Documento d’intenti approvato nell’assemblea cittadina e reso noto ieri al consiglio di Santa Maria La Nova.
Nella seduta di sabato scorso il consiglio comunale di Acerra ha approvato l’ordine del giorno sulla problematica che affligge il gruppo di lavoratori acerrani del Consorzio di Bacino.
Lavoratori che non percepiscono il salario e che non hanno più incarichi da quasi quattro anni ma che figurano ancora negli organici dell’ente regionale. Nel documento approvato, reso noto ieri in occasione della seduta del consiglio della Città Metropolitana, è scritto sostanzialmente quanto segue: “Considerato l’allarme sociale e la situazione di indigenza connessa allo stato di inoccupazione degli ex lavoratori del Consorzio di Bacino residenti in Acerra, i quali manifestano la propria disperazione quotidianamente, rivendicando gli stipendi arretrati ed il loro diritto ad un’occupazione dignitosa, dopo il lavoro svolto in seno alla conferenza dei capigruppo consiliari e sentiti i lavoratori del Consorzio Unico di Bacino di Acerra, il consiglio comunale chiede al Governo nazionale, alla Regione Campania ed alla Prefettura di Napoli di porre in essere nel più breve tempo possibile le procedure di legge per recuperare quanto spettante al Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta dagli enti locali morosi, anche attivando interventi sostitutivi e di riduzione dei trasferimenti loro spettanti. Alla Regione Campania è stato chiesto di abbreviare e velocizzare le procedure legislative e quelle amministrative per il reimpiego dei lavoratori del Cub di Napoli e Caserta, in modo da consentire ai comuni interessati, di predisporre e\o recepire le progettualità in grado di impiegare la forza lavoro specializzata sopra individuata e di istituire un tavolo tecnico permanente con i comuni interessati per la risoluzione della problematica “lavoro” “. Alla Città Metropolitana di Napoli il consiglio comunale ha deliberato di “chiedere di corrispondere e regolarizzare nell’immediato gli stipendi pregressi, che ammontano a più di 36 mensilità, per garantire ai lavoratori che versano in uno stato di povertà ed indigenza il mantenimento di un’esistenza dignitosa e decorosa, considerato che ad oggi non hanno percepito nessun acconto”. Infine agli enti sovracomunali coinvolti sono stati richiesti impegni concreti e tangibili per i lavoratori.
(Fonte foto: web)