L’origine della tradizione del “pesce d’aprile”. La pesca di Marco Antonio e lo scherzo che gli fece Cleopatra. Gli alberi svizzeri che producono spaghetti in un celebre “pesce d’aprile” organizzato in Inghilterra dalla BBC. L’invasione dei marziani raccontata in diretta ai newyorchesi da Orson Welles.
Nessuno sa come veramente sia nata questa tradizione del “pesce d’aprile” che consacra il primo giorno del mese a scherzi di ogni genere. C’è chi pensa che l’espressione sia stata coniata per prendere in giro i Francesi che continuarono a festeggiare l’inizio dell’anno tra il 25 marzo e il 1° aprile anche dopo il 1564, l’anno in cui il re Carlo IX, figlio di Caterina de’ Medici, decretò che il capodanno venisse per sempre celebrato il primo giorno di gennaio. I Napoletani erano persuasi che la tradizione avesse a che fare con la ninfa Partenope, che proprio il primo giorno di aprile si era divertita a trasformare in pesci alcuni pescatori: e infatti quel giorno le barche da pesca non scendevano in mare.Ma forse aveva ragione il cronista del giornale napoletano “L’Arlecchino”, che, il 1° aprile del 1848, esortò i suoi lettori a non prestar fede a chi dichiarasse di aver scoperto, finalmente, l’origine della tradizione: “non credetegli, è un pesce d’aprile”. Qualcuno ha pensato che all’origine di tutto ci fosse lo scherzo che Cleopatra fece a Marco Antonio proprio durante una pesca, uno scherzo che resta comunque tra i “pesce d’aprile” più clamorosi. Racconta Plutarco che Marco Antonio di notte, vestito da servo, si divertiva a girare per i quartieri “popolari” di Alessandria, a bussare alle porte e alle finestre, e a prendere in giro quelli che stavano dentro. Cleopatra, che del romano era veramente innamorata, “lo accompagnava nei suoi giri, vestita da serva”. Gli Alessandrini stavano al gioco, e dicevano che “Antonio usava la maschera tragica con i Romani e quella comica con loro”.Un giorno Antonio stava sugli scogli della città a pescare, ma non riusciva a prender nulla, e, poiché era presente Cleopatra, “si angustiò”, forse perché la regina si divertiva nell’assistere alla sua vana fatica. Allora il condottiero romano ordinò ad alcuni pescatori di immergersi di nascosto, e di attaccare al suo amo dei pesci pescati in precedenza e “per due o tre volte tirò su la lenza” carica di preda. La regina, che aveva capito tutto, ammirò ad alta voce l’abilità di Marco Antonio, e gli chiese di rinnovare la pesca anche il giorno dopo. E il giorno dopo si presentò scortata dai suoi amici. Antonio “calò la lenza, e Cleopatra comandò a un servo di immergersi nell’acqua e di attaccare all’amo un pesce del Ponto, già salato. Antonio convinto di aver preso qualcosa, tirò su la lenza” e tutti videro che era un pesce già messo sotto sale, e che per di più non frequentava il mare di Alessandria, ma solo il mar Ponto, che oggi chiamiamo Mar Nero. E tutti risero. Forse anche Marco Antonio.
Il 1° aprile 1957 la BBC mandò in onda un documentario in cui si vedevano i membri di una famiglia svizzera che con visibile gioia facevano la raccolta degli spaghetti cresciuti sugli alberi del loro giardino, e, dopo averli raccolti, li disponevano nei cesti. Il documentario era corredato da foto di un pastificio e da canzoni italiane. Spiegava il presentatore che quegli svizzeri coltivavano spaghetti per consumarli in famiglia, mentre in Italia c’erano sconfinate selve di questi alberi “spaghettiferi”, e che i coltivatori erano riusciti, grazie a un sapiente gioco di incroci e di innesti, a far sì che gli spaghetti prodotti fossero tutti della stessa misura (vedi foto in appendice). Lo scherzo era stato preparato qualche giorno prima, in un giardino nei pressi del lago di Lugano, dal cineoperatore austriaco Charles de Jaeger e dal pubblicitario svizzero Albert Kunz, che avevano usato spaghetti inumiditi: “da questa umidità si vede che sono perfettamente maturi e pronti per il raccolto”..Centinaia di inglesi telefonarono per chiedere informazioni precise sulla coltivazione degli spaghetti. Fu a loro risposto che dovevano mettere in giardino barattoli pieni di spaghetti cotti e aspettare che ne germogliasse la pianta.
Lo scherzo organizzato da Orson Welles andò in onda il 30 ottobre del 1938, e dunque, a rigor di termini, non è “un pesce d’aprile”, ma l’ultimo giorno di ottobre è la vigilia di Halloween, e dunque lo scherzo di Welles, uno dei più famosi della storia, può rientrare nella categoria. Quel 30 ottobre Orson, che allora aveva 23 anni, pensò di leggere ai microfoni della CBS Radio di New York alcune pagine del romanzo di H.G. Wells “La guerra dei mondi”, spostando però l’ambientazione della scena da Londra a New York. Così il racconto radiofonico, sviluppato con straordinaria abilità da Orson Welles, divenne la cronaca in diretta dell’arrivo dei marziani nella città americana. Ci furono scene di panico, anche se il giorno dopo i giornali caricarono le tinte della descrizione di ciò che era avvenuto: ma nessuno poté negare che in molte strade il traffico era stato bloccato dalle auto di decine di newyorchesi in fuga dalla città invasa dai marziani. E Orson Welles, che forse quella sera ebbe l’idea del film che lo avrebbe reso famoso “Quarto potere”, fu sul punto di essere arrestato per procurato terrore.