Riceviamo e pubblichiamo dalle associazioni di tutela animali
Le associazione di tutela animali si costituiranno parte civile per manifestare il proprio dissenso e cominciare a porre le basi per un cambiamento culturale che abbia come filo conduttore il RISPETTO DELLA VITA.
Settantenne uccide un cane con tre colpi di fucile. Quando le associazioni sono accorse sul luogo dove era riverso il corpicino privo di vita, erano già presenti i Carabinieri e, successivamente, è arrivata l’ASL che pare abbia disposto l’autopsia del cane. Secondo le testimonianze dei residenti il cagnetto sarebbe entrato in un cortile attratto dal cane femmina di proprietà dell’uomo che, dopo aver messo in fuga il cane, lo avrebbe rincorso in strada e ucciso con tre colpi di fucile. Willy, questo il nome del cagnetto, conosciuto come cane tranquillo e amato da tutti. Dall’abitazione dell’uomo, nella quale sono entrati i Carabinieri con giubbotti antiproiettile, è stata sottratta l’arma presumibilmente utilizzata. L’uomo non è stato arrestato.
Un gesto feroce che non può rimanere impunito. Un gesto che è un reato: Art. 544 bis codice penale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”; Art. 544 ter codice penale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. Un gesto che non arreca danno solo alla vittima ma ad un’intera comunità di gente perbene che prende le distanze da comportamenti che ledono, fino alla morte, la vita di qualunque essere vivente. L’indignazione e la rabbia di chi opera ogni giorno per la tutela degli animali è tanta, ma non basta. Non bastano chiacchiere e comizi, è necessario agire, è necessario farsi promotori di un pensiero civile che inneggi alla vita, alla vita di tutti.
Le associazioni si costituiranno parte civile affinché la morte del povero Willy non sia stata vana. Willy non è il primo essere vivente non umano a subire la ferocia umana, forse non sarà l’ultimo ma è necessario manifestare il proprio dissenso e cominciare a porre le basi per un cambiamento culturale che abbia come filo conduttore il RISPETTO DELLA VITA.
(fonte foto: rete internet)