Somma Vesuviana , risposta all’inquietudine di un escluso

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2011

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Tani Russo in risposta all’articolo di Luigi Jovino “L’inquietudine degli esclusi”

Quando ho letto il tuo articolo Luigi sono rimasto entusiasta dalla voglia di un cittadino di  esprimere il proprio pensiero scrivendolo, firmandolo ed inviandolo ad una testata giornalistica  dimostrando contrarietà alla superficialità di poche frasi scritte velocemente tra i commenti o su uno stato di Facebook.

Per definire un paese o una cittadina “sana” è  necessario che essa abbia un dibattito culturale, sociale ed anche politico.

Questo non può prescindere ovviamente da una pensiero con una conseguente  presa di posizione, condivisione e divulgazione  di esso in maniera formale e definita, attraverso proprio una lettera firmata o una pubblicazione su testata.

Dico questo perché per avere un dibattito fertile, esso  deve sopravvivere negli anni  creando una memoria storica per le prossime generazioni in modo che esse in futuro  possano risolvere numerose questioni capendo i problemi attuali che diventeranno  poi si spera del passato.

Da questi presupposti nasce il mio plauso a te Luigi per essere riuscito nel tuo intento ovvero quello di smuovere le coscienze e stimolare appunto un dibattito esprimendo la tua posizione e la mia voglia di  alimentarlo, innescando un gioco/domino senza fine con la speranza che anche altri facciano lo stesso, attraverso una ulteriore lettera.

Rispondo punto per punto ai quesiti ed alle riflessioni poste da te:

1 – La mia lettera questa volta è intitolata “ risposta all’inquietudine di un escluso”  per questi motivi :

Quando, dopo un lungo periodo, si ritorna a Somma, si ha sempre di più la sensazione di attraversare un paese di frontiera.

La breve corsa in autostrada aiuta nei ricordi e stimola l’illusione di rituffarsi nelle vie solite, riconoscendo da lontano i profili usuali.

Appena si passa il casello di Pomigliano d’Arco, ben altre emozioni!

La nostra città, giorno dopo giorno, perde di identità.

Si ramifica fraudolenta tra i filari della pianura, come gli schizzi di una pozzanghera calpestata da un passo imprudente

Degrado e cementificazione erano mali noti;

ma non era pensabile che in poco tempo si raggiungessero vertici di sì grande follia

A stento recupera dignità il centro, nella rapida alternanza di toni e sfumature. Talvolta guasta l’intervallo di ristrutturazioni di dubbio gusto che hanno la pretesa di avocarsi un pezzo di modernità.”

Luigi Iovino in “ Piano Integrato di Salvaguardia per il Monte Somma”  pubblicato in Summana n 7 datato Settembre 1986

“Circola una certa inquietudine tra gli abitanti di Somma. L’euforia non è quella di una volta. La gente sembra più rassegnata. Dopo 40 anni sono ritornato a Somma ed ho trovato tante cose cambiate. E’ naturale che il tempo, come una vecchia fotografia, virata a seppia, modifichi pensieri, umori e sensazioni. Il cambiamento, però, mi sembra radicale. A tratti perfino imprevedibile.”

Luigi Jovino Agosto 2023, Il Mediano

Sono passati circa 37 anni tra questi due testi ma il senso di “inquietudine” pare più o meno essere lo stesso; in realtà  dopo 40 anni le cose sono purtroppo sempre le stesse, i problemi di degrado sociale culturale che esistevano allora esistono anche oggi e molto probabilmente esisteranno sempre per chi attraverso la cultura vede le cose sempre in maniera diversa se vogliamo “ante-litteram” rispetto al tempo in cui vive.

“Tante persone hanno rinunciato a partecipare attivamente alla vita sociale. Si respira un’atmosfera di solitudine: una specie di inquietudine degli esclusi. Per inquietudine si intenda un malessere, che colpisce chi si sente emarginato e incapace di incidere attivamente con la propria partecipazione nei processi di sviluppo sociali e politici .”

Luigi, mi piace la parola che  hai usato, perché “inquietudine” in realtà deriva da “non quieto”.
L’inquietudine non è una parola statica, deprimente o arrendevole anzi per certi versi può essere il contrario visto che quieto deriva da quiētus, ovvero da quĭes, “riposo”; quindi essere senza quiete o in uno stato di inquietudine dovrebbe alludere all’essere senza riposo, in uno stato si negativo di malessere ma pur sempre di agitazione o movimento.

