Massimiliano Manfredi: «Ora mettere le polemiche da parte e lavorare tutti insieme per lo sviluppo attraverso un buon rapporto con i sindacati »
Una fabbrica metalmeccanica costruita ad Acerra in appena sei mesi, nel perimetro dell’ormai defunto gigante chimico Montefibre. Un investimento di 30 milioni che dà lavoro a 63 operai, 21 dei quali sono stati salvati dai licenziamenti scaturiti dalla drammatica chiusura, quattro anni fa, della Meridbulloni di Castellammare di Stabia. E’ il piccolo miracolo avvenuto nell’area metropolitana di Napoli grazie a tre fratelli emiliani, gli imprenditori Alessandro, Federico e Alberto Vescovini, sbarcati da queste parti con il loro nuovo stabilimento del gruppo Sbe Varvit. L’azienda ha il quartier generale nella friulana Monfalcone e 9 impianti in Italia e in Serbia per un totale di 1000 addetti. Produce giunti di fissaggio per l’autotrazione industriale e commerciale: bulloni per i “trucks”, gli autocarri. La fabbrica di Acerra è stata inaugurata ieri.
Le ZES
C’erano i dipendenti, l’assessore regionale al Lavoro e alle Attività Produttive, Antonio Marchiello, il consigliere regionale del PD, Massimiliano Manfredi, il sindaco, Tito D’Errico, e il presidente del consorzio Asi di Napoli, nonché commissario per le zone ZES campane, Giuseppe Romano. Ha dato impulso alla realizzazione del progetto proprio l’iniziativa del commissario per le Zone Economiche Speciali, che prevedono percorsi burocratici e fiscali rapidi e agevolati. E’ stato anche segnato un primato. La SBE Varvit di Acerra è la prima fabbrica campana sorta attraverso la ZES.
«Abbiamo pronte decine di autorizzazioni per altrettanti investimenti ai sensi delle Zone Economiche Speciali – anticipa Romano – investimenti che in Campania ammontano a un miliardo di euro». Intanto una nuova fabbrica sta rigenerando l’area Montefibre di Acerra, smantellata nel 2017.
La Politica
«Stavolta si tratta di una fabbrica non impattante» , sottolinea il sindaco D’Errico. Rispetto dell’ambiente e competitività. La SBE Varvit cresce nonostante la concorrenza cinese. «E’ una gara dura – spiega a questo proposito Federico Vescovini – c’era un dumping della Cina sul nostro prodotto ma siamo riusciti a promuovere e ottenere presso l’Unione Europea una legge antidumping. Poi abbiamo trasformato la vendita riducendo al massimo i rivenditori ». «E in poco tempo è nata una nuova realtà industriale – aggiunge l’assessore regionale Antonio Marchiello – con la premessa e la promessa di crescere. Se crescerà auguri a Vescovini e ai nostri concittadini: avremo altri posti di lavoro» .
«L’apertura di questo stabilimento in meno di sei mesi – commenta Massimiliano Manfredi – dimostra la bontà del piano industriale. Inoltre è un investimento nella Montefibre e io come vicepresidente della commissione regionale Ambiente ho seguito la vicenda della fabbrica chimica e della Terra dei Fuochi. Poi questa è un’area ZES e lo sottolineo da ex parlamentare che ha seguito l’istituzione di quest’area insieme all’ex ministro per il Mezzogiorno, De Vincenti. Ora – conclude Manfredi – in nome dello sviluppo dobbiamo lasciarci le polemiche alle spalle e avere un buon rapporto con i sindacati».