Il familismo amorale attanaglia tutti i partiti. Il partito a conduzione familiare, “L”indomito guerriero” e il suo cerchio magico, risultano essere stati contagiati da tale fenomeno.
Il familismo amorale attanaglia artatamente tutti i partiti. Nessuno esce incolume dalla battaglia antropocentrica tra gli interessi di partito e gli interessi personali.
Il partito a conduzione familiare, “L’indomito guerriero” e il suo cerchio magico, come si è visto in questi giorni, risulta essere stato contagiato anch’esso da tale fenomeno, amplificato dalla personalizzazione dei partiti. Dove “i beni non sono governati da tecnocrazie, ma da classi politiche che circolano sulla scena del potere in base alle maggioranze elettorali che si susseguono”. In sostanza, una nuova forma di ciò che vent’ anni fa il sociologo israeliano Eisenstadt definì con il termine “neo-patrimonialismo”.
L’inchiesta di Reggio Calabria sul tesoriere della Lega Francesco Belsito (nella foto in alto) dimostrerebbe quella “interlocuzione” tra la ‘ndrangheta e il Carroccio di cui parlò – tra le polemiche – Roberto Saviano poco più di un anno fa, che è collegato a doppio filo alla questione neo-patrimonialista e familista.
"Un anno fa – ricorda Saviano – fui molto attaccato dalla Lega e da Maroni per aver usato una parola che descriveva il rapporto tra ‘ndrangheta e potere nel Nord Italia, cioè interloquire, una parola che aveva messo inquietudine e paura ai leghisti. Avevo detto che la ‘ndrangheta interloquiva con tutti i poteri del nord e quindi anche con la Lega. Maroni venne in trasmissione, ci fu una tempesta contro una descrizione che era inevitabile fare: il potere economico della ‘ndrangheta era così forte che non poteva sfuggire alle amministrazioni locali e al potere politico della Lega".
In questi giorni la Lega si è proclamata parte lesa e strumento a sua insaputa di una gigantesca truffa che avrebbe favorito gli affari oltre che del ex-tesoriere e di alcuni soci in affari come Stefano Bonet e Paolo Scala, anche dei clan della ‘ndrangheta (della cosca De Stefano). Circa i discutibili investimenti di Belsito in Tanzania e a Cipro. Dove la procura di Reggio Calabria scrive che questi trasferimenti sono avvenuti con complesse operazioni bancarie filtrate in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa. Investimenti favore e per conto del Carroccio e della ’ndrangheta.
Dunque in una società di familisti amorali, nessuno perseguirà l’interesse comune, salvo quando ne trarrà un vantaggio personale. Questa è la pericolosa tendenza che hanno assunto i partiti politici in italia ad oggi. Sorge dunque la domanda: Quali sono gli strumenti per poter eliminare questo fenomeno? E riportare ad una trasparenza democratica la gestione della cosa pubblica?
(Foto: Belsito, Rosi Mauro, Bossi e il figlio Renzo, detto “il trota”. Fonte: Rai, Giornale Radio)