Una lettera firmata in redazione, un «manifesto» che inneggia alla protesta popolare con toni forti. Un «je accuse» sul Casamale, su Castello d’Alagno, sul parcheggio di via Torre. Riceviamo e pubblichiamo, precisando che i toni inneggianti a sommosse popolari non ci appartengono e confidando che altri decidano di partecipare alla discussione proponendo soluzioni.
Silenzio. Assordante. Rumoroso. Ma sempre silenzio è. Dal sindaco Piccolo e dalla sua giunta, ma anche dall’opposizione, continua e testarda indifferenza verso il parcheggio di via Torre e sul Casamale in generale. Per un’amministrazione del fare (?), come si è più volte definita, è davvero singolare che su questo parcheggio si non spenda una parola, non si faccia una proposta, non si prenda una decisione. Insomma si dis-amministra lasciando tutto così com’è, confidando nell’oblio. Esattamente come è successo con l’altra scandalosa opera, il castello D’Alagno circondato da erbacce e dall’umidità, e prima ancora per la cosiddetta Casa di Riposo. Tutti progetti che guarda caso dovevano rappresentare risorse per il centro storico e si sono rivelati l’ennesimo bluff nei confronti dei suoi residenti. Promesse da Pinocchio alle quali abbocchiamo come degli allocchi. Allora è il caso che i casamalisti si riprendano il loro quartiere, si reimpossessino del proprio territorio perché da questa classe politica non c’è da aspettarsi nulla. E che se lo ricordino, quando ci saranno le elezioni. È giunto il momento di autoconvocarsi in assemblee pubbliche, in spontanee riunioni, chiedendo a qualche avvocato di buona volontà come presentare denunce alla Procura, alla Corte di Conti, mobilitarsi con la stampa, coinvolgere donne e bambini in una sana e civile proteste. Perché ai sordi e ai mentitori della politica, ai menestrelli dei partiti occorre dare una risposta garbata ma dura. Il Casamale sta diventando un cesso, con tutto il rispetto, dove regna anarchia e fai da te. E meno male che per adesso non c’è la nota spacciatrice che, tra l’altro, vive in una casa del Comune (a proposito quando si decideranno a cacciarla?). Ma il consumo di droga non è calato. Il quartiere ansima, boccheggia, ma la giunta Piccolo preferisce guardare dall’altro lato. Verso nomine e spartizioni. Il Casamale agonizza, ma poi qualche festa lo imbelletta come una vecchia prostituta. E gli abitanti si prestano a questo gioco di panem e circens. Ecco, cari casamalisti non fatevi più abbindolare da questi pifferai. Meglio una festa in meno ma un parcheggio in più, un’ambulanza che possa passare, un’esequie che possa svolgersi civilmente. Non fatevi prendere per i fondelli, è ora di chiedere fatti.
Salvatore Piccolo