Il disegno del CAF viene scompaginato dal PM Antonio Di Pietro. Cӏ confusione in Italia, la mafia si impone: vengono ammazzati Falcone e Borsellino. Lo Stato risponde con arresti di capimafia.
Di Ciro Raia
La fine degli anni ottanta si aprono su un paese sommerso dagli scioperi nei trasporti. Aerei e ferrovie lasciano a piedi migliaia di passeggeri; i Cobas (i comitati di base) attuano una linea durissima nei confronti del governo. Ed intanto, proprio nelle ferrovie scoppia lo scandalo delle lenzuola d”oro. Tutto il vertice delle ferrovie dello Stato, infatti, è messo sotto inchiesta per una storia di tangenti versate in margine ad un appalto di 152 miliardi di lire per la fornitura di lenzuola nei vagoni letto.
Ma gli scandali non finiscono qui. Il segretario del PSDI, Franco Nicolazzi, è costretto a dimettersi dalla carica politica: è accusato, con i democristiani Clelio Darida e Vittorino Colombo, di aver intascato delle bustarelle per la costruzione delle carceri, all”epoca in cui ha retto il Ministero dei Lavori Pubblici. E si parla anche di un Irpiniagate, uno scandalo legato a tangenti nella ricostruzione post-terremoto nelle zone dell”Irpinia.
Grandi eventi segnano lo sport e la cultura. La nazionale italiana di calcio conquista il titolo di campione del mondo, nel 1982; Francesco Moser conquista il record dell”ora, primo ciclista ad infrangere il muro dei cinquanta chilometri orari. Paola Magoni è la prima donna vincitrice di una medaglia d”oro nello sci olimpico; Patrizio Oliva, nella boxe, è campione mondiale dei superleggeri; Moreno Argentin è campione del mondo di ciclismo su strada; Alberto Tomba trionfa nello sci. Alle XXIII Olimpiadi di Los Angeles l”Italia (1984) conquista ben 14 medaglie d”oro, mentre a quelle di Seul (1988) –6 medaglie d”oro, 4 d”argento e 4 di bronzo- bella e particolarmente sofferta è la vittoria di Gelindo Bordin nella gara della maratona.
I successi nello sport continuano anche negli anni a venire con le squadre di calcio di club Milan ed Juventus, che fanno man bassa di titoli nazionali ed internazionali. La nazionale di calcio, invece, guidata da Azeglio Vicini, conquista il 3° posto ai mondiali del 1990, mentre quella guidata da Arrigo Sacchi, perde solo ai rigori la finale dei mondiali del 1994.
A Carlo Rubbia (1984) è assegnato il premio Nobel per la fisica; a Rita Levi Montalcini, invece, (1986) è assegnato quello per la medicina.
Bernardo Bertolucci con il film “L”ultimo imperatore” vince ben nove premi Oscar: un vero record.
Nel mondo della letteratura grande successo riscuotono Gesualdo Bufalino (Diceria dell”untore), Fabrizia Ramondino (Althènopis), Antonio Tabucchi (Notturno indiano), Sebastiano Vassalli (La notte della cometa), Dacia Maraini (Isolina), Enzo Striano (Il resto di niente), Erri De Luca (Non ora, non qui).
L”attualità degli anni novanta, l”impossibilità di accedere a carte e documenti ancora poco noti, taluni avvenimenti ancora poco chiari condannano l”ultimo decennio del secolo scorso ad una scarna cronaca.
Un fatto su tutti caratterizza gli anni novanta: tangentopoli. Il CAF, infatti, ha progettato un disegno politico: il ritorno di Bettino Craxi alla guida del governo e l”elezione alla presidenza della Repubblica di Giulio Andreotti. Ma l”intervento di un oscuro procuratore del tribunale di Milano, Antonio Di Pietro, sconvolge ogni programma.
Di Pietro, infatti, fa arrestare il socialista Mario Chiesa, reo di aver intascato una tangente, che, torchiato dall”inquisitore, vuota il sacco e fa scoprire anni di malefatte. Cadono, così, anche per successive indagini ed ammissioni di colpevolezza, i personaggi che hanno retto, per oltre un trentennio, le sorti dell”Italia. Si abbatte, a colpi di manette, la cosiddetta prima Repubblica, colpevole di aver chiesto mazzette, di essersi avvalsa dei servizi segreti, di aver bussato per favori e protezioni a cosche malavitose.
Ovviamente, con le dovute eccezioni delle persone perbene, allontanate, emarginate e scoraggiate dal frequentare ambienti in cui contano soltanto gli amici interessati alle tessere di partito, ai voti conseguiti, ai favori che si possono ricevere.
Dunque, Di Pietro sconvolge un sistema sul quale, adesso, fioccano gli avvisi di garanzia e le condanne. Cadono, così, Craxi e Forlani, cade Andreotti, cadono Martelli e De Lorenzo, Gava e Cirino Pomicino, tutti potenti uomini politici, insieme a tanti altri piccoli e medi amministratori, sindaci ed assessori, portaborse e funzionari di partito, responsabili di industrie e di banche.
Giulio Andreotti è imputato di associazione mafiosa; Claudio Martelli, vice di Craxi nel PSI e Ministro di Grazia e Giustizia, è accusato di riciclaggio di titoli bancari; per Bettino Craxi, che se ne scappa a Tunisi, si chiede l”arresto per le tangenti che avrebbe intascato. Sono arrestati, poi, per concussione o associazione mafiosa, Francesco de Lorenzo, ex Ministro della Sanità, Paolo Cirino Pomicino, ex Ministro del Bilancio, Antonio Gava, ex Ministro degli Interni, Calogero Mannino, ex Ministro dell”Agricoltura, insieme a tanti altri parlamentari, che, secondo l”accusa, si sono preoccupati di rimpinguare il proprio portafogli o le casse del partito d”appartenenza.
Qualcuno, reo o correo, non sopporta la vergogna o la vita del carcere e si ammazza. Sono innocenti, sono vittime, sono pentiti? Lasciando questi interrogativi si suicidano –tra gli altri- l”industriale Raul Gardini, incriminato di irregolarità amministrative, e Gabriele Cagliari, presidente dell”ENI, che ammette di aver concesso fondi in nero alla DC ed al PSI.
In seguito alle dimissioni di Francesco Cossiga, che abbrevia il suo settennato di sei mesi, è eletto Presidente della Repubblica il democristiano Oscar Luigi Scalfaro.
In un momento di grande confusione, di quasi anarchia, come quello che sta vivendo l”Italia, è facile per la mafia colpire i bersagli che danno fastidio. Nel giro di pochi mesi sono, infatti, ammazzati i giudici Giovanni Falcone (maggio 1992) e Paolo Borsellino (luglio 1992) insieme alle loro scorte. Falcone e Borsellino sono i simboli della lotta alla mafia, sono i giudici che hanno lavorato nel pool antimafia siciliano costituito da Antonino Caponnetto.
Ma la lotta alla mafia segna anche qualche vittoria per lo Stato. Proprio, infatti, quando sotto i colpi della mafia cade il deputato palermitano Salvo Lima, da tempo sospettato di collusione con le organizzazione malavitose, sono assicurati alla giustizia –grazie ad operazioni di polizia o a soffiate di confidenti e collaboratori- pericolosi capimafia come Saro Mammoliti, Giuseppe Madonna, Totò Riina, Giuseppe Pulvirenti e Nitto Santapaola.
(Fonte foto: Rete Internet)