Dall’avvocato Vincenzo Nocerino, responsabile dell’associazione Laudato Sì di Somma Vesuviana, riceviamo e pubblichiamo.
Come cittadini Italiani e uomini del Sud siamo fortemente preoccupati per l’approvazione del disegno di Legge avente ad oggetto “ Disposizioni per l’attuazione dell’Autonomia differenziata “.
Proviamo a spiegare il perché. E’ il caso di premettere alcune considerazioni. E’ vero che la Costituzione prevede la possibilità di una Autonomia differenziata.
Ma è anche vero che la ” mens” della Carta Costituzionale è l’unità del Paese ( Art 5 ), è costata lacrime e sangue. Per cui prima di mettere mano al progetto di “Autonomia” sarebbe stato il caso di elaborare dei principi – base su come coniugare l’Unità del Paese e l’autonomia delle Regioni .
Se dare attuazione alla Costituzione è corretto, quella maggiore autonomia, invocata da alcune Regioni del Nord, esporrà , senza ombra di dubbio alcuno, l’Italia ad una frammentazione eccessiva e pericolosa che la indebolirà in Europa e nel mondo
L’Autonomia differenziata , così come proposta dal progetto Calderoli non ci farà più autonomi ma solamente più soli. Mentre oggi noi discutiamo di problemi internazionali ed europei, questa legge ci dividerebbe in tante piccole realtà, in tanti piccoli stati semi-indipendenti.
Provocherà conseguenze negative sull’intero Paese perché non si tratterebbe di un ” maggior decentramento” bensì di una sostanziale ” secessione dei ricchi “. Non è un caso che l’iniziativa è stata presa dalle Regioni più ricche del Paese. La parola secessione è stata usata per richiamare una separazione che sarebbe nei fatti.
Le Regioni a maggior Autonomia si configurerebbero come Regioni- Stato e godrebbero di poteri estesissimi in materie fondamentali come la scuola, la sanità e in molti altri ambiti.
In un Stato unitario ai cittadini vanno assicurati uguali opportunità e diritti (doveri) senza alcuna limitazione . Con la approvazione di questa Autonomia saranno premiate le Regioni più ricche e penalizzate quelle più deboli, accentuando le diseguaglianze e il rischio di creare motivi di ulteriore divario tra Sud e Nord.
Balcanizzare il Paese è un perverso progetto politico perché contiene nel suo corpo solo divisione , intesa come pura volontà egoistica. Sull’Autonomia differenziata le voci contrarie sono molte.
E non solo quelle di esperti , tecnici e soggetti autorevoli non sospetti di partigianeria come BanKitalia o Svimez . Al mondo del lavoro si aggiunge anche quello dell’Impresa ; anche Il Sindacato ,la CGIL, ha raccolto attorno a sé un vasto mondo associativo e civico.
E’ scesa in campo, finanche la Chiesa. Hanno parlato il vescovo di Napoli Battaglia e da ultimo il Cardinale Zuppi; manifestando timori per la tenuta del sistema Paese. Una ferma opposizione è stata espressa anche i vescovi calabresi.
Ma allora chi vuole L’Autonomia Differenziata?
A ben vedere interessa solamente al ceto politico dell’attuale maggioranza ovvero alla Lega e a Fratelli di Italia. Autonomia Differenziata in cambio di Premierato. E’ arrivato il momento di non assistere passivamente alla partita, ma di scendere in campo e giocarla.
Sul tema, in data da destinarsi, si terrà un convegno “Autonomia differenziata – Opinioni a confronto ” presso la Sala Congressi Dominici Hotel La Casa del Pellegrino Madonna dell’Arco.
(FONTE FOTO:RETE INTERNET)