Pomigliano d’Arco al centro della tragedia di Forio d’Ischia: la vendetta di Antonio Luongo
Una vicenda assurda e dolorosa lega indissolubilmente Pomigliano d’Arco — città d’origine della coppia e del drammatico assassino — alla strage consumatasi a Forio d’Ischia nel pomeriggio di ieri. Lì, Antonio Luongo, 70 anni, originario di Pomigliano d’Arco, si è trasformato in un killer nel cuore dell’estate turistica isolana.
Luongo ha viaggiato da Napoli fino all’isola verde con una pistola nascosta nella sua valigia, raggiungendo Forio nella zona del Cuotto, tra alberghi e passanti ignari . Davanti agli occhi attoniti di bagnanti e turisti, ha aperto il fuoco contro Nunzio Russo Spena, 49 anni, anch’egli di Pomigliano d’Arco e oggi compagno della sua ex moglie, e contro la madre di lei, Zinoviya Knihnitska, ucraina di 63 anni. Entrambi sono stati uccisi sul colpo .
La caccia si è quindi trasformata in un inseguimento: Luongo ha rintracciato l’ex moglie, Lyudmyla Velykgolova, 42 anni, e le ha esploso contro sei proiettili mentre tentava di rifugiarsi nel portone di casa con il resto della famiglia. La donna è gravissima, ricoverata all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, operata per salvarle la vita: sarà ora trasferita a Pozzuoli.
Dopo aver compiuto la missione di morte, Luongo ha rivolto l’arma contro se stesso, suicidandosi poco dopo mentre veniva trasportato in ospedale .
A Pomigliano d’Arco, città tradizionalmente legata all’industria e alla comunità a notizia ha colpito come un fulmine a ciel sereno. Non solo per la provenienza dell’assassino ma anche perché la vittima, Russo Spena, era anch’egli un concittadino: un operaio di Pomigliano tragicamente strappato alla vita da una furia premeditata.
I Carabinieri della compagnia di Ischia, insieme al nucleo investigativo scientifico, stanno ora cercando di fare luce su dinamiche e responsabilità: dalle segnalazioni precedenti alla tragedia fino ai possibili strumenti di prevenzione non attivati in tempo utile. Rimane il dolore acuto di una comunità che si interroga su come possa una storia di stalking e tensioni familiari degenerare in un massacro,.
La denuncia
Il fatto è avvenuto in via Provinciale Panza, nella zona del Cuotto, a pochi metri da un grande albergo affacciato sulla baia di Citara, sotto gli occhi attoniti di turisti e residenti che hanno assistito a una scena da incubo.
Secondo quanto riferito dai parenti, il rapporto tra Lyudmyla e l’ex marito – segnato da oltre trent’anni di differenza d’età – era stato caratterizzato da violenze domestiche e ripetuti episodi di stalking, mai denunciati formalmente. La coppia si era separata con il divorzio nel 2021, ma le tensioni non erano mai cessate.
Nelle ore precedenti alla tragedia, alcuni familiari avevano notato Luongo nei pressi dell’abitazione e si erano rivolti ai carabinieri di Forio, temendo il peggio. Una segnalazione formale era stata raccolta, ma non è bastata a evitare il dramma.



