La teoria esposta nel titolo è di un assessore della Regione Sicilia che, ovviamente, si riferisce alla mafia. Ma noi, che crediamo nella cicogna, siamo convinti che quel che vale per la mafia valga anche per la camorra.
Caro Direttore,
un mio parente, molto simpatico e molto maneggione, sostiene che io nella vita ho sbagliato tutto. Perchè, innanzitutto, non sono mai riuscito a capire in tempo dove soffiasse il vento (politico, si intende!); quindi, perchè ho insistito a fidarmi di persone di principio e di sani principi, ma lontani dal potere; infine, perchè sono stato sordo al richiamo (malia) del sangue e non gli sono mai stato di conforto nella sua dipendenza dai ruoli dominanti.
Quel mio parente, molto simpatico e molto maneggione, sostiene anche –quando mi lascio coinvolgere, mio malgrado, nella discussione sugli ultimi fatti d”attualità- che le mediazioni ci sono sempre state e sono state sempre pagate, “sin dalla nascita del mondo, dal tempo dei Romani”. E sì, perchè, avendo egli frequentato una buona scuola (è anche laureato), è certo di poter affermare che il mondo nasce con la storia di Roma, si sviluppa nel medioevo ed arriva ai giorni nostri. Tra poco, forse, mi convincerò di questa scansione temporale della storia.
E non solo per come questa materia si insegna a scuola; ma perchè, ormai, tutti, ma proprio tutti, son convinti di poter presentare le loro sintesi storiche e su di esse intendono anche ragionare. Così che un altro mio carissimo amico, volendomi spiegare la storia della musica popolare, mi istruisce sempre sulle origini nell”antica Grecia, che passano attraverso i Borbone (ma egli dice, ovviamente, Borboni) ed arrivano sino a giorni nostri. Non c”è bisogno, purtroppo, dei tagli della Gelmini, per far diventare le persone dei bignami viventi!
Quel mio parente, molto simpatico e molto maneggione, ha avuto un passato politico da democristiano, anche se i suoi genitori avevano marcate simpatie monarchiche, dopo averne avute anche mussoliniane. Si è lasciato, quindi, ammaliare dalle sirene di un granitico partito comunista. Guai, a quel tempo, ad affrontare l”argomento “destra”! Per lui esisteva solo ed unicamente la “sinistra”. Poi, dopo la diaspora comunista seguita alla caduta del Muro di Berlino, si è ritagliato una nicchia nel club dei “compagni pentiti”, che migrarono, piano piano, verso l”allora astro nascente della nuova destra, il cavaliere Berlusconi.
Al primo accenno di tentennamento dell”onnipotenza di Arcore, si è avvicinato (indeciso sulle sorti del Pd) a una piccola formazione inchiavardata nel centro di un cosiddetto “centro-sinistra”. Oggi, a conclusione delle sue sofferte scelte, esibisce i galloni di capitano di ventura nella destra di un cosiddetto “centro-destra”.
“Io saluto con deferenza ogni giorno personaggi di questa città che sono affiliati a cosche segrete e occupano posizioni di grande rilievo nell”amministrazione dello Stato. Ho lavorato con un questore che era incaricato del traffico di stupefacenti e che apparteneva all”organizzazione del grande spaccio. E non credere che ne facesse un mistero eccessivo o si sentisse male se a guardarlo c”era qualcuno come me che lo sapeva”. (Vittorino Andreoli, “Il Corruttore”, Rizzoli, 2009).
Caro Direttore, quel mio parente, molto simpatico e molto maneggione, è una persona rispettata e onorata; per lui si aprono le porte e i gabinetti (ministeriali). Giustificò, diciotto anni fa, Mario Chiesa; ha giustificato, negli anni, i tanti altri Mario Chiesa (lombardi, campani, vesuviani); oggi, assolve, come ovvio, gli innumerevoli Mirko Pennisi (lombardi, campani, vesuviani), per assolvere sè stesso!
Intanto, se si prescinde dalla capa tosta di quanti la pensano diversamente (io, fra questi) e, perciò, non hanno cittadinanza in questo paese o, comunque, sono esclusi dal suo futuro, una ragione della maledizione che incombe sulla nostra terra ci deve pure essere.
E, finalmente, qualcuno sembra sia riuscito anche ad individuare l”origine di questa calamità. Il professore universitario Mario Centorrino, iscritto al Pd e assessore alla Formazione della Regione Sicilia, agli Stati Generali dell”Autonomia (fonte Ansa del 13 febbraio 2010), ha svelato l”antidoto perchè la sfortunata isola si possa sottrarre al maleficio di una contaminazione mafiosa ed al luogo comune della malapolitica: “Non leggete più Camilleri, Tomasi di Lampedusa o Sciascia; portano sfiga; nei confronti della Sicilia c”è bisogno solo di ottimismo!”.
Caro Direttore, mi obietterai che la madre degli ignoranti (come quella dei furbi o degli imbecilli) è sempre incinta. Però, se all”analisi-Centorrino “socio-letteraria” arridesse il successo, avremmo trovato –per analogia- l”origine dei veri mali della Campania.
E non sarebbe sorprendente se un politico delle nostre parti – magari anche quel mio parente, molto simpatico e molto maneggione- innalzasse un inno all”ottimismo e invocasse l”ostracismo per, che so, Ferrandino, Compagnone, Ortese (tanto per citarne alcuni).
Immagina quanto sfortuna abbia potuto portare alla “Campania infelix” Ermenegildo Coppola, capo delle supplicanti di San Gennaro, (G. Ferrandino, “Pericle il nero”, Adelphi, 1998); oppure Arturo Licastro, che quando ritorna dal suo lavoro notturno e fa per aprire il portone di casa, alcuni suoi nemici gli piombano addosso e infuriano a morte con mazze d”acciaio, catene e pugni di ferro, (L. Compagnone, “Città di mare con abitanti”, Rusconi, 1973); o anche Anastasia Finizio, la figlia di uno dei primi parrucchieri di Chiaia, da sempre invaghita, invano, di Antonio Laurano (A.M. Ortese, “Il mare non bagna Napoli”, Vallecchi, 1967).
Ma così vanno le cose, purtroppo. Le uniche passioni condivise in questo nostro paese sembrano essere quelle dell”assurdo, dell”illogico, dell”irrazionale. Passioni che, spesso, diventano addirittura virtù e non sono nemmeno vietate dalla legge. Anche se, come si dice? “Quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor” (Il pudore spesso vieta che si faccia ciò che la legge non proibisce).
(Fonte foto: Rete Internet)
PENSARE ITALIANO