PROGETTO SCUOLE APERTE. UN FILM, IL SILENZIO, UN FIUME DI PAROLE

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    “Il bambino con il pigiama a righe” e lo sguardo verso l”altrove. Un film per riflettere sui “razzismi” dei nostri tempi.
    Di Annamaria Franzoni

    Prosegue con grande successo il percorso progettuale “Uno sguardo verso l”altrove”, presso il Liceo Mercalli di Napoli e si rivelano sempre più intense e profonde le emozioni che i nostri giovani spettatori lanciano nello spazio della parola che segue alla visione del film del Mercoledì.

    È stata la volta dello splendido film “Il bambino con il pigiama a righe” a mettere in campo riflessioni significative su quello che è stato considerato il primo sterminio della “barbarie tecno-burocratica moderna”: dopo un silenzio denso di significati, infatti, i ragazzi hanno riversato nel “cerchio” il loro profondo risentimento contro quella che si può definire la più grande industria della morte di vittime innocenti e inconsapevoli.

    La scena finale che vede Bruno, il figlio dell”ufficiale nazista morire stringendo la manina di Shumuel, il suo amico ebreo, ha lasciato tutti senza fiato: quando poi si è riusciti a far venir fuori le parole , esse sono divenute un fiume irrefrenabile di rabbia, rifiuto, accuse, ma anche attenzione alla condizione di carnefice/vittima di alcuni personaggi della storia trascinati in una sorta di vortice della violenza nella quale molti di essi sono stati schiacciati.

    Come possono avverarsi eventi così sconvolgenti? Come può la mente umana concepire una tale barbarie? Perchè gli adulti non vedono l”Altro così come i bambini? Come può verificarsi che il processo di civilizzazione dei popoli di tanto in tanto si interrompa per fare spazio ad assassini di massa, ma soprattutto come può accadere che la follia di alcuni invada la mente di molti?

    Questi ed altri quesiti sono esplosi nel corso del circle time (foto) e alcune risposte sono venute dalla ricostruzione dello sterminio conosciuta nell”ambito del nostro stesso percorso dai Freedom writers: è così emerso il ruolo della stampa, della diffusione di certa pubblicità falsa e tendenziosa, di un indottrinamento operato da sostenitori di una cultura di parte che influenza lentamente, ma in modo massiccio le menti più o meno giovani. In particolare uno dei ragazzi ha fatto riferimento all”esperienza del docente di un liceo californiano , ambientato negli anni “60 , protagonista del film “L”onda” a cui sfugge di mano la situazione dell”esperimento didattico attraverso il quale vuole spiegare la nascita delle dittature e si trova a dover arginare una fazione nazista da lui stesso creata.

    Il nostro piccolo Bruno,invece, passando dall”innocenza beata di un bambino di otto anni alla consapevolezza tragica del mondo che lo circondava, ha cercato fino alla fine di non credere che suo padre , che egli amava profondamente, potesse essere a capo di siffatti crimini: smonta tale immagine, per lui inaccettabile, sia dopo il filmato sui campi di concentramento sia quando rassicura Shumuel, protagonista di una realtà parallela aldilà di un filo spinato, nel cammino verso camera a gas affidando le sue ultime parole alla speranza di salvezza.

    Le riflessioni dei nostri ragazzi hanno, infine, trovato un ampio ed interessante approccio alla situazione attuale e ai “razzismi” dei nostri tempi: la violenza sulle categorie fragili, la differenza di giudizio, in riferimento alle stesse colpe compiute da italiani o stranieri, gruppi nascenti di gang razziste, aspirazioni a White Christmas, ipotesi di rilevazione delle impronte dei bambini rom, classi per soli stranieri e tant” altro sono per i nostri ragazzi un campanello d”allarme del quale tener conto per realizzare con forza la diffusione di una legalità interculturale concreta che non scardini il senso di sguardo verso un altrove ampio e che possa essere il vero segno di civiltà e democrazia.