Nonostante il perpetrarsi delle incertezze, con una fortuna che aveva abbandonato il Napoli nel primo tempo, con il Braga arrivano 3 punti e un briciolo di speranza. Con il Bologna, il Napoli fa 1 passo in avanti e 1 indietro.
Sediamoci ad un tavolo e parliamone. Col Bologna si deve vincere, nonostante la squadra di Thiago Motta sia un osso duro. E giocare un discreto primo tempo non basta e non può bastare lo 0 – 0. Non può bastare un pareggio a reti involate. Parliamone. La squadra naviga tra sprazzi di bel gioco, che si basa spesso sulla qualità di una squadra che non a caso è campione d’Italia (e così è stato nel primo tempo con il Bologna), e amnesie, incertezze, disequilibri. Il Napoli è senza equilibrio. Sembra che gli azzurri non ci credano fino in fondo, che abbiano perso le loro identità, che abbiano perso la loro identità di squadra vincente. Sembra che abbiano perso la guida. Giocano un discreto primo tempo, ma il voto è negativo nella ripresa. Non tutti sembrano in forma, Kvara su tutti, Osimhen invece è presente in questo scorcio di stagione, ma è sfortunato e impreciso. Col Bologna la difesa non è messa in difficoltà, il duo inedito si comporta bene. E’ tutto il resto a far riflettere, l’apatia di parte del secondo tempo, la consapevolezza di non poter vincere contro questi avversari. Ci si mette anche il rigore sbagliato di Osimhen, e ci si aggiunge quello che si vede e decide fuori dal campo.
Dall’esterno è difficile giudicare se squadra e allenatore abbiano il loro destino sotto controllo, io vedo però una certa confusione. L’allenatore è un professionista e ne sa più di me. Ma togliere le sue punte di diamante non è sempre la scelta migliore, anche se dici che in panchina hai giocatori che possono contribuire attivamente. Che ci fa quel Lindstrom in panca? Perché non giocare con due punte, affiancando Simeone ad Osimhen? Dal momento in cui Osimhen è uscito, il Napoli non è riuscito più a risalire, ha perso l’uomo che concedeva un riferimento, profondità e metri preziosi. Dopo la sostituzione la squadra si è fermata. I cambi non sembrano azzeccati. E i giocatori sembrano confermare con le loro reazioni che qualcosa non va. Non voglio giudicare il comportamento di Osimhen, ma lamentarsi suggerendo all’allenatore il cambio tattico da fare non fornisce un quadro sereno di quanto avviene tra squadra e allenatore.
Si ritorna in campo quasi subito. Spero che giocatori e allenatore si siano seduti ad un tavolo e ne abbiano parlato e che tutti capiscano cosa vogliono e possono fare, senza malumori o preconcetti, con la consapevolezza che ognuno ha il suo ruolo. Se poi la situazione non dovesse migliorare, arriverà il momento di De Laurentiis. Ma dobbiamo sperare tutti di non arrivarci, nonostante si senta un ticchettio che diventa sempre più forte.