Via via che gli anni passano la coerenza delle proprie idee diventa un problema. Per uno che ancora crede nell”eguaglianza, solidarietà e giustizia sociale, è rimasto lo spazio stretto della riserva indiana.
Caro Direttore,
ti devo confessare che non ricevo posta da alcuni anni. Nella mia cassetta per le lettere abbondano solo pubblicità commerciali (quand”è il tempo anche pubblicità elettorali, i noti santini), fatture, bollette di utenze da pagare e qualche cartolina di miei vecchi allievi. Anche sul mio indirizzo di posta elettronica arriva ben poco. Per non parlare, poi, degli sms: zero. Solo a Natale e Pasqua (di recente è di moda anche a ferragosto) degli auguri stereotipati (buone feste a te e famiglia), in quanto facente parte di qualche mailing list di amici e conoscenti generosi.
Eppure, nel fine settimana scorso ho ricevuto, tutti insieme e nello stesso giorno (sabato), ben tre sms. Il primo, a firma di un noto esponente politico della nostra zona, mi ricordava “domenica 25 ottobre partecipiamo alle primarie per un PD forte e unito. Votiamo Bersani”; il secondo, a firma di un altro noto esponente politico, mi ricordava, invece, di votare Franceschini. Il terzo sms mi è stato inviato, infine, da una mia collega di lavoro: “Bersani o Franceschini? Che dilemma!”. Erano le 18, 26 di sabato 24 ottobre. É stato, quest”ultimo, il messaggio a cui ho anche risposto, alienandomi sicuramente una vecchia amicizia: “É un dilemma da coglioni!”.
Domenica mattina, di proposito, ho fatto un giro in alcune realtà territoriali a noi (vesuviani) ben note. Caro direttore, ho assistito ad una grande lezione di partecipazione politica e civile. Molti esponenti di partito (alcuni erano stati storici esponenti di partiti opposti al PD), nei loro abiti buoni della domenica, presidiavano i seggi elettorali (un modo pomposo per indicare il luogo in cui si tenevano le primarie del PD), cercando di carpire, ai pochi elettori, ancora entusiasti e liberi, un suffragio per la lista di Bersani o di Franceschini (Marino era pressochè inesistente, un fantasma).
Molte auto, poi, circolavano, senza un posto libero a bordo, trasportando elettori che, prelevati a casa propria, vi erano di nuovo riaccompagnati, dopo aver adempiuto al loro dovere! Insomma, direttore, una grande lezione di “sovranità del popolo” o, a dirla tutta, una bella lezione di forza, messa in piedi dai soliti padroni delle tessere. Pensa che i referendum, massimi strumenti di democrazia diretta, non hanno sempre riscosso tanto successo! Ti è noto, infatti, direttore, la difficile vittoria della Repubblica nel referendum istituzionale del 1946.
E ti sono altrettanto noti i risultati di alcuni referendum abrogativi, per i quali i partiti non si sono per niente impegnati, quando non si sono anche svenati, per scongiurare la partecipazione popolare e decretarne l”archiviazione con l”etichetta di “risultato non valido”. Te ne ricordo qualcuno? Disciplina della caccia, giugno 1990, un”affluenza alle urne solo del 43% degli aventi diritti. Abrogazione dell”uso dei pesticidi nell”agricoltura, giugno 1990: 43% degli aventi diritto. Abolizione dei limiti per essere ammessi al servizio civile in luogo del servizio militare, giugno 1997, 30% degli aventi diritto. Eliminazione del rimborso spese per consultazioni elettorali e referendarie, maggio 2000, 32% degli aventi diritti. Estensione del diritto al reintegro nel posto di lavoro, per i dipendenti licenziati senza giusta causa, giugno 2003, 25% degli aventi diritto. Abrogazione della possibilità per uno stesso candidato di presentare la propria candidatura in più di una circoscrizione, giugno 2009, 23% degli aventi diritto.
Bastano? Ed in questa evidente dissipazione di risorse umane e finanziare, molte volte (purtroppo), molti esponenti di partito –anche di sinistra- hanno esortato gli elettori ad andare al mare piuttosto che alle urne!
A bocce ferme, Bersani l”ha spuntata. Ancora non è chiaro cosa potrà avvenire nel futuro dei democratici. Scissioni, separazioni, correnti, ripensamenti? È ancora presto per saperlo con certezza.
Caro direttore, dopo quanto ti ho scritto, sono certo che non riceverò mai più un sms. E non arriveranno neppure le cartoline, dai luoghi di villeggiatura, da parte dei miei vecchi allievi. Molti di essi, infatti, già non mi scrivevano da tempo, perchè avevano abbracciato l”ideologia della destra in doppiopetto, quella di potere e non potevano, di sicuro, intrattenere corrispondenza con un vecchio arteriosclerotico con idee di eguaglianza, solidarietà, giustizia sociale e così via.
Un numero altrettanto sostanzioso di vecchi allievi aveva deciso, poi, di non scrivermi più, perchè, volendo giustificare la propria scelta di galleggiare, nella vita come nella politica, aveva fatto la scelta del partito dalla fusione fredda. Cosa, quest”ultima, che mi aveva fatto ridere fragorosamente e mi aveva allontanato, perciò, gli ultimi sodali.
E dopo quanto ti ho scritto, non mi invierà alcun sms nemmeno la mia collega di lavoro, quella che veste solo con abiti firmati (è il diavolo che veste Prada?), frequenta costosi ristoranti e beve solo vino d”annata, fa più di un periodo di vacanza in luoghi rigorosamente esotici, prova fastidio per gli extracomunitari, crede in una scuola di base fortemente selettiva, non disdegna raccomandazioni pur di raggiungere i suoi traguardi, è sensibile al fascino del potere (dovunque vale la massima che “”o cummanà è meglio do” fottere!”). Però ha il dilemma di chi scegliere tra Bersani e Franceschini. E Marino? Ma, dai, quello aveva già perso in partenza!
“L”ultima era la lancia della posta. Il colonnello la guardò attraccare, con un”angosciosa inquietudine. Sul tetto, legato ai tubi del vapore e protetto da un”incerata, vide il sacco della posta. Quindici anni di attesa avevano acuito la sua percezione:Il dottore ricevette la corrispondenza col pacco dei giornali. Nel frattempo, l”impiegato distribuì la posta tra i destinatari presenti. Il colonnello osservò la casella che portava l”iniziale del suo cognome [:]. Il medico interruppe la lettura dei giornali. Guardò il colonnello. Poi guardò l”impiegato seduto davanti all”apparecchio del telegrafo e poi di nuovo il colonnello.
Andiamo-, disse. L”impiegato non alzò la testa. -Niente per il colonnello-, disse. Il colonnello provò vergogna. -Non aspettavo niente-, mentì. Rivolse al medico uno sguardo del tutto infantile. -A me non scrive nessuno.” (Gabriel Garcìa Màrquez, “Nessuno scrive al colonnello”, Mondadori, 1982).
Direttore, mai ti è mai capitato di vivere come se fossi fuori dal mondo? O come se abitassi nei fotogrammi di un film o nelle pagine di un racconto, di un romanzo? Per un momento ti senti quasi vivo, protagonista. Pensi: allora, certe situazioni non nascono solo nella mia fantasia, possono esistere davvero nella mente di un altro, nella realtà virtuale o letteraria che sia, diventare un film, una sceneggiatura? Poi, qualcuno interrompe la pellicola, chiude il libro e tu ritorni nei tuoi dubbi, nelle tue depressioni, nei tuoi pensieri brutti. A me sta capitando sempre più spesso. E a te?
(Fonte foto: Rete Internet)