In vista delle lezioni politiche del 24 e 25 Febbraio, il Partito Democratico chiede ai membri della Commissione elettorale trasparenza sulla nomina degli scrutatori tramite un sorteggio pubblico.
Il Partito Democratico e i Giovani Democratici di Marigliano hanno protocollato presso l’ufficio comunale una nota indirizzata al Sindaco e ai membri della Commissione Elettorale per richiedere, in occasione della nomina degli scrutatori per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, un sorteggio pubblico tra tutti gli aventi diritto, ovvero coloro i quali siano in possesso dei requisiti richiesti e che ne abbiano fatto domanda.
La legge elettorale, nota come "porcellum", all’art.9 regolamenta infatti suddetta nomina, senza specificare alcun criterio rispetto alla selezione degli individui, quindi nulla vieta alla commissione di procedere con un sorteggio tra gli iscritti all’albo e poi nominare i sorteggiati senza nessuna ‘intermediazione’ politica. “In un momento di scollamento della società dalla sua classe politica – dichiarano – è importante che tutti i cittadini abbiano la stessa possibilità di partecipare al processo elettorale in qualità di scrutatori. Non è giusto, né trasparente, che un cittadino abbia più possibilità di un altro solo perché in cambio di riconoscenza, fa richiesta personale a un membro della commissione elettorale di essere nominato”.
Inoltre, considerato che la platea degli iscritti all’albo degli scrutatori da cui attingere è in gran parte formata da giovani studenti o in attesa di occupazione, sarebbe veramente difficile comprendere le motivazione di una scelta per un criterio diverso dal sorteggio. I Democratici intendono impegnarsi con tutti gli strumenti a disposizione e in tutte le sedi ( il gruppo consiliare PD, attraverso il consigliere Sorrentino, ha già comunicato tale richiesta all’intero Consiglio Comunale nell’ultima celebrazione del 24 gennaio) affinché sia garantita la massima trasparenza e sia evitata ogni tipo di disparità o favoritismo che la chiamata diretta e nominativa comporta. “Non possiamo permettere – dichiarano – di far passare per l’ennesima volta un normale diritto per un favore”.


