Nella città delle fabbriche si ripropone l’asse tra dem e pentastellati. Ma stavolta senza il segretario cittadino e i dimaiani, passati al “nemico” Lello Russo
Era nell’aria per non dire che fosse quasi scontato: in vista delle comunali a Pomigliano il nuovo Partito Democratico di Elly Schlein ha stipulato l’alleanza con il nuovo Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. E così nella città che fu culla del Movimento Cinque Stelle del pomiglianese doc Luigi Di Maio si ripropone il “laboratorio” che nell’ottobre del 2020 portò alla vittoria del sindaco di centrosinistra Gianluca Del Mastro, poi caduto nel febbraio scorso con una “congiura” ordita, nemmeno due anni e mezzo dopo la sua elezione, proprio dai fedelissimi di Di Maio, nel frattempo uscito dal Movimento, e dal segretario cittadino del PD, Eduardo Riccio, vicino al governatore della Campania De Luca ma esautorato da ogni potere decisionale in queste elezioni dagli esponenti del nuovo corso Schlein. Ma stavolta non ci saranno Di Maio e i suoi seguaci dietro il secondo tentativo di scalata dell’asse PD-M5S ad uno dei comuni più strategici del Napoletano sia sotto il profilo economico che politico.
Gli avversari
A ogni modo gli avversari di Schlein e Conte non sono rimasti a guardare. Qui gli ultimi fedeli a Di Maio, ex M5S, e lo stesso segretario cittadino PD, Riccio, hanno addirittura preferito passare al “nemico” di sempre pur di non darla vinta agli ex amici e compagni di non più di alcuni mesi fa. Si perché dimaiani e Riccio si sono alleati con Raffaele Russo, “Lello” per gli amici, 83 anni e 8 mesi suonati, primario d’ospedale in pensione e sindaco padre-padrone di Pomigliano per sei volte, prima, dal 1980 al 1993, sotto le insegne del PSI di Craxi e poi, dal 2010 al 2020, sotto quelle di una coalizione di centrodestra. E dal canto suo Russo non si nasconde.
Vuole diventare sindaco per la settima volta e per centrare l’agognato obiettivo ha chiamato a raccolta un po’ tutti, forzisti, centristi, socialisti, storici esponenti locali della destra, renziani, calendiani e chi più ne ha più ne metta. Ha messo pure un altro paio di frecce nella sua faretra, l’ex assessore comunale alle politiche sociali nonché dimaiano di ferro, Salvatore Esposito, e proprio Riccio appunto, che scenderà in campo con una sua lista civica, Pomigliano 2020.
Il patto PD-M5S
Sul fronte opposto Valerio Di Pietro, nominato da Elly Schlein responsabile per il PD alle comunali, ha di fatto esautorato Riccio e portato a casa un primo risultato importante in vista del voto, il patto rinnovato con i Cinque Stelle.
Del resto il comunicato ufficiale sottoscritto l’altra sera nei locali coperti del parco pubblico e poi diramato alla stampa è più che chiaro: « Le forze progressiste, democratiche, riformiste ed ecologiste di Pomigliano, PD, M5S, Europa Verde, PER, Idea Pomigliano, Sinistra Italiana, Area Riformista e Rinascita hanno costituito un gruppo di lavoro per la definizione del programma. E’ stata inoltre formata una delegazione con il compito di ampliare la coalizione». Ora però viene il difficile. Il centrosinistra del duo Schlein-Conte dovrà trovare un candidato sindaco. Dall’altra parte resta sotto gli occhi di tutti l’estrema eterogeneità della coalizione di Russo.
Una compagine caratterizzata anche da una certa dose di spregiudicatezza. Emblematico in questo senso è il comportamento dell’ex assessore Esposito. Pur di entrare nella compagine del “nemico” storico e sei volte sindaco di Pomigliano si è fatto “prestare” il simbolo di una lista civica, Oblò, dal sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia, esponente provinciale di punta di Forza Italia. L’operazione è avvenuta grazie alla mediazione del vicesindaco di Pelliccia, cugino di primo grado e omonimo di Salvatore Esposito. Russo però smorza la polemica e giustifica così i vari cambi di casacca e di appartenenza: «Quando la città brucia – dice – gli antichi nemici si mettono insieme per il bene della comunità».