Somma Vesuviana, i giovani alla Chiesa: “Anche uno spritz può essere occasione di incontro con Dio”

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Somma Vesuviana, i giovani alla Chiesa:

Somma Vesuviana. La riflessione di Monsignor Francesco Iannone, rettore del Seminario vescovile di Nola dopo l’incontro della Comunità vocazionale con i giovani di Somma.

“Il Ss.mo Sacramento esposto sull’altare, alcuni giovani in preghiera, un prete disponibile all’ascolto e, in primo piano, due spritz da asporto: quella che potrebbe sembrare una commistione ai limiti del blasfemo, è in realtà la simpatica foto che racconta l’esperienza vissuta dai seminaristi di Nola a Somma vesuviana durante i giorni della missione vocazionale.

La sera del venerdì 5 aprile, nello storico e suggestivo rione Casamale, luogo di ritrovo di centinaia di giovani, una chiesa aperta (bellissima la Collegiata!) è diventata per tre ore, dalle 21 alle 24, lo spazio di un incontro suggestivo tra giovani di varia età e dalle esperienze più diverse: seminaristi, studenti e studentesse, lavoratori e operai, giovani professionisti e giovani coppie. Una curiosa mescolanza ( o connessione?) ha divertito tutti: i seminaristi mescolati tra i loro coetanei a raccontare la loro vita e a invitare a entrare, i ragazzi del venerdì sera a incontrare la chiesa per strada, un silenzio a portata di mano, un dialogo vero e possibile, una Presenza discreta e forte, come la luce tremolante ma non spenta dei circa cento lumini accesi e posti da loro ai piedi dell’altare. E ci siamo tutti accorti, come già un concilio lontano e tanto vicino aveva detto di Gesù, che tra fede e vita, tra preghiera e spritz, tra Dio e mondo non può esserci confusione né commistione, certo, ma nemmeno separazione o divisione.

Si parla sempre di più di crisi o di sfide tra chiesa e mondo giovanile. Certamente la comunità cristiana è sfidata dai giovani a cambiare, ad aggiornare il suo modo di vivere, di interpretare e proporre il Vangelo. Si sprecano le analisi e i tentativi di soluzione da parte di teologi, sociologi, pastoralisti…Una cosa è certa: occorre superare l’idea che la crisi è un’esperienza negativa e disporsi ad affrontarla come un’opportunità, a leggere in essa un kairòs, un tempo opportuno. E la logica della Incarnazione, lo stile di Gesù che il nostro X Sinodo diocesano caratterizzò come “immersione”, ci sembra ancora una volta la strada da percorrere, la scelta teologica e pastorale da rilanciare, senza rigide separazioni e nemmeno banali confusioni. Occorre ritrovare, senza paura, una capacità di dialogo e di ascolto con il mondo giovanile.

Pur stanchi di antiche ritualità,  percepite come noiose e lontane, pur refrattari ad appartenenze a comunità che spesso somigliano a contenitori senza contenuti, i giovani sono ancora sensibili all’incontro autentico, alla parola significativa, alla relazione alla pari. Provenienti in larga parte da percorsi catechistici e parrocchiali molto attenti all’aspetto intellettuale e morale della fede ma forse un po’ astratti, affacciandosi alla vita da protagonisti avvertono forse il limite di proposte poco sensibili alla concretezza della esistenza con i suoi drammi, le sue ansie, le sue paure, le sue domande. Forse ci è chiesto di saperci raccontare a partire dalle loro attese e dalle loro incertezze, stando in mezzo a loro con simpatia e affetto, senza impazienze, mostrando un Vangelo amico della loro vita, capace di sedersi anche alla tavola delle loro ambivalenze sgangherate e dei loro dubbi confusi. Gli incontri pasquali del Risorto con i suoi discepoli, che stiamo contemplando proprio in questi giorni, fatti di parole affettuose, di pane condiviso, di pesce arrostito, di fuoco a riva, ci narrano di speranze riaccese proprio a partire da una rinnovata capacità di vicinanza e di ascolto.

Occorre certo prepararsi: la complessità e la difficoltà della attuale situazione socioculturale non tollerano approcci superficiali né ammiccamenti banali. Occorrono, oggi come ieri, cristiani appassionati e seri, pastori intelligenti ed entusiasti, in ascolto di Dio che continua a parlare nelle piaghe e nelle pieghe della storia. Allora si creeranno le condizioni di una nuova sintonia tra la comunità cristiana e il popolo di Dio, nella varietà delle sue età, delle sue condizioni di vita, delle sue attese. Allora sarà più chiaro che i giovani, nella loro silenziosa protesta, stanno segnalando alla Chiesa che questo è il suo kairòs, il tempo della visita di Dio che passa anche attraverso uno spritz in compagnia!”

Monsignor Francesco Iannone.