La vittoria con la Fiorentina raffredda il clima rovente, ma l’allerta non è cessata. Bisogna tenere la squadra sulle spine fino a fine campionato. Ai giocatori è stato concesso di tornare alle proprie case per la notte ma il ritiro continua. Nelle interpretazioni del post partita è interessante notare come siano fioccate opinioni diverse sul ”merito” della vittoria. I più hanno visto nell’intervento del presidente e nel conseguente ritiro il fattore determinante per la vittoria, forse per rabbia i giocatori hanno dato tutto per dimostrare il proprio valore, per ribattere le forti dichiarazioni di presidente e stampa o semplicemente perché resisi conto che bisognava dare una svolta per il bene della squadra e della piazza. E probabilmente l’intervento del presidente è stato efficace, anzi forse determinante. C’è qualcuno che ipotizza che Benitez, sebbene sia saldamente ancora la guida tecnica della squadra (sicuramente fino a fine stagione), sia stato, dopo l’intervento del presidente, “commissariato” nella gestione del gruppo, e che quindi la vittoria sia solo e soltanto merito del presidente. Io rigetto questa interpretazione, che premia le azioni del presidente e mette in secondo piano il ruolo dello spagnolo. Se è vero che anche Benitez non è immune da colpe, d’altronde nessuno pensa che lo spagnolo sia una divinità col dono dell’infallibilità, questa squadra rimane lo specchio della sua guida tattica e tecnica, nel bene e nel male. Questa vittoria è anche merito suo. Questo Napoli non l’ho allenato io e non lo ha allenato de Laurentiis. Questo Napoli è il Napoli che ha giocato con Lazio e Roma, è il Napoli che nel girone di andata vinse con Roma e Fiorentina, e non sfigurò con la Juventus. E’ il Napoli che ha conquistato la Supercoppa. E’ più o meno il Napoli della passata stagione, anzi a detta del mister è più equilibrato. Il Napoli è il suo 4-2-3-1, è il 4-4-2 in fase passiva, che quando viene fatto in maniera attenta è come una rete che imbriglia gli avversari. E’ il Napoli che tiene il possesso palla quando può permetterselo e se lo dimentica con chi lo fa meglio. E’ il Napoli dell’attacco fulminante. E’ il Napoli di una difesa non sempre certa. E’ il Napoli che crea tanto e finalizza non tanto, e subisce poco ma prende molti gol. E’ il Napoli che non può tenere ai massimi livelli le tre competizioni, ma ci prova. E’ il Napoli di Benitez, una squadra che ha i suoi ritmi lenti, ma finalizzati ad arrivare al gol. E’ il Napoli che difende attaccando. E’ il Napoli di un fondamentalismo tattico e della rosa allargata che non sempre danno i frutti sperati, ma che rispecchia una mentalità che va accettata, quantomeno fino a fine stagione. E’ il Napoli che se perde la concentrazione si fa bucare facilmente. E’ il Napoli con tante lacune per giocarsela per lo scudetto, ma con qualche qualità per essere tra le prime. Ma mai calare l’attenzione. La responsabilità di una stagione negativa dovrà essere ricondotta a tutti i soggetti interessati, e i successi saranno di tutti. Questo, nel bene e nel male è il Napoli di Benitez e di de Laurentiis. Prendere o lasciare.
Crescenzo Tortora
La Mia sul Napoli
lamiasulnapoli.wordpress.com