Come ben sappiamo, Charles Darwin ci ha lasciato un grande insegnamento: “non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”. La rigidità impedisce il cambiamento, e se non c’è cambiamento risulta difficile l’adattamento: adattamento che nell’agone politico fa troppo spesso rima con trasformismo. Dunque, più che le cosiddette questioni di principio, che hanno a che fare con la motivazione di un atteggiamento che, per essere fondato su una convinzione morale o su regole assolute di comportamento, non deve essere posto in discussione, a interessare sono le questioni di opportunità che hanno a che fare con le caratteristiche di ciò che appare favorevole, ossia conveniente.
Ma quello che a qualcuno può apparire conveniente, per interesse personale, ambizioni varie o motivi ulteriori, ad altri può sembrare sconveniente, inopportuno appunto. Il recente scandalo del Giudice di Pace, che fa il paio con l’altro terremoto che ha scosso il Comune di Marigliano appena un paio di anni fa, l’inchiesta sui cosiddetti “furbetti del cartellino”, ha portato alla luce tutta una serie di trame che sollevano questioni di opportunità e inducono a riflettere.
Come è noto, l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) ritiene che nei Comuni sia il sindaco l’organo competente a nominare l’OIV, l’Organo di Valutazione Indipendente che monitora la performance dei dipendenti della pubblica amministrazione. A Marigliano, con decreto sindacale n. 78 del 25 ottobre del 2016, a poco più di un anno dall’insediamento della nuova giunta comunale guidata da Antonio Carpino, sono stati nominati per un periodo stabilito di tre anni i componenti dell’OIV, l’Organo di Controllo interno e Nucleo di Valutazione (il cui compenso lordo annuale ammonta a 3.600,00 euro). In seguito alle dimissioni di Carmela Cucca, nominata presidente dell’organo di valutazione, a comporre il team dal giugno 2017 troviamo: Fulvio Genghi, chiamato a sostituire Cucca nel ruolo di presidente, Nicola Alfieri, Giuseppe Sebastiano Esposito, Angela Lombardi e Carmine Maritato.
Nel corso di una recente diretta Facebook, il primo cittadino ha dichiarato che “nel 2013 una legge dello Stato ha soppresso le sedi periferiche del Giudice di Pace, dando però la facoltà ai Comuni di mantenere l’ufficio a proprio carico, investendo sia sulla sede che sul personale”. La buona notizia è che, avendo spostato la sede degli uffici di Giustizia in centro, nei locali dell’ex Pretura, l’amministrazione è riuscita a risparmiare 120mila euro di affitto all’anno. Tuttavia, a maggior ragione del fatto che la scelta di mantenere in vita una sede periferica del Giudice di Pace intacchi le spese comunali, è lecito domandarsi come mai non risultino serrati controlli effettuati sul personale da parte di chi di dovere, anche al fine di contrastare eventuali fenomeni di corruzione, come emerso dalle indagini dei Carabinieri. Per citare un caso sintomatico: l’ex dipendente del Comune di Marigliano posto agli arresti domiciliari era stato già rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sugli assenteisti che coinvolge ben 61 impiegati comunali, 15 dei quali già sospesi in via cautelare.
Una prima questione di opportunità investe quella che sembra una mancanza di controlli sui dipendenti da parte di chi avrebbe dovuto effettuarli, e cioè il consigliere comunale di maggioranza con delega al personale, e il responsabile amministrativo del personale. I due profili istituzionali, più di chiunque altro, avrebbero dovuto tenere il polso della situazione in merito ai comportamenti degli impiegati comunali. Le responsabilità sono oggettive e viene da chiedersi anche a chi spetti controllare i controllori. Una delle risposte è: anche alla cittadinanza.
