Già da qualche anno le associazioni Nova Koinè e YaBasta! portano avanti l’idea (molto concreta) di una scuola di italiano per stranieri, del tutto gratuita per i partecipanti. Da quest’anno, così peculiare nella sua straordinarietà, le due associazioni hanno deciso di unire le forze per offrire un servizio ancora più funzionale e articolato: la sinergia ha fatto in modo di raccogliere un centinaio di adesioni, e sarebbero state anche di più se l’emergenza sanitaria non ci avesse messo lo zampino. Decine di persone straniere, provenienti da tutto il territorio dell’area nolana e della provincia di Napoli, ogni domenica si danno appuntamento a Marigliano per seguire i corsi della scuola di italiano pensata appositamente per loro.
Domenica 1 novembre abbiamo incontrato gli artefici del progetto che ha preso il via con i test utili alla valutazione dei singoli partecipanti. In compagnia di Alessio Malinconico, Alessandra Parrella e Noureddine Halloumi abbiano approfondito la struttura dei corsi e i motivi per cui la scuola vuole esistere e diventare sempre di più un punto di riferimento (come già lo è) per le comunità di immigrati che animano il nostro territorio.
Per l’occasione abbiamo preso parte al primo turno di lezione organizzato dalla scuola: circa 100 iscritti complessivi che gli operatori hanno provveduto a dividere in 5 classi, collocati su due turni, uno mattutino e uno pomeridiano, per provvedere a garantire distanziamento e sicurezza.
Palazzo Ducale – ci tengono a sottolineare i promotori dell’iniziativa – che quest’anno ci ospitano e ci accompagnano in quest’avventura. Da oltre dieci anni costruiamo comunità accoglienti e solidali in cui spezziamo il pane e non lasciamo annegare!”.
“Con grande piacere e gioia abbiamo dato la disponibilità dei locali per poter effettuare le lezioni di italiano agli immigrati” – sottolinea Adele Capurro, suor servente del castello – “È una cosa importante per loro, che gli permetterà di poter trovare una sistemazione lavorativa e sentirsi a proprio agio in un paese diverso. È un’opera attinente al nostro carisma (la missione di carità, ndr), infatti in questo momento abbiamo anche un progetto internazionale per l’immigrazione che prevede di dare un tetto a tutti, e intanto nel nostro piccolo iniziamo col dare un tetto per la formazione”.
Buone pratiche per dare un senso alle domeniche che si colorano delle voci del mondo, in un formidabile esercizio di inclusione e integrazione. In tempo di distanziamento, una occasione che unisce, ovviamente con grande attenzione alle misure anti contagio: “Per ritornare a costruire un mondo sempre migliore, un mondo fatto di azione e non di parole”.