Dopo la sosta si sperava di vedere un Napoli diverso da quello del secondo tempo contro la Lazio, ma così non è stato: a Marassi contro il neopromosso Genoa, gli azzurri pareggiano per 2-2 in rimonta, scivolando già a -5 da un Inter schiacciasassi.
Per 70 minuti il copione della partita è stato un possesso palla sterile alla ricerca di un varco, con i rossoblu pronti a mettere in crisi la difesa composta da Juan Jesus e Ostigard, riuscendoci molto spesso. Solo nel finale, i cambi hanno ravvivato la fase offensiva, anche se il pareggio è stato frutto più di prodezze individuali che di una manovra corale organizzata.
Da salvare solo la reazione veemente dopo il gol di Retegui e i cambi (resta però un mistero la sostituzione di Kvara per Zerbin quando bisognava puntare alla vittoria), mentre per il resto c’è tanto da lavorare. Bisogna rivedere la fase di costruzione, magari riportando al centro del gioco quel Lobotka, che tanto era stato decisivo per Spalletti: la costante ricerca della palla lunga (anche a difesa avversaria schierata) su Osimhen non fa altro che isolarlo e impedirgli di sfruttare le sue caratteristiche migliori. Lo stesso vale anche per la difesa, completamente in balia dei contropiedi genoani e imprecisa sulle marcature nei calci piazzati, dove si attende impazientemente l’esordio di Natan. Mercoledì inizia la Champions a Braga e non sono permessi altri passi falsi se si vuole rimanere in linea con gli obiettivi stagionali.