Quello che si augura in realtà ad una società per l’avanzamento culturale e sociale è proprio l’essere sempre in movimento e senza riposo per la produzione di condizioni sempre migliori.

L’utilizzo da parte di Luigi di questa parola la ritengo giusta e vincente perché al di là della sua accezione negativa e deprimente lascia un piccolo spiraglio di speranza, cosa che non deve mai affievolirsi.

E’ necessario per questo essere inquieti perché per esserlo bisogna aver percepito una sofferenza o un problema e questo è il primo passo per risolverlo.

Ho scritto “escluso” e non degli “esclusi” perché Luigi, purtroppo tu sei andato via e sei tu che ti sei escluso.

Inoltre l’inquietudine è  tua e non di tutti quelli che invece in questi 40 anni hanno deciso di non escludersi, di rimanere e di tramutare questa “inquietudine” in una costruttiva “irrequietezza”.

Di certo non è una colpa per te quella di essere andato via, ogni vita ha le sue fasi e le sue ragioni professionali ed emotive.
D’altro canto non si può condannare chi invece è rimasto e con tante difficoltà ha cercato di lavorare socialmente e culturalmente per il proprio paese nonostante magari andare via sarebbe stato più semplice.

2 – Chiedi agli amici: “Come mai ci sono tanti supermercati?” e nessuno ti risponde. Qualcuno più smaliziato abbozza un finto sorriso.  Altri, come dovessero nascondersi, abbassano gli occhi.  Capisco che di questo argomento non si può parlare. E’ tabù.  Un discorso sottointeso che nasconde molte insidie.  Cerchi di capire, allora, perché l’intera città è diventata un ‘Non luogo’.

Questo spunto caro Luigi è molto insidio e molto interessante allo stesso tempo;  tutti sanno che dove c’è una possibilità imprenditoriale c’è un occasione politica, lavorativa ed economica per tanti.

Ma per i problemi politici e consequenzialmente economici non basterebbe una lettera e su quella dovrebbero risponderti chi di politica è impegnato in prima persona ponendo domande anche sul perché in questi 40 anni  non abbiamo più tanti servizi degni di nota, la mancanza dei quali rendono una paese di provincia più che un “non luogo“ una “non Città”.

Ultimo baluardo di speranza per la definizione di tale accezione di Somma in Città può essere ritenuta la presenza di un Teatro, il  “ Summarte”, che fortunatamente è presente sul territorio con una programmazione annuale.

La mia interpretazione della cosa è che purtroppo nel contesto socio-politico in cui viviamo come in tanti luoghi del Sud è importante far persistere certi problemi perché se non ci fossero non avremo necessità di rivolgerci a qualcuno per risolverli, ponendo così il dubbio anche del loro senso di esistere.

3 – A Somma non c’è uno spazio di aggregazione, un monumento o una iniziativa, degna di nota. La montagna, che per secoli ha costituito l’architrave sociale, culturale e paesaggistico della nostra comunità, è diventata un posto inospitale. Un regno di rovi, distrutto e vilipeso dall’abusivismo…

Si potrebbe obiettare che il degrado impera anche in altre città italiane. La situazione in cui versa Somma Vesuviana, però, è veramente preoccupante. Basta fare un confronto con le città vicine, come Terzigno, Sant’Anastasia, Pomigliano e San Sebastiano.

A questa riflessione tengo molto di più delle due precedenti.
E’ senza ombra di dubbio che la città non versa in una situazione gradevole o ottimale per tutte le fasce d’età e che la politica è immobile.

Dall’altro campo non è  nemmeno giusto puntare il dito solo contro la “politica” e rimandare ad essa  tutte le colpe o le eventuali soluzioni.

Piuttosto ognuno di noi, nella propria misura, dovrebbe domandarsi cosa ha fatto e cosa sta facendo per il proprio paese.

Nel condividere con te molte riflessioni sono in disaccordo però riguardo gli spazi di aggregazione, i monumenti o le iniziative degne di note.

