Questa settimana, la rubrica di Silvano Forcillo, si occupa della difficoltà di interagire con gli altri, e del perchè prevalgono rapporti rabbiosi e distruttivi, anche nella relazione con i figli.
Rispondo ponendomi la domanda, da un altro punto di vista: “:perchè le persone che si amano, per esempio due innamorati, non urlano, ma parlano soavemente, o sussurrano ciò che desiderano dirsi e, in molti casi, non hanno neanche bisogno di parlare, o sussurrare, ma semplicemente guardarsi negli occhi”?
Le persone che amano o che vivono, secondo il proprio modo di sentire e che si fanno guidare unicamente dal “cuore” non urlano, perchè non sono schiave dei fatti, delle situazioni, degli avvenimenti, dei problemi, o degli altri, nè ritengono che tutte queste cose siano più importanti di se stessi, della propria vita, dei propri affetti e delle proprie potenzialità. Le persone che scelgono di essere in contatto, con il proprio mondo interiore, con i propri sentimenti e le proprie emozioni non sperimentano gli effetti deleteri e devastanti della “rabbia” e sapranno facilmente vincere il bisogno irrefrenabile di doverla scaricare sugli altri per liberarsene.
Tutti sanno che si grida contro un”altra persona quando si è arrabbiati, perchè quando si è arrabbiati, si è lontano dal proprio cuore e dal “cuore dell”altro”. Lontano dal cuore si è vicino solo alla propria mente e alla “mente dell”altro” e i rapporti e le relazioni del tipo “mente-mente”, sono rapporti superficiali, rabbiosi e distruttivi. Per questo motivo i genitori urlano ai figli piuttosto che, parlare o condividere con loro, oggi è così, oggi fanno tutti così: i genitori parlano e urlano ai figli, i docenti parlano e urlano agli alunni, gli adulti parlano e urlano ai giovani, i preti parlano, ammoniscono e urlano ai fedeli, i politici parlano, mentono e urlano agli elettori. Tutti sono in preda al fare, all”agire, al capire, al consumare e nevroticamente gestire e controllare la propria vita e quella degli altri.
Bisogna ritornare al più presto a parlare “con gli altri” e non più “agli altri”: i genitori devono parlare con i figli, i docenti devono parlare con gli alunni, gli adulti devono parlare con i giovani, i preti devono parlare con i fedeli, i politici devono parlare con gli elettori, senza più urlare, aggredire, nè gestire, controllare o comandare. Bisogna ritornare a scuola, bisogna che, soprattutto, i genitori e i docenti ritornino a scuola per imparare di nuovo a comunicare e imparare a parlare e comunicare “con” e non più “a”.
I genitori e i docenti dovranno imparare ad acquisire imprescindibili e inderogabili competenze e abilità per potere svolgere al meglio il difficilissimo compito di educare, istruire e far crescere, nel pieno e completo sviluppo psicofisico, gli adolescenti loro affidati: rispetto, ascolto, sensibilità attenzione, interesse, congruenza ed empatia per la Persona. Non è esattamente facile interagire efficacemente con gli altri nei rapporti interpersonali rispettando il proprio sentire e le proprie emozioni, io stesso, in quanto genitore di 5 figli, 28, 25, 12, 8, 2 , mi trovo, spesso, a fare i conti con il frenetico e nevrotico ritmo che ci impone la vita odierna e che ci sbatte di fronte a tantissime preoccupazioni, a cose da pensare e da fare allontanandoci inesorabilmente dal nostro amare, sentire e comprendere.
Bisogna prestare molta più attenzione alla nostra dimensione sensibile ed interiore, occorre imparare ad ascoltare, anche la nostra rabbia, specie nei momenti difficili e, nei momenti in cui si è persa la calma. È dietro la rabbia, infatti, che si celano i nostri più profondi, veri, sinceri e personali sentimenti, che preferiamo nascondere a noi stessi e all”altro, con urla, aggressione e cattiveria. Per questo motivo l”ASPU ha voluto creare, per prima in Italia e in Europa la “Scuola di formazione permanente per Genitori”, perchè si possa diventare il “Genitore desiderato e amato dai propri figli”.
Genitore non si nasce, s”impara a diventarlo così, come s”impara a leggere, a scrivere e a fare tante altre cose, pertanto, se si vuole fare il genitore in modo efficace, sereno e positivo, si dovrà andare a scuola e, soprattutto, per imparare a non urlare più, a non aggredire e avvilire la personalità e la vita dei propri figli.
(Fonte foto: Rete Internet)
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