La conferenza stampa tenutasi venerdì nella sede del Consiglio Regionale è stata illuminante: la presidente della commissione regionale Pari Opportunità, Francesca Beneduce, il difensore civico Francesco Bianco e il presidente del l’assemblea campana, Pietro Foglia annunciano commissariamenti per chi non rispetta la Delrio.
Il sindaco Pasquale Piccolo è in «buona» compagnia: a non rispettare le quote rosa in giunta, con lui, altri 133 sindaci tra i quali il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris. Dunque Somma Vesuviana, così come più di altre cento cittadine in Campania è a rischio commissariamento. Commissariamento ad acta, naturalmente, ossia la Prefettura (a meno che non ritenga valide le motivazioni addotte dal Sindaco e in questo caso il parere della Cpo regionale non è vincolante) invierebbe un funzionario (individuato, per i poteri sostitutivi, dal difensore civico regionale) con il compito di nominare un assessore donna in esecutivo.
La legge ovviamente non ammette ignoranza il che vuol dire che se deve essere rispettata la Delrio (56/2014), ciò vale per il Tuel. Il sindaco è sempre colui che decide intuitu personae chi vuole come assessore perciò, dopo la nomina del commissario ad acta, lui potrebbe revocare l’assessore in questione e sceglierne un altro. Anzi un’altra, che gli sia gradita. Secondo i «suoi» criteri che non debbono, ancora non c’è una legge in tal senso, essere per forza basati sull’assunto che la donna in questione sia, per fare un esempio, cittadina di Somma. Né che sia una donna già eletta, né che sia stata candidata, nelle sue liste o in altre. Né che sia gradita ad altri se non allo stesso primo cittadino. La querelle nasce, almeno a Somma, da lontano e precisamente da varie istanze del Movimento 5 Stelle cittadino al momento del varo della giunta.
Circa due settimane fa la Prefettura ha comunicato a Piccolo la necessità di adeguarsi alla legge Delrio – nella parte che riguarda la parità di genere – e lui ha risposto sollevando altre polemiche, sostenendo cioè di aver chiesto ad almeno dieci professioniste sommesi di dare la propria disponibilità (oltre alle consiglieri comunali elette), senza esito positivo. Ieri la presidente della Cpo Comunale, Ida Pappalardo, a nome di tutti i componenti, ha diffuso un comunicato in cui si accenna ad una «forte tensione politico sociale suscitata dalla questione Quote Rosa», sottolineando di non avere la competenza giuridica per intervenire nel merito e invitando l’amministrazione a risolvere il problema ma anche le forze politiche ad una pacifica collaborazione.
E mentre il primo cittadino è fermamente intenzionato ad utilizzare la prerogativa che gli concede per legge, il diritto di scegliere chi chiamare in giunta (purché sia donna, a questo punto), la presidente della Cpo regionale esprime parole di disapprovazione in merito alla vicenda locale.
«La motivazione addotta dal sindaco – dice Francesca Beneduce – è altamente discriminatoria delle donne sommesi e credo che le reali motivazioni siano di ben altra natura, da ricercarsi piuttosto nell’accordo dei partiti o movimenti civici che, ancora una volta, pur di fronte ad un obbligo normativo, si dimostrano maschilisti e poco rispettosi delle donne. La metodologia di ricerca di un assessore donna non sono diverse da quelle che spingono alla nomina in giunta di un assessore uomo. Non è comunque competenza della nostra Commissione intervenire legalmente, ma la richiesta che abbiamo avanzato alle Prefetture ad agosto scorso, scrivendo anche al presidente della Regione e al Difensore Civico, ha ormai preso avvio con poteri esecutivi. Il passo successivo è la nomina di commissari ad acta per il rispetto della norma in tempi certi».
Tra i Comuni in cui sarà inviato il commissario ad acta, sempre se Piccolo non dovesse provvedere prima come è sua facoltà, c’è proprio Somma Vesuviana. Dopo Napoli, naturalmente. Non tra i primi, però: la scure calerà innanzitutto su quei sindaci che non si sono nemmeno presi la briga di rispondere alla comunicazione del Difensore Civico e del Prefetto. In Campania ci sono 130 Comuni in regola con le “quote rosa”, 133 che non lo sono e 13 commissariati.
Autore: Daniela Spadaro