Pmi, incentivi per risparmiare sui costi aziendali

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Un convegno sul riscatto delle piccole imprese, che passa per la richiesta di incentivi di cui spesso non si fa neppure richiesta. All’Hotel I Gigli di Nola, la Pubblica Amministrazione si riscopre alleata degli imprenditori.

 Crisi che affonda le aziende, piccoli e medi imprenditori che sull’orlo del collasso scelgono la strada del fallimento come unica via d’uscita, fino ad arrivare, nei casi più gravi, in cui le entrate non bastano neppure a coprire le uscite e quel lavoro fonte di vita si trasforma nel killer più spietato.

Ma lo scenario è davvero così apocalittico? Spesso la capacità di mettersi in gioco soccombe di fronte al più scontato desiderio di piangersi addosso, ed in situazioni del genere la disinformazione diventa il nemico numero uno di imprenditori che non riescono neppure ad usufruire dei diversi incentivi messi loro a disposizione per agevolare la propria attività. Incentivi quali lo OT.24, un’incognita per molti, ma che potrebbe diventare un vero e proprio "salvavita" per tante piccole imprese, se solo ne venisse fatta richiesta.

A spiegarlo nel corso del workshop "La Formazione per le aziende a Km zero" promosso dall’Associazione Datoriale PMI Italia International e tenutosi all’Hotel i Gigli di Nola lunedì 18 novembre, il direttore regionale dell’Inail Campania Emidio Silenzi che, stravolgendo lo stereotipo del dirigente burbero e poco propenso all’interazione con il pubblico, si è messo dalla parte degli imprenditori, interpretando le loro esigenze e dimostrando che, al contrario di quanto si pensa, la Pubblica Amministrazione può diventare un’ottima alleata delle aziende.

«L’Inail è un ente che sta dalla parte dei clienti», ha esordito Silenzi, spiegando che i clienti per la Pubblica Amministrazione sono le imprese e i lavoratori. «Le imprese sono importanti perché pagano dei premi all’Inail», ha continuato il direttore dell’Inail Campania, «i lavoratori lo sono ugualmente perché spesso subiscono lesioni e quindi bisogna contribuire a riportarli nel mondo del lavoro. Cosa si può fare per le aziende? Per le aziende l’Inail ha fatto degli investimenti sulla prevenzione dal valore di 2 milioni di euro, ottenendo un ritorno di 3300 infortuni in meno in due anni, assicurandosi un risparmio di ben 5milioni di euro. Lo Ot 24, oscillazione tasso art.24 previsto dal dm del 2000 ha introdotto incentivi per le aziende che investono in prevenzione.

Il Dm 12/12/2010 ha introdotto sconti anche per le piccole aziende, che ammontano al 30% per quelle che dispongono di 10 dipendenti, fino ad arrivare al 7% per le gradi imprese che contano oltre 500 dipendenti ». Cifre notevoli che potrebbero garantire vere e proprie boccate d’ossigeno a datori di lavoro che spesso arrancano, brancolando nel buio. Ma quali sono i requisiti per poter ottenere tale sconto? Silenzi lo spiega egregiamente. Oltre alle disposizioni di legge, le imprese devono dotarsi di un sistema di gestione della sicurezza adeguato. «Spendere per poi guadagnare», ha chiosato il direttore dell’Inail Campania, invitando gli imprenditori a investire in sicurezza per assicurare la prevenzione sul lavoro, che renderà più semplice l’ottenimento degli sconti previsti dall’OT24.

A prendere poi la parola il consulente del lavoro Gaetano Casillo, che calandosi nei panni del piccolo imprenditore, ha spiegato come spesso la mancata richiesta di incentivi sia motivata dallo "spavento" legato ad una probabile ripercussione della la Pubblica Amministrazione." In realtà le aziende hanno bisogno di trattare i costi e l’Inail in quiesto momento dà questa possibilità, garantendo un’ottimizzazione dell’attività della sicurezza, l’unica percorribile in questo momentoà» ha concluso Casillo.

Oltre allo spavento, a frenare gli imprenditori nella richiesta di incentivi è la scarsa informazione, che li tiene all’oscuro di opportunità interessanti, come quella dell’autofinanziamento ottenibile attraverso quel famoso"030", di cui ha parlato invece la dott.ssa Nunzia Onesti. «Il Consorzio Uniforma che io rappresento – ha dichiarato Onesti – gestisce attraverso i versamenti fatti all’inail lo 030 che è molto utile perché ritorna alle imprese sottoforma di formazione professionale ecc.. Da dove arrivano i fondi? I fondi arrivano dalle nostre stesse risorse. Le imprese che versano i contributi all’Inps non sanno che una parte dei contributi, lo 030, può ritornarle se vincolate ad un fondo interprofessionale sottoforma di formazione professionale. Altrimenti il fondo viene destinato alla Regione che dovrebbe poi restituire questo contribuito attraverso la legge 236 del ’93 ».

«Attraverso questi meccanismi di redistribuzione della ricchezza – ha concluso Onesti – l’imprenditore quindi si sente incentivato ad andare avanti». Il dott. Cicalese nel suo intervento ha spiegato il perché dell’inutilizzo di gran parte dei fondi delle imprese. «Ad incidere sono la scarsa informazione di imprenditori spesso formati professionalmente ma non culturalmente, l’incapacità dei consulenti di poter informare correttamente le imprese e le istituzioni. Basti pensare alle misure previste per il turismo nella Regione Campania che sono inutilizzate dal 2008».

«Per il futuro – ha concluso Cicalese – posso dire tra le altre cose che gli incentivi per i giovani andranno avanti per il 2014 e avranno copertura finanziaria fino al 2015. Purtroppo le banche italiane che dovrebbero finanziare le imprese hanno pochi soldi. Per questo motivo Pmi ha stretto un accordo con un gruppo italo svizzero che attraverso una banca operativa in Italia, tra dicembre e gennaio sarà operativa al Centro Sud e sarà destinata soprattutto alle imprese che vogliano investire nella propria attività».

A conclusione dell’incontro, l’intervento del Professore Fagnito che ha analizzato le crepe di un sistema, che vede due mondi opposti «quello della politica e del mondo del lavoro che camminano su due linee parallele senza mai incontrarsi». «Il problema è che il sistema politico è autoreferenziale – ha spiegato Fagnito – non è interessato ai veri problemi delle aziende. Aziende che in Italia stanno per essere vendute sempre più spesso ai mercati esteri. C’è quindi una difficoltà di carattere generale che la politica non vuole guardare. Un altro problema riguarda il sistema bancario, che non garantisce alle aziende i finanziamenti necessari per portare avanti la propria attività».

«Altra nota dolente il malfunzionamento della scuola, che vede studenti analfabeti e docenti che non vogliono essere valutati – chiosa concludendo il prof. universitario – La progressione avviene per anzianità e non per merito. Ed è proprio questo il buco nero dell’Italia: la mancanza di una cultura di valutazione. Le imprese devono acquisire questa cultura, oggi fare formazione significa fare una buona formazione, anche nel mondo del lavoro. Per fortuna diceva Socrate"il mondo va a rotoli", ma l’Italia è un paese fortunato e il mio augurio è che prima o poi nel Belpaese torni a splendere il sole».