Operazione della polizia municipale di Pomigliano col supporto dei tecnici del Comune. I sigilli all’abitazione convalidati dal gip del tribunale
Secondo quanto denunciato dalla polizia municipale i figli del boss di Pomigliano stavano ampliando la villa di famiglia senza aver prima chiesto e ottenuto la licenza edilizia del Comune. E una volta accertato tutto ciò i caschi bianchi hanno sequestrato il cantiere, giudicato illegale, e denunciato per abusivismo fratello e sorella, vale a dire i figli di colui che – in base alle indiscrezioni trapelate – nell’informativa allegata al sequestro e inviata alla magistratura è ritenuto il boss del clan egemone nel territorio. Un personaggio, pregiudicato per associazione di stampo camorristico, che i carabinieri hanno arrestato l’ultima volta nel 2015 con l’accusa di turbativa d’asta ed estorsione aggravata dal metodo mafioso (per questa vicenda è stato condannato nel 2016, anche se gli furono restituiti alcuni beni sequestrati per un ammontare di 5 milioni di euro). Intanto da tempo vari componenti della famiglia del reggente del clan sono finiti sotto osservazione speciale nell’ambito dell’inchiesta sul Piano Casa, iniziata un anno fa e che ha portato al sequestro di circa venti cantieri per un totale di oltre 300 appartamenti. I figli del pregiudicato risultano già indagati per due di questi cantieri dov’era stata prevista la realizzazione di decine di appartamenti. Nel frattempo, a gennaio di quest’anno, i due hanno comunicato al Comune di Pomigliano una “Scia” allo scopo di iniziare i lavori edili a casa loro, una villa ubicata a poca distanza dal cimitero di Pomigliano. A questo proposito è necessario fare una breve digressione sulla Scia. La Segnalazione certificata di inizio attività consente al cittadino di eseguire, nell’immobile di sua proprietà, alcuni lavori edilizi di “limitata entità”, dopo aver presentato all’amministrazione comunale un’apposita segnalazione certificata da un tecnico abilitato. Il problema però è che secondo i tecnici del Comune inviati sul posto, e anche per il comandante della polizia municipale, il colonnello Luigi Maiello, nella villa non è stato dato il via a “lavori di limitata entità”. In base a quanto contestato nel sequestro, convalidato pochi giorni fa dal gip del tribunale di Nola, fratello e sorella, ora indagati, per cominciare quel tipo di opera non dovevano inviare una semplice comunicazione al Comune attraverso un loro tecnico di fiducia (pure lui denunciato e indagato sia per questa storia che per alcuni cantieri del Piano Casa aperti nel centro di Pomigliano). “L’opera edile in corso – affermano gli agenti della polizia municipale – è di dimensioni tali da comportare il rilascio della licenza edilizia, rilascio che però non si è mai verificato. Inoltre il progetto contiene un ampliamento del 20 % sulla base del piano casa che non poteva essere consentito con una Scia. C’è infine un ultimo dato: il cantiere edile ricade nella fascia di rispetto cimiteriale”.