IL VOTO EUROPEO, QUELLO ITALIANO E :SANT”AGOSTINO

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    Oggetto della riflessione di questa settimana i risultati del 6 e 7 giugno scorsi e le incertezze che ne scaturiscono.
    Di don Aniello Tortora

    Tenterò questa settimana di fare qualche riflessione sui risultati del 6/7 giugno. Per quanto riguarda l”Europa il risultato è di una chiarezza estrema: la vecchia Europa va a destra. Questo non solo perchè mantengono le loro posizioni i moderati e i conservatori che già avevano la maggioranza in Parlamento, ma anche perchè emergono e si accrescono gruppi e movimenti estremisti, euroscettici, nazionalisti e xenofobi, se non apertamente razzisti. C”è stata la sconfitta delle tradizionali componenti socialiste (Germania, Francia e Spagna) e laburiste (Inghilterra) e perciò la tendenza appare ancora più marcata.

    Il Partito popolare europeo avrà la maggioranza, ma non è un”entità omogenea. Tutto questo certamente avrà influenza sul nuovo equilibrio del Parlamento. Non sappiamo se il suo ruolo si rafforzerà o se le spinte frenanti condizioneranno l”intero sviluppo dell”Unione. Per quanto riguarda il “risultato” italiano possiamo dire che sono emersi “segnali di malcontento” a cominciare dall”affluenza alle urne, alta se paragonata ad altri paesi, ma bassa, rispetto alle nostre abitudini partecipative. È un indice di disaffezione diffusa, per cui, prima di indagare su chi ne abbia beneficiato, varrebbe la pena di rendersi conto delle ragioni per cui milioni di elettori non raccolgono l”invito.

    Certamente non c”è più fiducia nella politica, per lo scarso esempio di impegno, di onestà e di interesse per il bene comune che il mondo della politica sta dando, soprattutto in Italia e in questo periodo della nostra storia repubblicana. La prova italiana era venuta a configurarsi come un grande sondaggio d”opinione ed è inevitabile che così venga letto il suo esito. È ciò che avviene, purtroppo, quando si confrontano i dati solidi rivelati dalle urne con quelli “liquidi” espressi dai sondaggi.

    Con riferimento alle due forze principali il Pdl ha preso il 35 % (si aspettava che superasse il 40), mentre il Pd, uscito malconcio dalle sconfitte e dai travagli interni, ha preso il 26% (molti pensavano che non superasse il 22). Oltre ai “due partiti” maggiori c”è stato un altro risultato su cui sarebbe interessante riflettesse la politica italiana: hanno superato il quorum del 4% anche la Lega, l”Udc e l”Italia dei valori. Questi partiti hanno titoli per stare in campo e per giocare ruoli decisivi e incisivi nelle prossime fasi della storia politica.

    Una riflessione a parte è necessario fare sul partito di Bossi. Già condiziona enormemente la coalizione di governo (che si è “padanizzato”) ed è da prevedere che ne condizionerà ulteriormente i movimenti e le scelte, specie sui temi caldi del federalismo fiscale, della sicurezza e dell”immigrazione. Un discorso a parte bisogna farlo sul partito di Casini. Uscito solidificato dalla recente tornata elettorale, prima o poi dovrà scegliere con chi stare. Quanto all”Idv, il successo delle sue liste porterà il partito di Di Pietro inevitabilmente a proseguire nel cammino di “attacco frontale” fin qui intrapreso, contro il premier, nei suoi punti più deboli: vicende giudiziarie e leggi “ad personam” in primo luogo.

    Tutto sta a vedere come intenda, dopo aver rotto con il Pd, amministrare il patrimonio dei consensi (indubbiamente tanti). Intanto, ci si avvia verso il voto per il ballottaggio. Ma già adesso possiamo fare una riflessione sull”esito elettorale delle comunali e provinciali: il centrosinistra ha perduto molte province e comuni ed è costretto al ballottaggio anche dove non lo avrebbe mai immaginato. Si pongono qui problemi interni e seri al centrosinistra, circa la sua presenza sul territorio e di aderenza ai problemi veri delle comunità.

    La mia modesta impressione è che qualcosa di imponderabile stia avvenendo nell”attuale contesto politico. Sono saltati certi schemi e il futuro è sempre più incerto e flessibile. Anche nel nostro territorio (vedi provinciali e caso-Pomigliano) stanno accadendo cose inimmaginabili e che vanno oltre la nostra razionalità. Mi domando se c”è libertà di voto in Italia e soprattutto al Sud.

    Mi auguro che il mondo della politica, che sta toccando veramente il fondo in questi giorni, si converta a “volare alto” e a risolvere i veri e reali problemi della gente. Diceva S. Agostino che “uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe a una grande banda di ladri”.