Un incontro per una strategia occupazionale. Le ipotesi sono al vaglio del Lingotto. La Fim parla di un cambio degli assetti societari di Pomigliano. Intanto l’azienda esclude l’attuazione dei 19 licenziamenti nella newco prima delle elezioni.
Un incontro con i responsabili del Lingotto. Obiettivo: una strategia per evitare i licenziamenti e garantire per anni le giuste tutele occupazionali a tutti gli operai della Fiat di Pomigliano. Magari anche sciogliendo la newco, rivedendo gli attuali assetti societari. L’appello proviene dalla Fim di Napoli, attraverso il suo segretario, Giuseppe Terracciano. Qualche giorno fa Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim per l’auto, aveva lanciato l’idea, tra le altre, di un accorpamento delle due società, la newco Fabbrica Italia e la Fiat Giambattista Vico, che coesistono nello stabilimento della nuova Panda.
“Utilizzare tutti gli strumenti previsti dalle leggi e dai contratti: licenziare non sarà possibile “, auspica Terracciano. Appare impraticabile il licenziamento dei 19 operai iscritti alla Fiom e degli altri 126 discriminati, che dovranno entrare in Fip entro la metà di aprile. Intanto entro la metà di maggio scadrà la procedura di licenziamento avviata per un numero di 19 addetti. Giovanni Sgambati, segretario regionale Uilm, conferma che “ il dialogo con la Fiat continua” e che “ si stanno cercando soluzioni alternative ”. “Il sindacato – aggiunge Luigi Mercogliano, segretario regionale della Fismic – non accetterà tagli, peraltro in una produzione nuova di zecca ”. “ Vedremo se quest’appello possa avere effetto ”, risponde la Fiat, che frena sull’ipotesi dell’attuazione dei tagli entro febbraio: “ Nel clima elettorale riscalderebbe l’ambiente ”.


