AVVISO AI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI

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    La politica va intesa come dovere morale e atto di amore. Un consiglio: seguite alcuni pensieri di don Luigi Sturzo, che non ha mai considerato la politica come una cosa sporca.
    Di Don Aniello Tortora

    Nel 2009 ricorrono il cinquantenario della morte di Luigi Sturzo (1871-1959) e il novantesimo anniversario della fondazione del Partito Popolare.
    E questa settimana, carissimi lettori, vorrei intrattenermi un po” con voi su questa grande figura di prete e di persona attenta alle dinamiche politiche e sociali.
    Ho l”impressione che tutti, oggi, si ispirino a don Sturzo, se ne approprino quasi della sua personalità, del suo profondissimo pensiero, ma pochissimi applicano i suoi principi morali nella prassi politico-amministrativa.

    Don Luigi Sturzo ha avuto una concezione profondamente morale della politica, ha vissuto una spiritualità incarnata nel contesto sociale del suo tempo e ha esercitato la sua carità pastorale attraverso un impegno culturale, sociale e politico di ampio respiro.
    Di fronte alla cruda realtà della corruzione nella vita pubblica e alla separazione tra morale e politica, don Sturzo non si rifugia in sacrestia, non considera la politica tout court una “cosa sporca”, non ha paura di frequentare le strade, le piazze, i municipi e i ministeri, ma si impegna, rischiando di persona, per dare speranza al popolo umiliato e offeso attraverso una profonda riforma morale fondata sull”educazione delle nuove generazioni ai principi cristiani della giustizia e dell”amore.

    Sia la politica che l”economia per Sturzo sono intrinsecamente sociali, perciò razionali e morali.
    Il fine della politica consiste nel bene comune, che per essere a vantaggio di tutti non può prescindere dal bene morale.
    Sturzo afferma l”assolutezza dei valori morali ma insiste anche sulla impoliticità della immoralità politica. Per lui l”economia e la politica, senza morale, sono sempre antieconomiche ed impolitiche.
    Per Sturzo non esiste il dilemma fra l”utile e il bene, perchè quando l”utile è veramente l”utile di tutti, esso coincide con il bene di tutti, cioè con il bene comune.
    Nella concezione cristiana vanno coniugati insieme autorità e libertà, giustizia e carità, anzi la carità diviene il cardine della vita morale e quindi anche della vita politica.

    Luigi Sturzo sentì come una sua missione quella di introdurre la carità nella vita pubblica nella convinzione che la carità cristiana non può ridursi solo alla beneficenza o all”assistenza ma deve essere l”anima della riforma della moderna società democratica nella quale le persone sono chiamate a partecipare responsabilmente alla vita sociale per realizzare il bene comune.
    I principali punti cardini dell”antropologia sociale sturziana sono il primato della persona sulla società, della società sullo Stato e della morale sulla politica, la centralità della famiglia, la difesa della proprietà con la sua funzione sociale come esigenza di libertà, l”importanza del lavoro come diritto e dovere di ogni uomo, la costruzione di una pace giusta attraverso la creazione di una vera comunità internazionale.

    Voglio riportare qui, di seguito, alcuni pensieri di don Sturzo. Penso proprio che sono attualissimi:
    – “Non è di tutti saper fare della politica, ma di coloro che ne sono dotati. Come ogni arte anche la politica ha i suoi grandi artefici e i suoi artigiani; naturalmente vi saranno anche dei mestieranti; il pubblico sceglie i suoi beniamini anche fra i mestieranti”.
    – “È primo canone dell”arte politica essere franco e fuggire l”infingimento; promettere poco e mantenere quel che si è promesso”.
    – “Si crede che la menzogna sia un obbligo in politica; non è così. La menzogna viene sempre a galla; a parte la sua natura immorale, ritorna più a danno che ad utile”.

    – “È più facile dal no arrivare al sì, che dal sì retrocedere al no. Saggio consiglio è non impegnarsi senza avere riflettuto a tempo ed avere formata la convinzione di poter mantenere l”impegno preso”.
    – “Non ti circondare di adulatori. L”adulazione fa male all”anima, eccita la vanità e altera la visione della realtà. Rigetta fin dal primo momento che sei al potere ogni proposta che tenda alla inosservanza della legge per presunto vantaggio politico”.
    – “È meglio tenere lontano i parenti dalla sfera degli affari statali; anche senza volerlo compromettono sempre. Se poi entrano nella sfera dei collaboratori facilmente abusano della parentela. Il nepotismo è sempre dannoso”.

    – “Chi è troppo attaccato al denaro non faccia l”uomo politico nè aspìri a posti di governo. L”amore del denaro lo condurrà a mancare gravemente ai propri doveri”.
    – “Fare ogni sera l”esame di coscienza è buon sistema anche per l”uomo politico”.

    Mi fermo qui. Ne abbiamo di materiale per poter tutti riflettere. Particolarmente i candidati alla prossima tornata elettorale hanno il dovere morale di meditare seriamente. È in gioco il bene comune, che è “di tutti e di ciascuno”.
    Buona settimana a tutti.