“Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985” propone oltre 200 opere concesse da collezionisti privati e da musei internazionali. Fino al 1 febbraio 2015, al Palazzo Reale di Milano.
È uno dei maggiori artisti del XX secolo che ha attraversato imponendosi sulla scena al pari di postimpressionisti, cubisti e futuristi: eppure, a differenza di molti colleghi contemporanei, l’opera di Marc Chagall (1887-1985) non è circoscrivibile ad un movimento preciso, pur lavorando nella Parigi di inizio secolo a stretto contatto con mostri sacri del calibro di Pablo Picasso, Piet Mondrian e Amedeo Modigliani. Lontano da ogni possibile schematizzazione, Chagall sfugge alle categorie e alle convenzioni che spesso si utilizzano per facilitare la comprensione di questo o quel movimento artistico: gli anni della Ecole de Paris furono i più intensi per Marc, ma rappresentarono soprattutto l’occasione per sperimentare e raggiungere una profondità cromatica e una sensibilità visionaria che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita.
Impossibile, dunque, non fare un salto – per quanto lungo possa essere – alla più grande retrospettiva organizzata in Italia negli ultimi cinquant’anni sul maestro russo: al Palazzo Reale di Milano la mostra “Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985” propone oltre 200 opere gentilmente concesse da collezionisti privati e da musei internazionali come il MoMa e il Met di New York, il Centre Pompidou di Parigi e il Museo Nazionale Russo di San Pietroburgo.
Capolavori assoluti in un’esposizione che parte dalla prima formazione parigina – la forte impronta fauves gli schiuse un mondo di colori nuovi ed audaci – e giunge ad una consapevolezza cromatica e poetica unica e personalissima, dove il sogno si addolcisce nell’ingenuità infantile e fiabesca, tanto cara alla tradizione russa di cui era imbevuto.
Quella di Chagall è una grandezza che lo rese capace di fare propri i tanti spunti che gli venivano da cubismo, simbolismo e fauvismo, sintetizzati senza alcuna pretesa d’emulazione, secondo la propria personalissima creatività un po’ fantastica, un po’ onirica, un po’ incantata: la ritroviamo ne “La fidanzata dal viso blu”, “Gli amanti in blu” e nel celebre capolavoro “L’anniversario” (foto). Quest’ultima opera del 1915 è la testimonianza più gioiosa della vita coniugale di Marc Chagall che, in quell’anno, aveva sposato Bella Rosenfeld, donna che gli avrebbe fatto da modella e musa ispiratrice. I toni caldi della stanza rimarcano la felicità dello sposo, fluttuante a mezz’aria, dove, ancora una volta, l’arte diviene lo strumento prediletto per rievocare il ricordo e la brezza di un amore che sarebbe durato trent’anni.
Fonte foto: Internet, Marc Chagall, L’anniversario, 1915


