Dopo il caso del rione Gescal i carabinieri si interrogano sul fenomeno dello spaccio della droga negli strati sociali ormai più a rischio.
Coltivava una piantagione di marijuana nella veranda di casa. Erba allucinogena che cresceva col metodo “olandese”, vale a dire utilizzando potenti sorgenti luminose artificiali per accelerare i processi di crescita delle piante. Una tecnica che consentiva allo spacciatore di tenere l’attività illegale lontana da occhi indiscreti. Ma qualche sera fa i carabinieri della stazione di Pomigliano, diretti dal maresciallo Michele Membrino, si sono insospettiti alzando semplicemente la testa. Dall’ultimo piano di un palazzo del rione Gescal trasparivano i riflessi di luci molto potenti. Riflessi che si propagavano attraverso le piccole feritoie lasciate da una protezione di cartone attaccato ai vetri della veranda di un appartamento.
Dopo l’irruzione nell’alloggio i militari si sono subito accorti che quel cartone era stato piazzato da Carmine De Falco, 37 anni, di Pomigliano, per coprire una piantagione di oltre cento piante di marijuana, divenute altre più di un metro e venti grazie alla luce sparata da apposite sorgenti luminose. Un metodo di coltivazione artificiale divenuto famoso in Olanda, dove il clima impietoso e le normative favorevoli alla liberalizzazione delle droghe hanno fatto proliferare la cannabis fatta in casa. Qui però siamo in Italia e De Falco ora si trova a Poggioreale.
I suoi anziani genitori, che vivono nella casa dove l’uomo coltivava l’erba allucinogena, sono rimasti attoniti, non hanno saputo dare alcuna risposta ai carabinieri. Dopo la perquisizione domiciliare i militari hanno sequestrato tutte le piante, per un valore complessivo di circa 80mila euro. La marijuana portata via sarà distrutta. Nel frattempo proseguono le indagini del maresciallo Membrino. La situazione economica e la crescente disoccupazione stanno inducendo sempre più persone a darsi ai traffici illeciti, coltivazione di cannabis inclusa.