Fiat, i sindacati del a Marchionne snobbano il confronto col governo

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Ieri sera i leader di Cisl, Uil, Fim, Uilm e Fismic non si sono recati al faccia a faccia con i ministri Fornero e Passera. Al loro posto hanno mandato esponenti di seconda fila. Oggi a Pomigliano i partiti incontrano sindacalisti e cassintegrati.

“E’ una crisi molto difficile, occorre collaborazione da parte di tutti: è inutile rinfacciare il passato”, hanno detto il ministro del lavoro, Elsa Fornero, e il collega dello sviluppo economico, Corrado Passera, durante l’incontro con le organizzazioni sindacali sul caso Fiat.

Ma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, e quello della Fiom, Maurizio Landini, hanno avvisato l’esecutivo: “Il piano Fabbrica Italia non c’è più e non ci sono mai stati investimenti: è a rischio la tenuta industriale e sociale del gruppo automobilistico ”. Scettico circa la situazione anche Giovanni Centrella, capo dell’Ugl, uno dei sindacalisti dell’accordo Fabbrica Italia, la cui presenza ha fatto pensare a una prova di dialogo tra i firmatari del patto col Lingotto, osteggiato dal primo momento dai metalmeccanici della Cgil e ora messo in discussione dallo stesso amministratore delegato italo canadese. Sempre ieri Sergio Marchionne, dagli Stati Uniti, ha fatto sapere che “ il comparto italiano dell’auto va rimodulato”.

Comunque dal fronte istituzionale stanno giungendo segnali di apertura che lasciano sperare. A Pomigliano, per esempio, i capigruppo consiliari dei partiti hanno convocato per oggi, in municipio, a mezzogiorno, gli esponenti del comitato di lotta dei cassintegrati Fiat, tutti iscritti alla Fiom. Ma anche i sindacalisti del si. L’obbiettivo è di capire se esistano le condizioni per lo svolgimento dei lavori di un consiglio comunale straordinario a cui potrebbero partecipare i sindaci dei comuni gravitanti attorno al perimetro Fiat. L’apertura della politica alla lotta dei cassintegrati capita dopo la rissa verbale di qualche giorno fa scoppiata in comune tra il sindaco del Pdl, Lello Russo, e i lavoratori del comitato, sopraggiunti per chiedere, appunto, l’indizione dell’assemblea cittadina.

L’altro segnale su cui puntano le speranze è la convocazione, fissata al prossimo 10 ottobre dal ministero per lo sviluppo economico, di azienda e sindacati, Fiom compresa, per discutere la difficile situazione in cui versano i 750 cassintegrati dell’indotto di primo livello ex Ergom, concentrato nell’impianto di Poggioreale, l’indotto che una volta produceva plance e serbatoi e che da ormai più di un anno è del tutto inattivo per assenza di commesse. “Ovviamente ci aspettiamo dal governo un piano finalizzato anche alla tutela di tutte le maestranze Fiat posizionate nell’indotto campano”, l’appello di Luigi Mercogliano, segretario regionale della Fismic. Ex Ergom ma non solo.

Nel solo perimetro della Fiat sono molte le aziende collegate che stanno soffrendo la morsa della sottoproduzione. “Una crisi produttiva e occupazionale – conclude Franco Percuoco, esponente locale della Fiom – scaturita dal piano Fabbrica Italia di cui tutti già conoscevano le conseguenze”.