Sant’Anastasia. Amministrazione Abete, il nulla che cambia

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A Sant’Anastasia, mentre gran parte della politica locale si rinfrescava sotto l’ombrellone, il sindaco Abete, a metà agosto, ha deciso di sfoderare la sua mossa “vincente”.

Che la politica anastasiana fosse moribonda, lo si sapeva già da un bel pezzo. Ma questa lunga e interminabile pausa estiva, estenuante e soffocante per le afose temperature, ne ha sancito definitivamente la morte. L’ha seppellita parecchi metri sotto terra.

George Romero, abile regista statunitense che ha saputo raccontare su pellicola la genesi dei morti viventi, ne avrebbe tratto infiniti spunti dal nostro panorama politico. Così tanti da poter riprendere a pieno regime l’attività dietro la macchina da presa.

Eppure, in questa fatale catarsi, c’è chi ha pensato di fornire un piccolo brivido a tutti quanti noi. Una cosiddetta frenetica vibrazione.

Artefice di quello che poi si è rivelato come un simpatico bluff, quasi un gavettone di ferragosto, è stato il lungimirante sindaco Abete. Sì, proprio lui che, con un “urletto” da tennista pronto a respingere un pericoloso lungo linea, ha mostrato a tutti la sua vigorosa presenza(per chi non se ne fosse accorto), inventandosi un finto rimpasto di giunta.

L’ormai ex assessore alle politiche giovanili, Lucia Barra, rea di non si sa quali colpe superiori agli altri membri della squadra targata Abete, è stata defenestrata dopo appena un anno di attività(?). Congelati e poi scongelati nel giro di poche ore come fettine di carne da servire per cena, anche altri tre assessori: Armando Di Perna, Cettina Giliberti e Fernando De Simone.

Diverso, invece, è il destino riservato al super tecnico chiamato da lontano per risollevare le sorti di noi poveri anastasiani, Giancarlo Graziani, sul quale pendono ancora delle incertezze. Ma pare che dopo un lauto soggiorno durato all’incirca cinque anni, l’architetto sia destinato a salutare quest’isola per lui felice.

Ecco, con questa timida folata di vento agostano, il prode Abete ha voluto sicuramente, senza dubbio alcuno, lanciare un duro messaggio a quanti lo criticavano: adesso si fa sul serio.

Insomma, risate a parte, in molti, o quantomeno io, ci siamo chiesti quale giovamento possa portare, a Sant’Anastasia, questo impercettibile cambio di pedoni.

All’anagrafe Carmen Aprea, con alle spalle un’esperienza da assessore ad Ercolano e diversi vestiti politici nel proprio armadio, verrà meglio conosciuta come il nuovo vicesindaco che andrà a sostituire l’assessore al bilancio Armando Di Perna. Un uomo che dalla giunta Pone, Esposito scivolando fino ad Abete, è apparso buono per tutte le stagioni. Un Di Perna che, tanto per non allontanarci dal soggetto, pare uscito da questa vicenda parecchio “mazziato”.

Scippato della delega al bilancio a neanche 24 ore dalla sua esposizione in assise comunale, è apparso come un personaggio di Amici Miei del caro Mario Monicelli, uno di quelli che si becca il classico ceffone mentre prende il treno rimanendone stupefatto, gelato.

Con tutta probabilità, giusto per divertirci a praticare la tanto amata dietrologia, si sperava in una reazione dell’ex vicesindaco. Uno scatto di reni, un impeto d’orgoglio che lo spingesse a presentare, di proprio pugno, le dimissioni. Un gioco della corda tra lui ed il primo cittadino che pare fallito, però, per l’abbandono del Di Perna, il quale ha preferito ritirarsi mestamente pur di conservare la sua posizione in giunta.

Quest’estate il paese è apparso in uno stato di totale abbandono. Una landa desolata priva della benché minima forma di vita. Le iniziative, le solite ripetute da anni e che si limitano al cinema all’aperto e a qualche anguria spaccata in piazza, affossano la cittadina in una mediocrità scandalosa. La rendono povera di attrattive ed un pessimo richiamo per quanti da fuori vorrebbero spostarsi fin qui per rimpinguare le casse dei nostri commercianti.

Neppure i cantieri, quelli annunciati col suono delle gran casse dall’amministrazione, e mi riferisco alla riqualificazione di via Arco, hanno avviato i loro lavori. A febbraio, dal giorno del comunicato ufficiale, si parlava di opere avviabili nell’arco di pochi mesi. Se qualcuno ne avesse notizie, è pregato di comunicarcelo.

Di politiche sociali, poi, di un assessorato che pare un’ombra triste e impercettibile, uno spettatore svogliato nei consigli comunali, neanche a parlarne. La fiducia, però, per questa casella, si è perfino rinnovata. Come dire, un premio all’inerzia e all’immobilismo. Quando fare le statue porta risultati.

Quale destino la politica anastasiana ha riservato ai suoi cittadini non ci è possibile prevederlo. Di fatto, volendo azzardare, lo scenario visibile agli occhi di chi non li fodera di prosciutto o clientelismo, si fa avanti come l’immagine di un panorama offuscato da una fitta nebbia.

In un paese dove il commercio stenta a decollare, nel quale il turismo religioso, enogastronomico e culturale riescono a fare ben poco se isolati, è preminente l’azione di una seria macchina amministrativa, con progetti mirati e finalmente realizzabili(non le favole da piscina) ad un concreto rilancio della collettività.

Ma se quello che ci aspetta da settembre in poi è la ripresa di una diatriba tutta familiare, fatta da giochi di potere e figure da spostare per meglio riequilibrarsi, possiamo essere certi che da questo fossato, purtroppo, non ne troveremo mai la risalita.

Tempi bui.