Il parroco militante della chiesa madre di Pomigliano commenta il ritorno in fabbrica dei cassintegrati a zero ore.
Ieri sera don Peppino Gambardella, parroco della chiesa madre di Pomigliano, la chiesa del santo patrono, San Felice, ha immediatamente tirato un sospiro di sollievo non appena ha avuto la notizia del rientro dei cassintegrati Fiat dopo anni di calvario a zero ore. “ La prima impressione che provo è naturalmente un sentimento di speranza e di soddisfazione, soddisfazione per quello che è avvenuto e speranza per il futuro ”, ha dichiarato a caldo il sacerdote, molto impegnato sul doppio fronte del lavoro e dell’antimafia. “ Dico ai lavoratori – ha aggiunto don Peppino – di continuare a sperare per il rientro nella fabbrica, che è il luogo ideale della vita degli operai ”.
Ma il parroco non ha dimenticato la ferita ancora aperta del conflitto tra l’azienda e la Fiom: “ Faccio appello all’azienda perché non ci siano discriminazioni, affinché gli operai vengano guardati come operai e non come sigle sindacali ”. “ Quello che sta accadendo – conclude il sacerdote – è una bella notizia per l’economia dell’intero territorio, per il commercio rimasto in ginocchio per cui rinnovo l’appello alla fine della conflittualità tra la Fiat e coloro che dissentono dai suoi metodi: gli operai devono essere giudicati dal merito e non dalle loro idee ”.