1983. BETTINO CRAXI CAPO DEL GOVERNO

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    Mentre per la prima volta un segretario politico socialista è chiamato ad un così alto incarico, Michele del Gaudio, un giovane giudice, denuncia la prima tangentopoli. Tanti i socialisti coinvolti.
    Di Ciro Raia

    Enrico Berlinguer, in un”intervista concessa ad Eugenio Scalfari, il direttore de La Repubblica, denuncia: “I partiti non fanno più politica [:] hanno degenerato ed è questa l”origine dei malanni d”Italia [:]. I partiti oggi sono soprattutto macchina di potere e di clientela [:] gestiscono interessi i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi [:] hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a cominciare dal governo”.

    Intanto, i due governi presieduti da Spadolini durano in carica poco più di un anno, dal giugno del 1981 al novembre del 1982. Sono nati sotto la necessità di una spinta moralizzatrice della vita pubblica italiana e per cercare soluzioni ai problemi economici. Non a caso i ministeri del Bilancio e quelli del Tesoro sono stati affidati a due politici di grande rigore come Giorgio La Malfa (PRI) e Beniamino Andreatta (DC). Ma le cose, però, non vanno per il verso giusto; infatti, una violenta polemica tra lo stesso Andreatta ed il ministro delle Finanze, il socialista Rino Formica, provoca le dimissioni di Spadolini.

    Dopo un governo provvisorio (un quadripartito DC-PSI-PSDI-PLI) di circa sei mesi, presieduto dal vecchio Amintore Fanfani, si va alle elezioni anticipate, a causa dell”uscita dalla maggioranza del PSI. Nel mese di agosto del 1983, visti i risultati elettorali del mese di giugno, con la DC in forte calo (32,9% alla Camera, con una perdita del 5,4%) ed il Pci poco al di sopra del 29%, diventa presidente del Consiglio dei Ministri Bettino Craxi, il segretario del PSI. È la prima volta di un socialista alla guida del governo. Ma mentre il segretario generale del partito è chiamato a così alto incarico, intorno ai socialisti si addensano nere nubi.

    Si scopre, infatti, che, a Savona, nella prima tangentopoli individuata e denunciata dal giovane giudice Michele Del Gaudio, compaiono i nomi di amministratori socialisti. E corrotti amministratori socialisti (ma non solo) spuntano anche a Torino ed in qualche altro comune. Craxi, minacciando i giudici di una prossima resa dei conti, dichiara: “Credo che sia una volgare strumentalizzazione politico-elettorale [:] con i giudici faremo i conti”.

    Nelle elezioni del 1983 emerge, intanto, un dato sorprendente: nel Veneto, al grido di “a morte i teroni” e “fora i romani”, la Liga Veneta ottiene oltre il 4% dei voti, mentre la DC, nella stessa regione, ne perde oltre il 7,5%!

    Circa un anno prima di questi avvenimenti politico-elettorali, il 3 settembre del 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro ed all”agente di scorta Domenico Russo, è stato assassinato, a Palermo, il generale-prefetto della città, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il figlio Nando, in una drammatica intervista, rilasciato qualche giorno dopo l”efferato crimine, dichiara: “Che cosa penso dell”assassinio di mio padre? Penso che sia stato un assassinio politico, deciso e commesso a Palermo [:]. I mandanti, a mio avviso, vanno cercati nella DC siciliana”.

    Ma Dalla Chiesa non è stata l”unica vittima di quei terribili anni. Il terrorismo politico-criminale ha eliminato, infatti, in una lunga scia di sangue, il segretario regionale del PCI siciliano Pio La Torre (30 aprile 1982), che aveva elaborato la prima proposta di legge organica contro la mafia; il consigliere regionale della Campania Raffaele Delcogliano, democristiano, insieme al suo autista Aldo Iermano (27 aprile 1982); il capo della Squadra Mobile napoletana Pasquale Ammaturo, con l”agente di P.S. Pasquale Paola (15 luglio 1982); il procuratore della Repubblica trapanese Giangiacomo Ciaccio Montalto, vittima della mafia (25 gennaio 1983);

    il procuratore della Repubblica di Torino Bruno Caccia, vittima della “ndrangheta (26 giugno 1983); il capo dell”ufficio del tribunale di Palermo Rocco Chinnici, vittima della mafia unitamente agli uomini della sua scorta, il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi e l”appuntato Salvatore Bortolotta, oltre al portiere dello stabile palermitano di via Federico Pipitone, luogo in cui si consuma l”attentato, Stefano Li Sacchi (29 luglio 1983).

    Chinnici era uno dei primi magistrati che andava in giro per le scuole ad incontrare i giovani; egli era solito ripetere: “Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi, fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”.

    (Fonte foto: Rete Internet)

    LA STORIA DEL “900