Iniziata la fase operativa del piano di protezione civile con le attività di prevenzione. Istallata una centralina che monitorizza l’aria e l’acqua.
L’incremento del numero e della gravità delle calamità naturali, nel corso degli ultimi decenni, ha reso, più che mai indispensabile, ricorrere a misure preventive e, dove necessario, a misure per limitare i danni. La tendenza che finora ha prevalso è stata quella di concentrarsi sulla reazione ai disastri, piuttosto che ricorrere a misure di prevenzione dei danni attesi. Previsione e prevenzione sono due approcci fondamentali ma diversi. La previsione significa essere capaci di identificare la dinamica di un fenomeno naturale, e di conseguenza essere in grado di individuare il momento in cui esso raggiungerà una fase critica, e di quantificarne l’intensità. La prevenzione significa essere in grado di quantificare gli effetti che un fenomeno naturale può avere sull’ambiente e, di conseguenza, individuare le azioni capaci di ridurne l’impatto.
L’Attività di previsione e di prevenzione e soccorso fanno parte del Piano di Protezione Civile.
Abbiamo chiesto al presidente dell’associazione di “Protezione Civile Antares”, il dott. Vincenzo Viola, di spiegarci in sintesi questa fase del progetto.
“L’azione n. 1 del progetto prevedeva realizzazione cartacea del vademecum. Le azioni successive devono incrementare le attività di prevenzione sul territorio. Tra queste assume un ruolo molto significativo la colonnina di monitoraggio istallata in Via Lufrano, all’incrocio con via Cozzone. Acquistata con i fondi del progetto, il dispositivo monitora l’aria, il vento, e i millilitri di pioggia che cadono sul nostro territorio nelle diverse condizioni atmosferiche. Quindi, raccoglie i dati statistici e ha una funzione di livello di allerta. Ad esempio, cinque minuti di pioggia in alcune condizioni o dieci in altre determinano un innalzamento dei livelli sia dei canali di irrigazione presenti sul territorio, sia dell’acqua che resta sul livello stradale. Nella sede della Protezione Civile e in quella del comando della Polizia Locale sono stati istallati due computer che lavorano 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, ricevono e registrano i segnali, raccolgono i dati. I Computer sono collegati con due numeri di telefono, e, qualora si dovesse avvicinare la soglia di pericolo, fanno scattare immediatamente l’allarme”.
Un’altra azione di prevenzione è stata l’acquisto di un’automobile, attrezzata ad hoc, a disposizione della Protezione Civile e della Polizia Locale per le emergenze. Altre azioni previste, ad inizio anno nuovo, sono la sensibilizzazione con la divulgazione del piano a 360°. “Abbiamo individuato nella famiglia la prima istituzione da coinvolgere e quindi abbiamo iniziato con la fase di divulgazione del materiale informativo e illustrativo, a tutti gli studenti degli istituti comprensivi del territorio (vademecum e altre produzioni che contengono una sintesi del piano). Abbiamo avuto incontri dove abbiamo illustrato quali sono le aree sicure, i comportamenti da tenere e le tipologie di rischio. I ragazzi hanno restituito degli elaborati molto interessanti con diverse curiosità e capacità di trattare l’argomento. Poi, dall’inizio dell’anno nuovo sarà la volta di tutte le altre realtà comunali, tra cui quelle associative e commerciali …”
Analizzare le catastrofi nello specifico è argomento ampio e complicato. In passato, in alcuni casi l’uomo ha contribuito alle cause, a volte in maniera inconsapevole, a volte con la piena consapevolezza, soprattutto nei giorni nostri. Ogni individuo ha il potere e il dovere di salvaguardare il pianeta, scegliendo tra distruzione o prevenzione. Con le nuove normative di monitoraggio, previsione e prevenzione l’essere umano è chiamato alle sue responsabilità, perché l’uomo è in debito col pianeta e dovrebbe lasciare in eredità condizioni migliori di quelle che ha ricevuto.