richiesto un maggiore impegno orario, durante questo secondo anno, il percorso per i docenti è stato riformulato valorizzando maggiormente l’esperienza svolta nelle aule. Parte delle ore sono state svolte on the job, un ultimo incontro si svolgerà nella prossima settimana presso la sede del CISS di Piazza Bellini e sarà finalizzato ad un debrifing dell’esperienza vissuta nell’ambito del progetto: formazione I anno, laboratori eas, formazione on the job.

    OSSERVATORIO ADOLESCENTI