Portici. Piazza San Ciro, il MoVimento 5 Stelle: “Fuori dal tunnel”

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I pentastellati contrari alla realizzazione del sottopasso e dei parcheggi interrati della piazza che a loro dire meritava una “progettazione partecipata”

Avevamo ragione ad esprimere la nostra ferma contrarietà alla realizzazione del sottopasso e dei parcheggi interrati di Piazza San Ciro!
Una riqualificazione di Piazza San Ciro, la piazza più importante di Portici, meritava una progettazione partecipata, con il confronto democratico, tra il Comune, i progettisti e la cittadinanza.

La nostra petizione, presentata fin dallo scorso novembre agli organi competenti del Comune di Portici, lo ha sottolineato con chiarezza. Coerenti con il nostro impegno in favore di una differente cultura politica, che coinvolga attivamente i cittadini nelle decisioni che su di essi ricadono, abbiamo chiesto con forza, attraverso la nostra petizione, oltre alla sospensione del progetto per i motivi che vedremo in dettaglio, l’immediata convocazione di un referendum consultivo (come previsto dall’art. 82 dello Statuto Comunale) al fine di consentire ai cittadini di esprimersi in merito ai lavori, e l’attuazione di iniziative tese ad informare dettagliatamente i cittadini sulla tipologia degli stessi e a chiarire gli interessi privati coinvolti nella progettazione, e le eventuali conseguenze e ricadute sul tessuto commerciale della zona.

Per quanto riguarda più specificamente la nostra contrarietà alla realizzazione dell’opera: tenendo conto dell’importanza archeologica dell’area (interessata dal passaggio dell’antica Via Herculea Neapolis-Stabiae), del ritrovamento dell’antica villa romana detta dell’Epitaffio, dei cunicoli borbonici e delle emergenze architettoniche rappresentate dai palazzi storici della zona (il tutto documentato da un’ampia bibliografia costituita da pubblicazioni recenti, come quella del 1997, “Portici Archeologica” del Prof. Archeologo Mario Pagano e pubblicazioni storiche di studiosi come Giuseppe de Luca nel suo “L’Italia meridionale o L’antico reame delle Due Sicilie” del 1860, Raffaelo Mastriani in “Dizionario geografico storico civile del Regno delle due Sicilie ” del 1843) appariva evidente, e fin troppo doveroso, denunciare l’incompatibilità tra un progetto di siffatta natura, invasiva ed interferente con il sottosuolo archeologico.

Dunque la procedura di appalto, ancor prima del criterio di concepimento del progetto, deficita delle modalità di concreta attuazione.
Il Comune, la stazione appaltante, nel rispetto delle leggi (come il testo coordinato del Decreto Legge 26 aprile 2005 n°63, la Legge 109/94 Articoli 25, 31 bis, 38 ecc.) fin dall’inizio, avrebbe dovuto coinvolgere la competente Soprintendenza, al fine di assicurare sia il rispetto di economicità nella procedura, sia l’esercizio di ogni necessaria azione di tutela nell’eventualità di ritrovamenti archeologici, scongiurando il concreto rischio di una configurazione di maggiori oneri, conseguente alla protrazione temporale dell’appalto, nel caso di sospensione dei lavori connessa a ritrovamenti in corso d’opera.

Anche dal punto di vista delle indagini preliminari, con approfonditi studi d’impatto ambientale, e di fattibilità in riferimento all’aspetto geo-archeologico della zona, l’obbligo sarebbe dovuto essere, e resta, agire con la massima scrupolosità e competenza, al fine di evitare inutili scempi con conseguenti danni ambientali e patrimoniali irreversibili.
Oggi cominciano ad emergere i primi problemi progettuali che la neo giunta comunale purtroppo, suo malgrado, ha ereditato dalla precedente, con sensate e legittime ammissioni, riserve, dubbi relativi alla fattibilità del progetto che potrebbero realmente comprometterne la realizzazione.

In attesa di ulteriori sviluppi degli eventi, vigiliamo più di prima, con il nostro “Comitato Osservatorio per la tutela del patrimonio archeologico ed architettonico di Portici”, costituito da cittadini, cittadini-professionisti, cittadini-tecnici ed invitiamo tutti ad una partecipazione ancora più attiva, al fine di vigilare su ogni momento procedurale di questa vicenda. Preservare e valorizzare le risorse ambientali, paesaggistiche e culturali, in un’ottica di conservazione, valorizzazione e sostenibilità, per i porticesi di oggi e di domani…è il nostro obiettivo sensibile!