A Somma più che negli  altri paesi vesuviani limitrofi, c’è un senso di attaccamento per il proprio territorio e per le proprie tradizioni non comune (i riti della montagna, l’amore per la tammorra, l’attaccamento per il borgo casamale, il rito delle lucerne, le non singole processioni religiose e le numerose confraternite).
Tale senso si estrinseca nei numerosi commenti che sono nati sotto il tuo articolo e nella tua volontà di pubblicare una tale riflessione che denotano un attaccamento  speciale. Inoltre dubito che nelle altre cittadine che hai citato esistano casi del genere di una  pubblica corrispondenza culturale su cosa stia accadendo nel tessuto socio-culturale della propria città.

E’ vero sono numerose le cose che in 40 anni noi tutti cittadini avremmo potute fare, ma non vanno dimenticate tutte quelle che in 40 anni invece sono state fatte.

Tra queste  iniziative voglio citare alcune di quelle accadute negli ultimi anni e che  ricordo meglio per diretto o indiretto contatto  (invito chiunque legga a citare quelle in cui sono stati coinvolti direttamente ed indirettamente che non ho citato in questo elenco e che sono da  considerare degne di note)

  • La creazione di un murales come alert e testimonianza di un quadro rubato negli anni 70 dalla Collegiata per la riqualifica di un angolo del borgo in degrado in cui ora è nata una attività economica e ricreativa grazie all’Associazione Tramandars.
  • La riqualifica dell’ipogeo dell’Abisde della Chiesa Collegiata come spazio multifunzionale sociale ed aggregativo, (in un solo anno grazie all’Associazione Amici del Casamale capofila del progetto Hub-Side sono state ospitate più di 12 manifestazioni culturali,ricreative e teatrali [Michele D’avino, Rita Cioffi, Enzo di Marzo, Arianna Gera tra i più attivi]  con un indotto di circa 100 persone al mese) tramite un’opera d’arte immersiva sempre visibile e visitabile gratuitamente grazie all’Associazione Amici del Casamale e Tramandars.
  • La creazione del percorso Museo Chiesa nella Collegiata, attraverso un sistema di illuminotecnica e di didascalie per la fruizione delle opere d’arte ospitate, pronto per ogni manifestazione culturale del paese grazie ad Amici del Casamale e Tramandars.
  • La ristrutturazione della facciata della Collegiata grazie alle tante persone ed associazioni del luogo.
  • Le giornate Aragonesi tenutesi nel 2019 – “Le fortificazioni del Casamale e la presenza aragonese a Somma Vesuviana”  studio sulle murazioni e sull’epoca Aragonese  di cui gli atti del convegno saranno pubblicati a beve.
    Tale evento ha visto la partecipazione straordinaria del Console Spagnolo e numerosi professori universitari.
  • Il restauro della pala di Angelillo Arcuccio della Chiesa Collegiata grazie all’associazione Arcobaleno.
  • Il restauro della pala ciquecentesca “ Cena a Casa di Simone” della Chiesa San Pietro e di tante altre grazie all’associazione Arcobaleno della Dott.Resy Cerciello.
  • Il restauro del quadro della “Madonna delle Grazie” di Pacecco de Rosa sito nella sagrestia della Collegiata grazie a Gaetano Molaro
  • Il restauro dell’ipogeo della Chiesa Santa Maria del Pozzo e di tutto il complesso conventuale cinquecentesco grazie al continuo interesse di Emanuele Coppola
  • Il restauro della chiesa e del convento ducentesco di San Domenico
  • Il restauro della chiesa seicentesca di S.Maria a Castello indipendentemente dalla sistemazione infelice del piazzale sottostante
  • il restuaro delle cappelle Aliperta, S.Maria delle grazie a Palmentole e Maria delle grazie a Castello.
  • Il lavoro della Pro Loco Somma Vesuviana per la Villa Augustea grazie al lavoro di Franco Mosca.
  • L’acquisizione pubblica del Castello de Curtis/D’alagno sebbene incompleta per la mancanza di una progettualità continuativa e definita
  • Le continue attività culturali e di aggregazioni civile-religiose dell Ing Rianna a favore del quartiere Casamale
  • Il restauro del convento seicentesco dei Trinitari
  • La creazione e il funzionamento dell’archivio storico comunale gestito dall’encomiabile maestro Alessandro Masulli.
  • La Creazione dell’Archivio Russo Somma aperto sempre a studiosi di tutte l’età (con 35000 volumi gran parte di storia patria,migliaia di trascrizioni documentali angioine e  migliaia di diapositive dal 1973 ad oggi ; la fruizione pubblica della mappa di Luigi marchese del 1799  oggi al Museo Campano di Capua che consente tutte le localizzazioni dei proprietari di Somma con descrizione di rendite e confini all’inizio del 1800)
  • Il lavoro certosino del prof Fifino D’avino che ha raccolto tutte le citazioni bibliografiche di Somma dall’antichità fino al 2000.
  • La grande ricerca del Ing.Giorgio Cocozza che ha studiato i fondi dei monasteri soppressi alla ricerca delle notizie sulla nostra Città.
  • La pubblicazione annuale della rivista Summana poi diventata Summae Civitas grazie al lavoro di tutti gli studiosi coinvolti ( Bove, G.Capasso, il prof Parisi, Jacopo Pignatiello,Enrico di Lorenzo e tanti altri)
  • L’attività letteraria del prof. De Stefano e del prof. Enrico di Lorenzo.
  • Il lavoro di Angelo Di Mauro per gli studi di Etnologia
  • Il lavoro del prof.Ciro Raia in particolare quello per la memoria storica della resistenza partigiana
  • Le attività continue dell’Arci al Casamale.
  • Il lavoro del prof.De Simone per gli scavi della Villa Augustea
  • Il lavoro di Biagio Esposito per la realizzazione del Museo etnostorico delle genti Campane
  • La realizzazione dell’opera d’arte di Mary Pappalardo grazie ad una rete associativa.
  • Le continue iniziative dell’O’Vascio, non ultima quella di Street Cart con Vesuvio Adventures.
  • Lo sforzo annuale di mantenere vivo attraverso l’organizzazione delle festività, i riti della montagna grazie alle numerose parenze.
  • Le prossime residenze d’artista nel borgo Casamale ; solo per l’anno 23/24  ne sono state programmate sei ( progetto ART SUMMIT- VESUVIO CONTEMPORARY RESIDENCY )  volte a lasciare in maniera permanente opere d’arte al borgo Casamale ospitando artisti emergenti nazionali ed internazionali.
  • Le attività del Palio di Somma prossimo e passato.
  • Le iniziative e manifestazioni di tutte le scuole ed istituti di Somma dalle scuole dell’infanzia fino al liceo scientifico ed all’ITIS, spesso incentrate sulla tutela di Somma ed i suoi monumenti.

