Di seguito la missiva che il professore Sabato D’Agostino ha fatto pervenire alla nostra redazione, prendendo spunto da un articolo a firma del professore Carmine Cimmino
Cara direttrice,
che bello l’articolo di Carmine CIMMINO sul Liceo Classico “DIAZ”, sui suoi professori e sui suoi studenti, pubblicato qualche giorno fa dal suo splendido giornale! Che emozione! E che nostalgia! Anch’io sono stato studente del “DIAZ” nella seconda metà degli anni Sessanta e, come tanti ex allievi, alcuni dei quali oggi sono anche professori del “Torricelli”, porto indelebile la sua impronta culturale. Non si creda che il Classico di Ottaviano fosse chissà quale mega istituto: a quei tempi c’erano appena tre corsi completi; eppure il “DIAZ” era un faro di sapere e di conoscenza per un vastissimo territorio: i suoi allievi venivano da un’area che partiva da Ponticelli e arrivava a Sarno. E, a dir la verità, anche il paese che l’ospitava era allora tutt’altro. Il prestigio, l’autorevolezza, la forza del messaggio culturale del “DIAZ” forse provenivano dai professori che vi hanno svolto il loro alto magistero; ne ricordo soltanto alcuni: D’Avolos, Portolano, Correale, Carbone, D’Ascoli, Angrisani – ah, Angrisani, caro Nino: che incredibile personalità! -, ma anche Miranda, Sartorius e Del Bene, Cimmino, per l’appunto, e Iroso, Moccia e Aliperta, Summo, Colabella, Saviano. E poi ci sono stati insuperati dirigenti, come Felice Borrelli e Ciro Torrà, non solo eccellenti presidi, ma soprattutto dei veri, ineguagliabili maestri di cultura. E quegli studenti negli anni in cui frequentavo io: c’erano Carmine Cimmino e Michelangelo Ambrosio. Che esempio per tutti noi! Oggi c’è sempre più richiesta di matematici, fisici, chimici, medici, ingegneri, informatici e questo spinge le famiglie a scegliere per i propri figli altri indirizzi di studio. Ma che miopia! Senza le “HUMANAE LITTERAE” cosa sarebbe chiunque, cosa ognuno di noi? E non è la tradizione, il retaggio del passato. E’ l’estrema modernità del messaggio culturale della civiltà classica, è la scoperta continua di un mondo senza il quale non saremmo nessuno, non potremmo progettare alcun futuro. Per questo nei quasi cinque lustri durante i quali ho diretto il “Torricelli”, che è uno scientifico, ho cercato di potenziare, con l’apporto di un validissimo gruppo di docenti, gli studi umanistici, perché si parte da lì, da un patrimonio di valori che, immutato nel tempo, da migliaia di anni illumina il cammino dell’umanità. Perciò, un ragazzino non deve iscriversi al classico perché “non mi piace la matematica”, ma perché i suoi genitori hanno consapevolezza dell’inestimabile ed insostituibile valore educativo e formativo degli studi umanistici. La stessa consapevolezza che deve animare ogni professore, al quale va l’onere di percorrere nuove strade, di innovare ma anche di rinvigorire, con il proprio insegnamento, la forza delle discipline classiche, di non chiedere soltanto ai propri alunni un aoristo o un ablativo assoluto, ma di mostrare un percorso, che, sia pure impervio – ma esaltante –, conduce a grandi obiettivi. Abbiamo tutti bisogno di MAESTRI, di vere guide come quelle di cui parla Carmine Cimmino nel suo articolo, di coloro che “SANNO” e che, con l’esempio della loro sapienza, formino le nuove generazioni e le conducano verso mete di cultura e di civiltà, senza le quali nessun indirizzo di studio può davvero produrre qualcosa di importante e decisivo.
Dirigente scolastico Sabato D’agostino