Da quest’anno, infatti, stando a quel che si legge nel Piano triennale per la prevenzione della corruzione (Piano Integrità e Trasparenza 2020 – 2022), approvato dalla Giunta comunale il 24 gennaio scorso, anche i cittadini avrebbero potuto contribuire a contrastare i fenomeni corruttivi: “poiché uno degli obiettivi strategici principali dell’azione di prevenzione della corruzione è quello dell’emersione dei fatti di cattiva amministrazione e di fenomeni corruttivi, è particolarmente importante il coinvolgimento dell’utenza e l’ascolto della cittadinanza. In questo contesto, si collocano le azioni di sensibilizzazione, che sono volte a creare dialogo con l’esterno per implementare un rapporto di fiducia e che possono portare all’emersione di fenomeni corruttivi altrimenti silenti. Un ruolo chiave in questo contesto può essere svolto dagli U.R.P., che rappresentano per missione istituzionale la prima interfaccia con la cittadinanza. Per l’anno 2020 sarà attivato un canale dedicato alla segnalazione (dall’esterno dell’amministrazione, anche in forma anonima, ed in modalità informale) di episodi di cattiva amministrazione, conflitto d’interessi, corruzione, attraverso gli uffici per la relazione con il pubblico (U.R.P.)”. Peccato che tecnicamente l’Ufficio Relazioni con il Pubblico sia stato finanche distaccato dalla casa comunale e piazzato nell’ex chalet della villa, oggi Centro Socioculturale: un luogo che dovrebbe essere la biblioteca della città, ma che ospita anche lo sportello GORI e di cui, sicuramente, nessuno conosce questa ulteriore funzione di raccolta segnalazioni per la legalità e la trasparenza. Inoltre, con l’Avviso Pubblico per l’aggiornamento del Piano Anticorruzione (2020–2022), l’amministrazione avrebbe dovuto realizzare forme di consultazione con il coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni portatrici di interessi collettivi in occasione dell’elaborazione/aggiornamento del proprio piano ed in sede di valutazione della sua adeguatezza. Quanta pubblicità istituzionale è stata fatta a questa preziosa opportunità di cooperazione con la comunità?
Il controllo di regolarità amministrativa, svolto dal Segretario comunale, è improntato al rispetto dei principi di indipendenza del controllante rispetto agli atti sottoposti a controllo, di imparzialità (sono sottoposti a controllo gli atti provenienti da tutti i Settori in cui è suddivisa l’operatività dell’Ente), di tempestività (il controllo svolto indicativamente alla fine di ogni semestre sugli atti adottati nel periodo di riferimento) e di trasparenza. Tuttavia, come si riscontra navigando nell’ingarbugliato sito istituzionale del Comune di Marigliano, ben poco intuitivo e gestito interamente dal responsabile del Settore I, nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito” troviamo la voce “Dati relativi ai premi” che presenta tre documenti: purtroppo il secondo non ha un link cliccabile, mentre il primo e il terzo, se scaricati, presentano lo stesso materiale caricato due volte. Di conseguenza su tre documenti uno solo è pubblicato e consultabile: mancano i criteri definiti nei sistemi di misurazione e valutazione della performance per l’assegnazione del trattamento accessorio e la distribuzione del trattamento accessorio, in forma aggregata al fine di dare conto del livello di selettività utilizzato nella distribuzione dei premi e degli incentivi. Ne risulta che l’unico documento accessibile al momento è quello che contiene il grado di differenziazione dell’utilizzo della premialità sia per i dirigenti sia per i dipendenti, risalente al 2010.
Oltre a essere una grave carenza amministrativa è anche un peccato, dato che proprio il responsabile del Settore II avrebbe dovuto vigilare sulla performance dei dipendenti, soprattutto della dipendente arrestata che un documento da lui firmato assegnava agli uffici del Giudice di Pace a partire dal 4 settembre 2018. Lo stesso responsabile che, ciononostante, pare possa godere di un premio performance che aumenta il suo compenso annuale di circa ventimila euro (cosa purtroppo non verificabile nei documenti a disposizione sul sito istituzionale). È lecito domandarsi quale delle sue prestazioni siano state premiate se a essere venuto meno è stato proprio il controllo dei dipendenti arrestati dai Carabinieri.
