Momenti di fortissima tensione si sono registrati al Tribunale di Napoli subito dopo la lettura della sentenza nel processo con rito abbreviato relativo all’esplosione avvenuta il 18 dicembre 2024 in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio a Ercolano. Un verdetto che ha scatenato la rabbia e la disperazione dei familiari delle vittime, sfociata in scene di caos all’interno dell’aula giudiziaria.
Alla pronuncia del giudice per l’udienza preliminare, che ha inflitto una condanna a 17 anni e 6 mesi di reclusione ai datori di lavoro Pasquale Punzo e Vincenzo D’Angelo, e a 4 anni al fornitore della polvere da sparo, i parenti dei tre giovani morti hanno reagito con urla e gesti violenti. Sedie e scrivanie sono state rovesciate e, in un clima di forte esasperazione, qualcuno ha tentato di avvicinarsi ai magistrati, venendo fermato solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine presenti in aula.
Nell’esplosione persero la vita le gemelle Sara e Aurora Esposito, di Casalnuovo, entrambe di 26 anni, e il 18enne Samuel Tafciu, residente ad Aversa. Una tragedia che ha segnato in modo profondo le famiglie, presenti in massa in tribunale per assistere alla conclusione del procedimento giudiziario. La lettura della sentenza, tuttavia, non ha portato sollievo, ma ha alimentato un sentimento diffuso di frustrazione e di ingiustizia.
“Diciassette anni di carcere per tre morti non sono giustizia”. Questa la frase gridata con forza dai parenti delle vittime, che una volta usciti dall’aula hanno continuato a manifestare il proprio dolore e la propria rabbia, rivolgendosi con toni durissimi anche ai familiari degli imputati. “Siamo finiti dallo psicologo – hanno aggiunto – non dormiamo più per il dolore di non poterli baciare”.
In più momenti si è rischiato il contatto fisico tra i due gruppi contrapposti, evitato solo grazie alla presenza massiccia degli agenti di polizia, impegnati a mantenere l’ordine e a impedire ulteriori degenerazioni. La tensione emotiva è stata tale che alcuni familiari delle vittime hanno accusato malori, rendendo necessario l’intervento dei sanitari.
Una giornata drammatica, che ha riportato alla luce tutta la sofferenza legata a una tragedia sul lavoro consumatasi in un contesto di illegalità e che, ancora oggi, continua a lasciare ferite profonde.



