Somma Vesuviana, l’eterno problema del traffico e dei passaggi a livello

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via Giulio Cesare

Il traffico sul territorio sommese, come è noto da decenni, è stato sempre in affanno a causa delle peculiari caratteristiche morfologiche di un paese pedemontano, inaccessibile al lato sud e solcato da numerosi alvei per lo scolo delle acque meteoriche. Ad aggravare lo stato delle cose è la presenza della ferrovia Circumvesuviana, che, attraversando l’intero territorio per circa cinque chilometri, lo divide in due parti.

 

 

Sul lungo percorso, a partire da Sant’Anastasia fino ad Ottaviano, vi sono ben tredici passaggi a livello e di questi solo quelli di via Cimitero, via Marigliano e via Reviglione sono dotati di idonee caratteristiche per il transito di camion e auto. Altri passaggi a livello, del tutto incustoditi, hanno provocato nel tempo, e anche recentemente, numerose morti.

Oggi – spiega l’ing. Vincenzo Romano – assistiamo alle serie problematiche che devono sopportare tanti automobilisti provenienti  da autostrada e superstrada per recarsi al centro del paese e viceversa nel percorrere le sole due direttrici disponibili peraltro a senso unico di via Tavani e via Stillo – Tirone. E’ un’impresa, ad esempio, percorrere il tratto che da piazzetta Don Minzoni, previo l’attraversamento del piccolo ponte di via Carmine, alto poco più di due metri, porta allo Stillo e a destra al Tirone, laddove la ristrettezza di corsia, una inadeguata segnaletica, un manto disastroso e un parcheggio selvaggio la fanno da padrone.

via Tirone (foto Google maps)

Tutto ciò è indegno per un paese civile, oltretutto città solo sulla carta. L’intervento di ammodernamento, inoltre, della rete ferroviaria nel 1968 avrebbe potuto certamente risollevare le sorti dell’inefficienza, qualora gli amministratori dell’epoca fossero stati lungimiranti, imponendo l’esecuzione di ampliamento dei passaggi, sottopassi, sovrappassi o servitù laterali alla linea ferroviaria. Oggi il paese ne paga le conseguenze.

Via Giulio Cesare, in particolare – la viella che inizia da via Mercato Vecchio, attraversa le proprietà Piccolo, Busen Club Marino, Rippa, fino a sfociare davanti all’ingresso principale della Starza della Regina –  rientra in quell’elenco di strade da rivedere. Oggi, comunque, assolve un ruolo importante con la sua posizione strategica per il disimpegno del traffico cittadino.

via Giulio Cesare da Mercato Vecchio (la viella)

Bisogna ricordare – continua l’ing. Romano – che all’inizio degli anni ’80 la strada della Starza della Regina fu collegata con via Marra/Orlando verso Sant’Anastasia su iniziativa dell’Amministrazione De Siervo, che procedette all’ampliamento della vetusta ed inadeguata strada, realizzando, tra l’altro, un’importante canalizzazione proprio davanti al regio stabile: una soluzione questa certamente innovativa per la zona, in modo da disimpegnare anche le due stradine che ivi confluiscono. Con l’accresciuta urbanizzazione, inoltre, del paese, grazie alla realizzazione della lottizzazione del Parco Primavera e della 167, il baricentro della città ha avuto una nuova collocazione senza, però, sviluppare un adeguamento dei percorsi viari. Il mancato completamento, in aggiunta,  dell’importante ed indispensabile asse viario del Corso Italia, con la fallita tombatura dell’ultimo tratto, ha contribuito ad aggravare la situazione. A riguardo, dobbiamo ricordare che il Sindaco Francesco De Siervo approvò l’ultima tombatura, ma il prof. Nicolò Iossa cancellò la disposizione.

Oggi il viottolo Giulio Cesare è divenuto una meta privilegiata di oltre un migliaio di automobilisti, che si accingono a percorrere il difficoltoso tragitto, con l’incognita dell’attraversamento della barriera del passaggio a livello della ferrovia, nonché la pericolosità causata dalla presenza di più piloni della corrente che, oltretutto, invadono la carreggiata, di per se già stretta e per giunta a doppio senso, proprio nella curva all’inizio della cinta muraria della Starza. Oltretutto, non essendoci una buona visibilità esiste il rischio di gravi incidenti. Non parliamo poi dell’attraversamento del passaggio a livello, dove si formano interminabili e lunghissime code di autoveicoli, in relazione all’angusto spazio. Pesantemente gravato dalla presenza di un profondo cunettone per lo scolo delle acque. Lo stesso vale per la parallela che porta alla stazione e al cimitero. Una situazione che genera code e il blocco totale della circolazione, con animate e violente liti. Ultimamente, per abbreviare il percorso  viene utilizzata impropriamente un tratturo sconnesso e dissestato che fino a qualche anno fa era al servizio di numerose proprietà private: una stradina privata di campagna, ignota ai più, che da via Tavani, attraversando l’alveo Cavone, sbocca su via Giulio Cesare. Questa stradina, che oggi si chiama II Traversa Giulio Cesare, avrà a breve un nuovo odonimo (via Dioniso), in quanto genera enormi problemi agli abitanti del posto nei momenti di emergenza.

II Traversa Giulio Cesare (via Dioniso?)

Quale potrebbe essere la soluzione del problema, soprattutto in relazione al futuro ruolo di questa zona archeologica, che addirittura prevede un parco urbano e una cittadella scolastica? Una soluzioneconclude l’ing. Vincenzo Romanopotrebbe essere la realizzazione di un ampliamento della via di collegamento con quella interna del Parco Primavera ed in corrispondenza dell’attraversamento ferroviario, in virtù della particolare favorevole orografia della zona. Si suggerisce, inoltre, la costruzione di un sottopasso alla ferrovia, in sostituzione del passaggio a livello, considerato soprattutto l’accresciuto volume di traffico, sia per eliminare lunghe code ed attese ad un passaggio a livello, oggi divenuto obsoleto. Lo stesso vale per l’altra strada parallela. Tutto ciò creerebbe ordine e una strategica ed indispensabile via di fuga e certamente usufruibile, perlomeno in un futuro non troppo lontano. L’avverarsi della realizzazione dell’opera costituisce, per ora, il nostro umile auspicio.