Come puoi notare il paese non è ancora “morto” e  con tutte le sue difficoltà con lo sforzo di tanti singoli tenta di resistere ad un degrado sociale mondiale e non solo locale.
Tante persone diverse che in modi diversi tentano di lavorare socialmente per il proprio paese sinceramente io non le ho viste o percepite a “Terzigno, Sant’Anastasia, Pomigliano o a San Sebastiano”.

Gli spazi aggregativi fortunatamente esistono, basti pensare all’ipogeo dell’abside che con il progetto Hub-Side, che è sempre aperto a collaborazioni o alle continue iniziative organizzate nel giardino dell’Arci da Gerardo Iovino.

Quello che manca come ben sai, non sono le associazioni o i singoli che si danno da fare, ma uno spirito di aggregazione e condivisione più ampio finalizzato a progettualità a lungo termine, che metta da parte le diversità e valorizzi invece i punti in comune.

Per questo dovremmo tutti quanti criticare meno gli altri e criticare  di più noi stessi al fine di elevare la parola “ Somma“  prima di tutto e sopra di tutto, ridimensionando ognuno il proprio ego.

Hai scritto : “Credo che sarà molto difficile uscire da questa situazione. Per il futuro dei nostri figli e per la nostra città, però, dobbiamo provarci.”

Io ci sono, accolgo con grande favore il tuo invito e con Salvatore Aliperta, presidente dell’associazione Amici del Casamale, abbiamo pensato proprio per fare un punto su questa situazione e far si che questo dibattito social, da teorico diventi pratico, di indire gli “STATI GENERALI CULTURALI ” un’assemblea aperta a chiunque sia interessato a migliorare le condizioni socio-culturali della città  di Somma attraverso manifestazioni, iniziative o eventi sociali, artistici e culturali.

Avevamo pensato come data a Giovedì 7 settembre  2023 dopo le 21.00  presso L’Hub-Side in via Campane, che ne pensi?

Con stima e affetto
Tani Russo