PILLOLE DI STORIA. I FAVOLOSI ANNI “60

    0
    719

    Nonostante le mille contraddizioni, l”Italia cresce, aumentano il reddito e i consumi. Tra il 1960 e il 1969 viene inaugurata una stagione di riforme fenomenali.
    Di Ciro Raia

    Nel paese, che è cresciuto troppo in fretta e in modo non armonico, si manifestano le prime difficoltà. Molte zone del centro sud nemmeno sono sfiorate dal boom economico; gli organi statali non sono in grado di far fronte ai compiti richiesti.
    L”intesa politica tra le forze cattoliche e quelle socialiste (i comunisticontinuano ad essere tenuti lontani per la loro “diversità” politica) inaugura una stagione di riforme. Nel 1962 sono varate la nazionalizzazione dell”energia elettrica, la riforma della scuola dell”obbligo e la nascita della scuola media unificata. Tutti i cittadini sono tenuti a frequentare la scuola sino al compimento del 14° anno d”età; il corso di studi è uguale per tutti, in quanto sono eliminate le classi differenziali e quelle d”avviamento professionale. Agli alunni delle elementari, poi, sono distribuiti gratuitamente i libri di testo. Nel pacchetto riformatore è inserita anche una norma che riduce la censura sulle opere teatrali.
    Nel 1963 è istituito l”assegno di studio universitario, che garantisce l”accesso agli atenei agli appartenenti alle classi meno abbienti.
    Qualche anno dopo, nel 1966, è approvata, invece, la legge sulla giusta causa per i licenziamenti. La nuova norma prevede che le aziende con più di 35 dipendenti non possano licenziare se non con giustificato motivo, previo avviso (sessanta giorni prima) al lavoratore. Ma la novità più importante risiede nel fatto che nessun lavoratore rischia più di perdere il posto per motivi politici, sindacali o religiosi.Precedentemente era stato riconosciuto il divieto di licenziare le lavoratrici, prima e dopo il parto.
    Nel 1969 è riconosciuta, quindi, la pensione sociale agli ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito. Una crescita abnorme, però, si ha nel riconoscimento delle pensioni per invalidità.
    Il miglioramento economico dei lavoratori e l”incremento del reddito netto di ogni cittadino (£.535.300 nel 1962, £.584.800 nel 1965, £.692.500 nel 1968) consentono, ovviamente, un aumento dei consumi. A metà degli anni “60 crescono in numero vertiginoso i proprietari delle auto e degli apparecchi televisivi: cinque milioni le auto nel 1965, 6 milioni nel 1966 e 7 nel 1967. Gli apparecchi televisivi, invece, sono in numero di 6.855.298 nel 1966, 7.685.959 nel 1967 e ben 8.346.641 nel 1968. L”apparecchio televisivo, spesso pagato con rate superiori a quelle di un”abitazione, rivoluziona i costumi culturali, perchè entra in tutte le case, anche le più povere.
    Nel 1961 la televisione dà l”avvio alle trasmissioni anche del 2° programma e, nel 1969, riesce a coprire il 90% del territorio nazionale. Contemporaneamente, poi, i programmi televisivi cominciano ad abbracciare anche fasce non rigidamente serali: è possibile, così, seguire trasmissioni dalle 12,30 alle 14 insieme ad un nuovo telegiornale, che rende immediatamente percepibili gli avvenimenti quotidiani. Tutti gli italiani possono vivere, così, in diretta l”alluvione di Firenze (3 novembre 1966) e la discesa del primo uomo sulla luna (21 luglio 1969).
    La televisione consente anche una maggiore comprensione degli avvenimenti politici. È del 1960, infatti, l”avvio di Tribuna elettorale (foto), il programma che permette ai telespettatori di avere un contatto ravvicinato con i maggiori esponenti dei partiti politici italiani. Tra i conduttori delle Tribune elettorali diventano famosissimi i nomi di Jader Jacobelli e Ugo Zatterin.
    Molto seguita è anche la trasmissione –in fascia preserale- Non è mai troppo tardi, condotta dal maestro Alberto Manzi, che impartisce delle vere e proprie lezioni “televisive”, consentendo così l”ampliamento di una iniziale alfabetizzazione per molti telespettatori analfabeti. La trasmissione di Manzi colleziona la bellezza di 484 puntate, ogni settimana, dal lunedì al venerdì, dal novembre del 1960 a tutto il 1968.
    Un”altra trasmissione, Telescuola, condotta dal maestro Enrico Accattino, va in onda dal 1958 al 1966. il programma, che riesce a fare 4 milioni di ascolto giornaliero, è diretto a favorire il completamento degli studi ai ragazzi, in età dell”obbligo, residenti in località ancora prive di scuole.
    (Fonte foto: Rai, RadioTelevisione Italiana)