Ed ecco un’altra questione di opportunità: forse non tutti sanno che il dirigente in questione è il regista (non tanto) occulto della lista elettorale “Marigliano Domani”, parente strettissimo di chi è stato anche consigliere comunale nella brevissima amministrazione Sorrentino del 2014, durata meno di un’estate. Un anno dopo, nel 2015, è proprio l’Istr. Dir. del Settore II (che include Servizi Informatici, Gabinetto del Sindaco, Personale, Servizi Demografici, Stato Civile, Elettorale, Sport, URP, Informagiovani e Cultura) a essere citato dagli organi di stampa in un articolo dedicato alle grandi manovre per le elezioni amministrative. Una questione di opportunità, se non proprio di incompatibilità, ma soprattutto un conflitto di interessi eloquente se pensiamo che il responsabile faccia sostanzialmente politica in città e senza nemmeno nascondersi più di tanto.
Pur appoggiando il sindaco in carica, vittorioso al ballottaggio di cinque anni fa, nel 2015 l’ex consigliere non è riuscito a salire: non gli sono bastati, stavolta, i 246 voti raccolti e di conseguenza il responsabile del secondo settore comunale non ha più potuto contare su un suo profilo politico all’interno dell’amministrazione.
Nella stessa sezione del sito, a mancare è anche il documento cliccabile relativo all’ammontare complessivo dei premi effettivamente distribuiti nel 2016, che è anche l’ultima annualità caricata (o meglio non caricata) sul sito del Comune di Marigliano. Inoltre risulta “Impossibile trovare la pagina” di Accessibilità e catalogo dati. Infine, nella sezione “Incarichi e consulenze esterne” gli aggiornamenti si fermano al 2017: a mancare sono tre anni di trasparenza in merito a un tema sempre molto delicato per una pubblica amministrazione, quello degli incarichi appunto.
Vale la pena ricordare che la trasparenza rappresenta uno dei principi cardine dell’azione amministrativa, in quanto è un principio teso a garantire sia la partecipazione consapevole dei privati e dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, sia uno strumento importante per prevenire i fenomeni distorsivi e corruttivi. Ciò anche in attuazione dei principi costituzionali sull’imparzialità e sul buon andamento della Pubblica Amministrazione. Per questo motivo l’accesso civico generalizzato è un istituto innovativo di fondamentale importanza per il nostro Paese, in quanto attribuisce a “chiunque” il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, anche se non soggetti ad obbligo di pubblicazione.
A tal proposito già nel 2019 il consigliere di opposizione Michele Cerciello, sulla scorta della circolare n. 1/2019 “Attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato (c.d. FOIA)”, aveva proposto al consiglio comunale un ordine del giorno dedicato al tema della trasparenza (e dell’anticorruzione). Nel documento proposto il consigliere sottolineava l’urgenza di “fornire ampia e dettagliata relazione dei procedimenti gestionali e delle attività poste in essere dal Responsabile dell’Anticorruzione e della Trasparenza al fine della verifica del rispetto del Piano Anticorruzione e Trasparenza […] A tanto va aggiunto la totale inesistenza di notizie sul sito web istituzionale, nella sezione di facile accesso e consultazione denominata Trasparenza, valutazione e merito, in cui debbono essere pubblicate le informazioni rese obbligatorie dal D. Lgs. 150/2009, nonché il mancato aggiornamento del sito web Regolamenti Comunali, in cui sono riportati documenti obsoleti e non quelli di recente adozione”.
Dato che non mancano le grane giuridiche per il municipio e per una buona parte dei dipendenti, sarebbe opportuno e significativo che si attuassero i protocolli già previsti per assicurare trasparenza, legalità e contrasto agli abusi, senza tralasciare, appunto, le questioni di opportunità che sembrano annebbiare le vicende istituzionali mariglianesi, in un intreccio irrisolto e promiscuo tra politica e burocrazia che sembra teso a creare centri di potere interni, i quali inevitabilmente, nell’agevolare i propri interessi, contribuiscono a intralciare la macchina pubblica, ormai intrappolata in una palude invisibile.