Al via la rubrica a cura del prof. Amato Lamberti. Si chiamerà “Città al setaccio”, e si occuperà del modo in cui viene gestito e governato il territorio dalle pubbliche amministrazioni.
“Città al setaccio”: il titolo della rubrica è già un programma che non ha bisogno di molte spiegazioni. Bisogna però dire che si fonda sulla mia esperienza di politico e di amministratore, prima al Comune di Napoli, dal 1993 al 1995, come Assessore alla Normalità, e, poi, dal 1995 al 2004, alla Provincia di Napoli, come Presidente dell”Amministrazione provinciale. Se non avessi fatto queste esperienze, forse, non continuerei ad occuparmi del modo in cui viene gestito e governato il territorio da pubbliche amministrazioni la cui forza sta nel mandato elettorale.
Un mandato, però, quasi sempre tradito sul nostro territorio napoletano e campano. Basta guardarsi intorno e confrontare le condizioni del nostro territorio rispetto a quelle di altri territori, in Umbria, in Toscana, in Veneto, in Trentino, in Emilia. Qui, il disordine, l”incuria, l”affastellarsi senza regola di costruzioni, i rifiuti sparsi dovunque; là, l”ordine, la cura del paesaggio, le strade pulite e ben mantenute, le costruzioni ordinate, ben tenute, con una identità architettonica ed urbanistica. Perchè questa differenza? Perchè quei territori sono governati da amministrazioni attente e che hanno cura dei beni collettivi, mentre i nostri territori, non essendo governati, nel vero senso della parola, da amministrazioni pubbliche, sono abbandonati alla speculazione edilizia, all”abusivismo, ad una imprenditoria primitiva ed incolta, quando non direttamente camorrista.
Gli amministratori ci sono, ma non governano niente, perchè, per loro, governare e amministrare non significa mettere delle regole e farle rispettare nel nome degli interessi collettivi, ma stare a rimorchio delle iniziative che gli stakeholder -i portatori di interessi- più spregiudicati, portano avanti senza nessuna attenzione per gli interessi della comunità, per la qualità della vita, per la tutela della memoria storica, per la salvaguardia dell”ambiente e del paesaggio. Naturalmente in questo stare a rimorchio, politici e amministratori, ci guadagnano sempre, se non altro in termini di voti e di consensi, perchè i soggetti che fanno scempio del territorio sono anche quelli economicamente più forti, quando non sono quelli che governano, con la forza della paura, realmente il territorio.
Questa dipendenza delle amministrazioni pubbliche, elette dal popolo, dai poteri forti, economici e/o criminali, che controllano la vita stessa della gente e del territorio, è la ragione dell”arretratezza, civile prima che economica, delle nostre città. Dove non ci sono regole nessuno sviluppo è possibile. Dove regnano paura, violenza, incertezza del futuro, anche i costumi delle persone si inselvatichiscono e i rapporti sociali sono regolati dalla prevaricazione e dalla corruzione. Il tentativo che voglio fare è semplicemente quello di mostrare che “un altro mondo è possibile”, dove regnino bellezza e armonia e non clientele, corruzione, camorra.