Blitz dei Cobas alla Fiat di Pomigliano: “L’Alfa Romeo non si tocca”

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Scritte inneggianti alle produzioni ormai dismesse del Giambattista Vico. Sono state apposte accanto al varco principale dell’impianto produttore della Panda.

Stamane davanti alla grande fabbrica di Pomigliano offensiva dei Cobas del Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat e dei centri sociali di Napoli. “L’Alfa Romeo non si tocca”, la scritta rossa apposta con una bomboletta spray sul muro grigio che delimita il varco numero 2, il varco operai.

Il blitz, a cui hanno partecipato circa dieci tra operai in cassa integrazione, ex operai e studenti, è stato messo a segno come reazione alle recenti dichiarazioni di Marchionne, che ha minacciato il trasferimento al’estero delle ultime produzioni italiane Alfa Romeo, Mito e Giulietta in testa, vetture in questo momento prodotte, rispettivamente, negli stabilimenti di Torino e di Cassino. “La sparizione a Pomigliano delle produzioni Alfa Romeo 159, 147 e Gt – dichiara Mimmo Mignano, operaio licenziato dalla Fiat sei anni fa, durante una manifestazione di protesta – si è rivelata una catastrofe per l’industria napoletana. Con questa Panda non si andrà da nessuna parte, mentre alla riduzione delle produzioni si accompagna lo smantellamento dei diritti e l’estromissione dalla fabbrica di migliaia di cassintegrati”.

Stasera intanto primo faccia a faccia dopo tre anni di guerra fredda tra la Fiat e la Fiom. A Roma da una parte del tavolo siederà il capo delle relazioni sindacali di Fiat, Pietro De Biasi, dall’altra il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Marchionne non ci sarà. E’ in America. Il Lingotto nel frattempo fa sapere in un comunicato che “non è vero che l’amministratore delegato si è recato negli Usa per incontrare i sindacati americani”.