PILLOLE DI “900. IL FASCISMO SI APPROPRIA DEI SUCCESSI DELL’ITALIA

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    Tra il 1933 ed il 1939, l”Italia sportiva, quella delle lettere, delle scienze, si afferma riportando successi e meritando riconoscimenti internazionali. In nuovo Papa è Pio XII.
    Di Ciro Raia

    Il regime fascista sfrutta essenzialmente lo sport come camera di risonanza e strumento di pubblicità. Mussolini, rivolgendosi ad un gruppo di sportivi, afferma: “Ricordatevi che quando vi misurate in terra straniera, è ai vostri muscoli e soprattutto alle vostre virtù morali che sono affidati l”onore e il prestigio sportivi della nazione”.

    Due nomi di atleti si affermano su tutti: Primo Carnera e Tazio Nuvolari. Il primo –vincitore di un titolo mondiale dei pesi massimi, nel 1933, è un pugile senza tecnica ma di grande potenza; il secondo, il leggendario “Nivola”, è un pilota d”automobili, trionfatore della Mille Miglia e di un centinaio di gare su circuito.
    Nel ciclismo, particolarmente prestigiosi sono i titoli di campione del mondo, conquistati da Learco Guerra nel 1931 e la vittoria, nel 1938, di Gino Bartali al Tour de France, che si merita un”intera pagina de La Gazzetta dello sport: “Un comandamento dell”Italia del Duce: VINCERE. Bartali , campione della Legnano, ha obbedito!”.

    Nel campionato di calcio la Juventus inaugura un quinquennio di vittorie (1931-1935), poi, interrotto dai primati del Bologna, lo squadrone, che tremare il mondo fa”. Ma, nel calcio, di grande rilievo sono soprattutto le vittorie della nazionale italiana, che si laurea campione del mondo, nel 1934 e nel 1938 (foto). La finale del 1934 si gioca a Roma, contro la Cecoslovacchia e finisce 2 a 1 per gli azzurri. È un tripudio sportivo e di propaganda fascista. La formazione italiana, allenata da Vittorio Pozzo, solito galvanizzare i suoi giocatori, facendo suonare negli spogliatoi “La canzone del Piave”, schiera: Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi. La finale del 1938 si gioca, invece, a Parigi: la squadra avversaria è quella dell”Ungheria, che è sconfitta per 4 a 2. L”allenatore italiano è sempre Vittorio Pozzo.

    Ai giochi olimpici di Los Angeles, nel 1932, l”Italia vince 12 medaglie d”oro, 12 d”argento e 11 di bronzo: risulta, per numero di medaglie, la seconda squadra del mondo, con un trionfo per i ginnasti, per Luigi Beccali –vincitore dei 1.500 metri- e per i ciclisti Olmo e Pavesi. Agli XI giochi olimpici di Berlino, invece, nel 1936, l”Italia si aggiudica 8 medaglie d”oro, 9 d”argento e 5 di bronzo. Ondina Valla, medaglia d”oro sugli 80 metri a ostacoli, batte anche il primato mondiale.
    Nel mondo delle arti sorgono molte stelle. Sui palcoscenici dei teatri di varietà si impone la bravura di un giovane attore, Vittorio De Sica, mentre, eseguendo una musica che poco piace al fascismo, emerge l”orchestra di Gorni Kramer, che suona brani al ritmo di jazz, swing, be pop.

    Il Nobel premia, a distanza di pochi anni l”uno dall”altro, due italiani: Luigi Pirandello, nel 1934, per i suoi meriti letterari ed Enrico Fermi, nel 1938, per i suoi studi sulla Fisica. Dopo aver ritirato il premio a Stoccolma, lo scienziato prosegue per gli USA. Fermi, infatti, è costretto a lasciare l”Italia, perchè la moglie ebrea è colpita dalle leggi razziali.

    Nelle lettere si affermano i nome di Corrado Alvaro (Gente in Aspromonte), Ignazio Silone (Fontamara), Elio Vittorini (Il garofano rosso), Cesare Zavattini (Parliamo tanto di me), Alfonso Gatto (Isola), Aldo Palazzeschi (Le sorelle Materassi), Mario Soldati (America primo amore), Riccardo Bacchelli (Il Mulino del Po). Ferdinando Loffredo pubblica un libro –”La politica della famiglia”- in cui è racchiuso il punto di vista fascista rispetto al ruolo della donna, che è considerata “un essere inferiore, meno intelligente dell”uomo, per niente adatta allo studio o al lavoro che la mascolinizza, la rende sterile, danneggiando la stirpe”.

    Tra i giornalini, al “Corriere dei piccoli”, si aggiungono Rin Tin Tin e l”Intrepido. Nascono due nuove riviste: Tempo Illustrato e Oggi.
    Ma qualcosa comincia a cambiare. Mussolini decide di appoggiare la guerra, che il generale ribelle spagnolo, Francisco Franco, combatte contro il governo repubblicano del suo paese, inviando sul suolo iberico circa 50.000 soldati “volontari” E sullo stesso suolo combattono anche 5.000 italiani, antifascisti, arruolati nelle brigate internazionali. Successivamente, poi, il duce, nel 1939, dà ordine di invadere l”Albania. È a questo punto che la Chiesa dà segni di insofferenza nei confronti del regime fascista.

    Nello stesso 1939, infatti, nel discorso del decennale dell”approvazione del Concordato, Pio XI è deciso a criticare duramente il fascismo; la sua intenzione, però, non ha seguito, perchè, improvvisamente, muore. A succedergli è eletto il cardinale Eugenio Pacelli, che prende il nome di Pio XII. Pacelli è stato, per anni, nunzio apostolico a Berlino ed ha maturato una grande avversione alla politica dittatoriale di Hitler.

    DEDICATO A TAZIO NUVOLARI